Mark Rutte (foto LaPresse)

Il muro olandese contro il partito della chiusura. Rutte archivia Wilders

Redazione

Il partito liberale del VVD vince le elezioni conquistando 33 seggi e guarda al centro per costruire un'alleanza per governare. Battuto nettamente il partito populista. Affluenza dell'81 per cento

[Articolo aggiornato alle 07:00] Il partito liberal democratico VVD guidato dal premier uscente Mark Rutte ha vinto le elezioni nei Paesi Bassi. Sebbene i dati non siano ancora definitivi, il partito di centro destra, a oltre il 90 per cento di seggi scrutinati, avrebbe conquistato il 21,2 per cento dei voti, ossia 33 seggi sui 150 della Camera Bassa degli Stati Generali d'Olanda. Un passo indietro rispetto ai 41 che aveva conquistato alle ultime elezioni, ma abbastanza per tenere a debita distanza il partito populisti anti-Ue di Geert Wilders (PVV), che non sarebbe andato oltre alla conquista di 19 seggi, gli stessi che avrebbe conquistato i democristiani (CDA), con cui con ogni probabilità Rutte cercherà un'intesa per la formazione del governo, e uno in più dei liberali di sinistra (D66).

 

"Riceviamo questo messaggio da tutta Europa: l'Olanda ha detto no al populismo", ha commentato Rutte, sottolineando come "il nostro messaggio ai Paesi Bassi ha funzionato. Vogliamo continuare a mantenere il paese sicuro e stabile nei prossimi due anni".

 

Dei ventotto partiti in lizza per il Parlamento l'incremento maggiore dall'ultima tornata elettorale l'ha avuta il partito dei verdi del GroenLinks, che sono passati dal 2,3 per cento del 2012 al 9 per cento, ottenendo 10 seggi in più. Per la prima volta entrano, in un parlamento di un Paese europeo, 3 rappresentanti di un partito antirazzista, in questo caso il Denk, con
il 2,1 per cento conquistato. Crolla invece il partito laburista: "Un colpo durissimo, un graffio sulla nostra anima" ha commentato Sharon Dijksma, a capo della campagna laburista. "È veramente troppo presto per dire qualcosa. Evidentemente non siamo stati capaci di convincere gli elettori con le nostre politiche sociali ed i nostri programmi".

 

Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, si è già congratulato al telefono con il primo ministro olandese per la sua "chiara vittoria", riferisce il portavoce Margaritis Schinas. Per Juncker, "un voto per l'Europa" è "un voto contro gli estremisti". E i responsabili della campagna elettorale di Rutte sostengono che gli elettori "ci hanno dato ancora fiducia". Anche il premier italiano Paolo Gentiloni ha espresso le sue congratulazioni a Rutte, insieme ai maggiori capi di stato e ai leader delle istituzioni europee.



Nella sua prima reazione su Twitter Geert Wilders ringrazia i suoi elettori ma non ammette lo smacco: "Grazie agli elettori del Pvv! Abbiamo guadagnato seggi, il primo obiettivo è raggiunto. E Rutte non mi ha fatto fuori".



 

I seggi in Olanda si sono chiusi alle 21 e il primo dato importante è la forte affluenza alle urne: 81 per cento. Alle 15.45 aveva votato il 43 per cento degli aventi diritto, contro il 37 per cento del 2012, secondo quanto riferito dall'istituto di rilevamento Ipsos.

  

Con il sistema proporzionale olandese (che ha una bassissima soglia di sbarramento) si prospetta una grande coalizione a sostegno di un nuovo governo Rutte. Stando agli exit poll i due partiti liberali (50 seggi totali) potrebbero allearsi coi democristiani (19) e raggiungere la maggioranza di 76 unendosi ai laburisti oppure i verdi, che hanno quadruplicato i propri seggi ma che sono piuttosto lontani ideologicamente dal gruppo del premier uscente.

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