foto LaPresse/SergioAgazzi

Così Trump prova a cancellare le politiche ambientali di Obama

Maria Carla Sicilia

Oggi il presidente americano firmerà un ordine esecutivo all'Epa, l'Agenzia di protezione ambientale americana. Al centro della nuova politica, la creazione di posti di lavoro e l'indipendenza energetica nazionale  

Oggi Trump firmerà un ordine esecutivo per modificare il Clean Power Plan approvato da Barak Obama, un provvedimento che potrebbe cambiare la politica ambientale degli Stati Uniti. Ieri sera un funzionario della Casa Bianca ha incontrato la stampa americana per spiegare di cosa di tratta, mentre la firma del provvedimento è attesa per oggi presso la sede dell’Agenzia di protezione ambientale (Epa), diretta da Scott Pruitt, uomo di Trump dichiaratamente scettico sul cambiamento climatico.

 

Come promesso in campagna elettorale è dunque arrivato il momento della resa dei conti con gli ambientalisti, che si dicono pronti a ricorrere ad ogni mezzo legale per contrastare le politiche ambientali di Trump. L’obiettivo di The Donald è tenere insieme la creazione di nuovi posti di lavoro e raggiungere nel frattempo l’indipendenza energetica promessa in campagna elettorale, sulla scia del più generale protezionismo. "Con le sue politiche il governo precedente ha svilito il ruolo dei lavoratori – ha detto la fonte della Casa Bianca – noi possiamo fare entrambe le cose, proteggere l'ambiente e creare lavoro per la gente”. “Il modo migliore per proteggere l'ambiente è quello di avere un'economia forte” ha continuato.

 

L'ordine esecutivo spazzerà via almeno sei misure contro il cambiamento climatico approvate dalla passata amministrazione, a partire dagli obiettivi di riduzione delle emissioni. Il Clean Power Plan si prefiggeva infatti di ridurre le emissioni di anidride carbonica da energia elettrica del 32 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030. Nelle intenzioni di Trump c’è poi quella di revocare la moratoria sulle miniere di carbone che si trovano sulle terre federali. In campagna elettorale il presidente si è molto speso per il comparto del carbone e recentemente ha detto durante un evento tenutosi in Kentucky "Riporteremo al lavoro i nostri minatori".

  
Alcuni analisti sono però scettici sul reale impatto di queste politiche sullo sviluppo del settore minerario, perché già prima della moratoria le concessioni di terreni federali erano diminuite a causa del lento crollo del settore, indebolito dalla concorrenza del gas e delle fonti rinnovabili usate per produrre elettricità. 

 

 

 

Più in generale l’ordine solleciterà tutte le agenzie federali a identificare i regolamenti e le politiche che ostacolano il raggiungimento dell’indipendenza energetica nazionale. La via che si vuole raggiungere è quella di ridurre il peso del fattore ambientale nel processo decisionale dei vari organi di governo. Sarà inoltre ridimensionato il ruolo dell’Epa, a partire da un taglio del bilancio destinato all’agenzia. Non si parla tuttavia dell’accordo di Parigi sul clima: secondo la fonte citata dalla stampa americana l'amministrazione Trump non avrebbe ancora deciso se rispettare o meno gli impegni.

 

Non tutte misure previste saranno di immediata realizzazione. Come spiega Bloomberg, mentre per revocare la moratoria sulle miniere basta una firma del dipartimento degli interni, smantellare l’intero Clean Power Plan significherà invece un lavoro burocratico di almeno un anno a carico dell’Epa.

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