Foto LaPresse

Quello che si sa dell'attacco sugli Champs-Élysées

Redazione

Ieri sera un uomo con precedenti penali ha sparato a una pattuglia della polizia a Parigi. L'Isis ha rivendicato l'attentato. Un poliziotto è morto, due sono rimasti feriti. L'assalitore è stato ucciso mentre cercava di scappare. Si cerca un presunto complice - le FOTO e il VIDEO

I fatti - Un uomo giovedì sera alle nove è sceso da una macchina in prossimità dei grandi magazzini britannici Marks & Spencer sugli Champs-Élysées nel centro di Parigi e, kalashnikov in mano, ha sparato a una pattuglia di poliziotti. Uno è morto, due sono rimasti gravemente feriti. Nella sparatoria è stata ferita lievemente una turista straniera. Il terrorista è stato ucciso dalla polizia mentre cercava di darsi alla fuga. Secondo Reuters si tratta di Karim Cheurfi, un trentanovenne francese già noto alle forze dell'ordine. Da venerdì mattina tre parenti dell'attentatore sono trattenuti dalla polizia. 

 

La zona è stata prontamente chiusa e l'antiterrorismo ha subito preso il comando delle indagini. L'Isis ha rivendicato qualche ora dopo l'attentato. La procura antiterrorismo ha emesso un ordine d'arresto nei confronti di una persona legata al killer ucciso, come ha confermato venerdì il portavoce del ministero dell'Interno Pierre Henry Brandet. Non è ancora chiaro se e come l'uomo ricercato sia collegato con quanto accaduto sugli Champs-Élysées, ma ci sono alcuni elementi da controllare, ha detto Brandet. 

Cosa si sa dell'identità dell'attentatore - L'attentatore sarebbe Karim Cheurfi, un cittadino francese che viveva con la madre nel sobborgo di Chelles, già condannato per attacchi armati contro le forze dell'ordine avvenuti 16 anni fa. Nel 2001 è stato arrestato per aver sparato a due ufficiali che lo avevano trovato con un'auto rubata ed è rimasto dieci anni in carcere. Durante la detenzione Cheurfi ha sparato e ferito un poliziotto, dopo avergli rubato la pistola. Era stato arrestato nuovamente lo scorso febbraio per aver tentato di uccidere un altro poliziotto, ma è stato poi rilasciato per mancanza di prove. Nell'auto utilizzata per arrivare sugli Champs-Élysées sono stati ritrovati i suoi documenti, un altro fucile e alcuni coltelli. 

 

Lo Stato islamico nella rivendicazione ha attributo la paternità dell'attacco a un suo combattente dal nome di battaglia Abu Yusuf al-Beljiki, il belga. In un primo momento i media francesi avevano parlato di Youssef El Osri, un delinquente noto ai servizi segreti per la sua radicalizzazione, che su Telegram avrebbe dichiarato di "voler uccidere polizotti". Reuters scrive di aver visto un documento secondo cui El Osri sarebbe il secondo sospettato che la polizia sta cercando. Resta ancora da definire il collegamento tra El Osri, Cheurfi e l'uomo indicato nel comunicato dell'Isis. "Non capiamo perché l'Isis ha identificato la persona sbagliata – ha detto una fonte della polizia a Reuters – Quello che sembra evidente è che l'Isis stava organizzando qualcosa". 

 

Reazioni e smentite - Nelle prime ore dopo l'attentato i media e le agenzie di stampa parlavano di un secondo agente deceduto, di altre sparatorie nei pressi degli Champs-Élysées, di complici in fuga e di massicce operazioni di polizia ad est della capitale. Notizie tutte smentite dal portavoce del ministero dell'Interno Pierre Henry Brandet. Al termine della riunione straordinaria all'Eliseo, con il premier Bernarde Cazeneuve, il ministro dell'Interno Matthias Kekl e il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha parlato anche François Hollande esprimendo vicinanza alle forze dell'ordine e indicando che la pista più probabile è quella del terrorismo. Nella mattina di lunedì si è riunito all'Eliseo un Consiglio di difesa, convocato da Hollande dopo la sparatoria. I principali candidati alle presidenziali francesi hanno annunciato di aver annullato i loro impegni elettorali, a due giorni dal primo turno di voto.