Migranti in arrivo nella città della Baviera di Freilassing, in Germania (foto LaPresse)

Sui migranti i tedeschi voltano le spalle alla Merkel

Luca Gambardella
I sondaggi dicono che anche gli elettori della Cdu si oppongono all’accoglienza. E la cancelliera corre ai ripari in vista del voto di settembre: più controlli alle frontiere e respingimenti

Roma. “Possiamo farcela”, aveva annunciato la cancelliera tedesca Angela Merkel nell’estate del 2015, quando centinaia di migliaia di migranti avevano superato il confine tedesco e si affollavano nelle stazioni ferroviarie. A un anno di distanza, la politica della “porta aperta” intrapresa da Berlino è a un punto di svolta: dagli attentati terroristici dello scorso luglio, i controlli alle frontiere da parte della polizia tedesca si sono fatti più serrati e il numero dei respingimenti nelle ultime settimane è tornato a crescere. “La Germania sta mettendo sempre più in sicurezza la frontiera con la Svizzera e sta chiaramente prendendo le distanze dal suo atteggiamento iniziale e dall’accoglienza”. Ad ammetterlo è stato il ministro delle Finanze elvetico, Ueli Maurer, parlando al congresso del Partito popolare svizzero (SVP). Maurer ha confermato quanto ammesso anche dal ministero dell’Interno tedesco: Berlino ha adottato maggiori controlli per limitare l’afflusso di migranti irregolari. In Svizzera il controllo delle frontiere rientra nel portafoglio del ministero delle Finanze e Maurer, parlando ai sostenitori del partito di destra, ha spiegato per quale motivo Berna stia respingendo circa mille migranti al giorno provenienti da sud, dal confine con l’Italia. A Como sono ammassate circa 500 persone, accampate a ridosso della frontiera elvetica. Sono soprattutto africani che hanno attraversato il Mediterraneo e tentano di raggiungere l’Europa settentrionale. Sabato scorso alcune decine di loro avevano preso d’assalto un treno che attraversava il confine ed è dovuta intervenire la polizia in tenuta antisommossa. Secondo il ministro Maurer, la chiusura del confine meridionale con l’Italia è la diretta conseguenza di quella applicata dai tedeschi a nord: la Germania ha aggiunto altri 130 agenti di polizia al confine con la Svizzera e rispedisce in territorio elvetico sempre più migranti. Lo scorso anno la rotta balcanica aveva messo sotto pressione l’Austria e, ora che è stata chiusa, i migranti si riversano su quella mediterranea che però, all’altezza di Como e Ventimiglia, si interrompe.

 

Il tema della sicurezza resta in cima alla lista delle preoccupazioni di Merkel, che il prossimo 4 settembre sfiderà il partito anti immigrati di Alternative für Deutschland (AfD) nello stato federale di Mecklenburg-Vorpommern (l’11 seguirà il voto per il Comune di Berlino). In campagna elettorale la leader del movimento di estrema destra, Frauke Petry, ha puntato tutto sugli attentati di luglio, molti dei quali compiuti da immigrati di religione musulmana. La settimana scorsa, Petry ha detto che i tedeschi “non si sentono più al sicuro” dopo l’arrivo di circa un milione di immigrati nell’ultimo anno e che “devono essere messi in condizione di difendersi”, avallando così il diritto a usare le armi per l’autodifesa. Parole sferzanti, ben diverse da quelle usate dalla cancelliera mercoledì scorso, quando dalla città baltica di Ribnitz-Damgarten, poco interessata dall’afflusso dei migranti, aveva invece difeso la sua politica dell’accoglienza, negando l’esistenza di una relazione diretta tra il numero dei rifugiati e quello degli attacchi terroristici nel paese. “Abbiamo già detto chiaramente che un islam che vive e lavora rispettando la Costituzione è ben accetto in Germania”, aveva detto Merkel.

 

Ma i suoi toni concilianti si contrappongono al risentimento crescente nel suo stesso elettorato. Secondo un sondaggio commissionato dal quotidiano tedesco Deutsche Welle, il 51 per cento dei tedeschi ritiene che un flusso così alto di rifugiati possa sovraccaricare il sistema del welfare: la pensa così l’84 per cento degli elettori dell’AfD, ma soprattutto è d’accordo il 52 per cento dei sostenitori della Cdu, il partito della cancelliera. Gli elettori hanno manifestato una tendenza simile anche alla domanda “ci saranno più attacchi terroristici in Germania in seguito alla politica d’immigrazione del governo?”: in totale, il 59 per cento ha risposto favorevolmente. L’89 per cento di chi mette sotto accusa l’accoglienza è un elettore dell’AfD, ma, a preoccupare la Merkel in vista del voto, è quel 56 per cento di coloro che si professano sostenitori della Cdu e che smentisce le parole della cancelliera.

 

 

In alto, il grafico che mostra il giudizio dei tedeschi espresso sul peso che la politica dell'accoglienza avrà sul welfare nazionale. In basso, quello sulla relazione tra immigrazione e terrorismo.

 

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.