Turchia, Erdogan ad anniversario battaglia di Gallipoli (foto laPresse)

Erdogan all'attacco della Germania "nazista"

Redazione

Tra accuse e minacce continua la crisi diplomatica tra Turchia e Unione europea. Convocato l'ambasciatore tedesco ad Ankara. E si torna a parlare di pena capitale. Assist ai nazionalisti in vista del referendum

Roma. Rimane alta la tensione tra Turchia e Unione europea, dopo gli attacchi a Germania e Olanda della settimana scorsa. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è tornato ad attaccare la cancelliera tedesca Angela Merkel, accusata di adottare "misure naziste" contro i "concittadini e i ministri fratelli" che volevano tenere comizi in Germania. In un discorso da Istanbul trasmesso in tv, Erdogan ha accusato il governo tedesco di sostenere i terroristi, riferendosi al caso del giornalista turco-tedesco della Die Welt, Deniz Yucel, incarcerato in Turchia. Le autorità turche lo accusano di fare propaganda sia per il partito curdo Pkk che per il movimento di Fetullah Gülen, il predicatore in esilio che Erdogan indica come la mente del fallito colpo di stato dello scorso 15 luglio. "Grazie a Dio è stato arrestato e tu ci stai chiedendo indietro un terrorista", ha detto Erdogan a Merkel. Un portavoce della presidenza di Ankara, Ibrahim Kalin, ha annunciato anche l'intenzione dei ministri turchi di tenere in Germania altri comizi.
  

In una nuova escalation diplomatica, è stato anche convocato l'ambasciatore tedesco ad Ankara per protesta contro la manifestazione di 30.000 curdi che sabato a Francoforte ha sostenuto il No al referendum costituzionale voluto da Erdogan che si terrà il prossimo 16 aprile. Durante il corteo sono state sventolate bandiere del Pkk, il gruppo separatista che Turchia e Unione europea considerano illegale e che da quando ha lanciato la sua insurrezione nel 1984, ha provocato la morte di 40.000 persone. "La Germania ha messo il suo nome in nuovo scandalo", ha detto il portavoce Kalin. "Fa riflettere che la Germania, che riconosce il Pkk come gruppo terroristico, abbia permesso a presunti simpatizzanti del movimento di utilizzarne i simboli durante la marcia ed esporre manifesti del leader imprigionato Abdullah Öcalan", si legge in una nota del ministero turco, che ha condannato "l'atteggiamento non sincero della Germania".

  
Alti funzionari tedeschi hanno messo in dubbio la possibilità di adesione della Turchia all'Ue, che continua a rivendicare di essere trattata ingiustamente dai paesi dell'Europa occidentale. In un'intervista pubblicata dal settimanale di Amburgo, Der Spiegel, il ministro degli esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ha suggerito che il massimo che la Turchia possa sperare è raggiungere un giorno una "partnership privilegiata" con l'Unione europea. “Siamo stati molto chiari nel dire che possiamo sempre adottare, e che adotteremo in qualsiasi momento, le misure necessarie”, ha detto poi Gabriel, che precisa come “chi oltrepassa la linea non può dare per scontato di poter diffondere le sue politiche in questo Paese”. Venerdì scorso Erdogan aveva esortato i turchi che vivono in Europa a creare un “baby boom” in risposta alle "ingiustizie" occidentali: “Vivete in quartieri migliori. Comprate le auto migliori. Vivete nelle case migliori. Non fate tre figli, ma cinque. Perché voi siete il futuro dell’Europa. Questa sarà la migliore risposta all’ingiustizia che vi è stata fatta”. Una dichiarazione che ha indispettito i nazionalisti tedeschi, che ora chiedono di cancellare la doppia cittadinanza.

  

Anche sul ripristino della pena capitale, un passaggio che allontanerebbe definitivamente il paese dall’Europa, Erdogan non ha usato mezze misure – nel tentativo di accattivarsi il voto della componente nazionalista al referendum, per il quale ha ottenuto l’appoggio del partito dell’ultra destra Mhp: “Le famiglie dei martiri, gli eroi (del tentato golpe del 15 luglio, Ndr) non devono temere. Credo, se Dio lo vuole, che dopo il voto del 16 aprile il Parlamento farà tutto il necessario per rispondere alle vostre richieste di pena capitale”, ha detto il presidente turco in un discorso trasmesso dalla televisione dalla città di Canakkale. Per diventare legge, il disegno di legge necessita della firma del capo di Stato, ma “quando arriverà a me l’approverò senza esitare”, ha fatto sapere Erdogan. L’Unione europea ha più volte affermato che il ritorno alla pena di morte in Turchia porterà alla fine dei negoziati di adesione. Ma i ministri turchi e lo stesso Erdogan hanno risposto: “Quello che dice il mio popolo, quello che dice la legge, questo conta per noi”.