Vladimir Putin (foto LaPresse)

Putin accetta di incontrare Tillerson a Mosca

Luca Gambardella

Gelida accoglienza per il segretario di stato americano in visita. Lavrov ripete: "L'attacco alla Siria è illegale". Poche strette di mano e toni ben poco diplomatici

[Articolo aggiornato alle 18:49 di mercoledì 12 aprile] Roma. Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di incontrare il segretario di stato degli Stati Uniti, Rex Tillerson, in visita a Mosca per trovare un accordo sulla crisi siriana, nonostante la generale freddezza con cui il Cremlino ha accolto la delegazione americana. La Russia ha avvertito gli Stati Uniti che gli attacchi in Siria non devono più ripetersi e che il lancio di missili della settimana scorsa è illegale. Il segretario di stato americano, Rex Tillerson, ha incontrato oggi a Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per trovare un approccio condiviso sulla crisi siriana e sulla politica da attuare nei confronti del regime di Damasco. L'accoglienza russa è stata fredda, con poche strette di mano, pochi sorrisi per i fotografi e pochi giri di parole. Poco prima che iniziasse l'incontro a porte chiuse tra i due, Lavrov ha detto che la Russia "ritiene fondamentale che azioni simili non si ripetano più", riferendosi ai 59 missili lanciati da due portaerei americane contro la base siriana da dove il 4 aprile scorso era partito un attacco chimico ordinato dal regime e che ha ucciso oltre 85 civili. "E' stato un attacco illegale contro la Siria", ha detto Lavrov.

 

  

Ieri, al termine del G7 in Italia, Tillerson aveva accusato con fermezza la Russia di attuare una "campagna di disinformazione" che intende smentire fatti inoppugnabili. Per Washington non ci sono dubbi sulle colpe dell'esercito di Bashar el Assad, che ha usato il gas sarin contro i civili, e il viaggio a Mosca del segretario di stato è un tentativo per convincere il Cremlino a smettere di sostenere e proteggere Damasco. Oggi, poco prima dell'incontro a Mosca, Tillerson ha calibrato i toni e ha detto che l'occasione serve ad accorciare le distanze tra Russia e Stati Uniti sui rispettivi piani futuri in Siria. Esistono dei punti fermi in comune a entrambe le parti da cui ripartire, ha detto il segretario di stato, "anche quando i nostri approcci tattici possono sembrare differenti". Lavrov ha risposto accusando la Casa Bianca di attuare una politica "ambigua e contraddittoria" nei confronti di Mosca e ha fatto riferimento ai troppo pochi funzionari del dipartimento di stato americano capaci di coadiuvare Tillerson nel suo lavoro diplomatico.

 

Ma le distanze tra il Cremlino e la Casa Bianca sembrano ben maggiori rispetto alle semplici "differenze degli approcci tattici" di cui parla Tillerson. In un'intervista rilasciata mercoledì alla stampa russa, il presidente Vladimir Putin ha detto che "il livello di fiducia reciproca e delle relazioni tra i due paesi è ai minimi termini, soprattutto dal punto di vista militare. Non è migliorato, è peggiorato". Donald Trump ha risposto con un'altra intervista, rilasciata alla Cnn, in cui si rivolge a Putin accusandolo di sostenere "una persona davvero cattiva", "un animale", riferendosi ad Assad. Il viceministro russo, Sergei Rybakov, ha detto oggi all'agenzia di stampa Ria che "rudezza e cafonaggine sono caratteristiche ricorrenti della retorica attuale usata a Washington. Speriamo che non diventi parte sostanziale della politica americana". 

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.