Il presidente venezuelano Nicolas Maduro (foto LaPresse)

Il racconto di cosa sta succedendo in Venezuela attraverso video e immagini

Maurizio Stefanini

Il paese resta nel caos. Maduro balla la salsa mentre nelle strade la polizia reprime le manifestazioni contro il presidente

In Venezuela gli antichavisti sono in piazza per difendere la Costituzione di Chávez che Nicolas Maduro, l’erede di Chávez, vuole cambiare. Proseguono gli scontri per le vie di Caracas mentre le Forze Armate sembrano prepararsi ad una lunga guerra civile. Nel frattempo si diffondono indiscrezioni e smentite sulla sorte del leader dell'opposizione Leopoldo López, che si trova in carcere e con il quale i familiari non riescono a comunicare. E Maduro? Il presidente balla mentre annuncia che è stata depositata la sua proposta di convocazione di un’Assemblea Costituente “senza partiti”. Cioè, in stile cubano-sovietico.

 


 

Nei giorni scorsi i militari hanno trasferito unità normalmente impiegate in condizioni di estrema emergenza. Questo video è stato girato il 29 aprile lungo l’Autostrada Francisco Fajardo. Si vede un convoglio di infrastrutture da campagna per l’ospedalizzazione e per l’approvvigionamento idrico. L'impressione è che l'Esercito si sia già organizzato con dei campi attrezzati per affrontare una lunga guerra civile.

 

 

 


 

Il 30 aprile a urbanización Sucre, Stato di Lara, è stato denunciato un attacco a colpi di arma da fuoco alla popolazione da parte di elementi della Guardia Nazionale Bolivariana e paramilitari con evidente accento cubano. Il video è messo su Twitter da Luis Florido, presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale.

 

 


 

Ma la battaglia che si è scatenata il 3 maggio dopo la notizia del nuovo “processo costituente” è stata particolarmente dura. 80 deputati si sono messi alla testa di una marcia, ma sono stati caricati a loro volta nel corso di quelle che sono state definite dall’opposizione come due vere e proprie “imboscate”. Il bombardamento di gas è stato tale che molti tra gli stessi poliziotti e militari che le lanciavano si sono sentiti male. Il 17enne Armando Cañizales è stato ucciso, per via di un “trauma penetrante nel collo che gli ha prodotto shock e arresto cardiorespiratorio”. Oltre 2000 i feriti, tra cui almeno cinque deputati. Un giovane è stato investito da un blindato della Guardia Nazionale Bolivariana. Con Cañizales sono salite a 38 le vittime dell’ondata di proteste e relative repressioni.

 

 

 


 

Ad aggiungere benzina sul fuoco il mistero sulla sorte di Leopoldo López, il dirigente dell’opposizione che è stato condannato a 14 anni con l’accusa di istigazione pubblica, danni alla proprietà, incendio e associazione a delinquere, per i fatti violenti accaduti a Caracas durante la marcia del 12 gennaio 2013. Il giornalista Leopoldo Castillo ha diffuso la notizia della sua possibile morte.

 

Il regime ha risposto con un video mostrato durante un programma di Diosdado Cabello, primo vicepresidente del partito chavista.

  

 

Ma c'è chi ha subito ad un falso.

 

 

La moglie di López sembra ritenerlo ancora in vita.

 

 

Anche se ha aggiunto di non credere ai militari: “Mentre Maduro ballava, stavano uccidendo la gente per strada”.

 

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