Sui cambiamenti climatici Trump stoppa il G7

Redazione

La delegazione americana prende tempo e non dà il via libera a una dichiarazione congiunta sul rispetto degli accordi sulle emissioni. Hollande: "L'intesa di Parigi è irreversibile"

Al vertice per l'energia di Roma i paesi del G7 non hanno trovato alcuna intesa, nemmeno per una dichiarazione comune, sui cambiamenti climatici. A impedire un accordo, ha detto il ministro dell'Economia Carlo Calenda, è stata l'opposizione degli Stati Uniti che hanno chiesto più tempo per "rivedere" la loro politica energetica. A spingere per una dichiarazione congiunta era stata in particolare la delegazione italiana, che intendeva ribadire l'impegno del G7 a rispettare gli impegni presi con l'accordo di Parigi per la graduale decarbonizzazione dell'energia. La reticenza dell'Amministrazione Trump nel firmare una dichiarazione congiunta spaventa gli altri membri del G7 soprattutto perché – secondo le loro delegazioni presenti a Roma e sentite dal Financial Times – contribuisce a creare un clima di scarsa chiarezza nelle relazioni con Washington. Dopo l'incontro di Roma, il presidente francese Francois Hollande ha dichiarato che "l'accordo di Parigi sul clima è irreversibile", anche se "ci sono ancora delle reticenze come abbiamo visto oggi dai lavori del G7 a Roma".

 

Tuttavia, lo stesso Calenda ha ridimensionato la decisione americana: "Rispettiamo il fatto che gli Stati Uniti stiano rivalutando la propria posizione", ha detto il ministro, che ha aggiunto come "la discussione sia stata molto costruttiva, senza particolari frizioni". Su molti altri punti – mercato globale del gas, protezione delle fonti energetiche dai cyber-attacchi – i sette hanno raggiunto una convergenza in vista dell'incontro di Taormina.

  

 

L'intenzione di Trump è quella di rimettere mano alla politica ambientale – prendendo tempo sugli impegni internazionali –inaugurata dal suo predecessore Barack Obama. L'obiettivo è quello di raggiungere l'indipendenza energetica, aumentando allo stesso tempo i posti di lavoro. Per questo, Trump ha già revocato la moratoria sulle miniere di carbone che si trovano sulle terre federali con la modifica del Clean Power Plan di Obama, che si prefiggeva di ridurre le emissioni di anidride carbonica da energia elettrica del 32 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.