Sfollati in un campo di Hammam al Alil, vicino Mosul (foto LaPresse)

Sul fronte di Mosul

Nell'ex fortino jihadista si capisce che cosa accadrà quando l'Isis sarà battuto

Daniele Raineri

Hammam al Alil era un feudo dello Stato islamico, ora c’è una lunga fossa comune. L’ombra sui sopravvissuti

Mosul, dal nostro inviato. Pochi chilometri a sud della battaglia di Mosul c’è una cittadina che si chiama Hammam al Alil che fa da retrovia e quello che succede lì spiega cosa potrebbe succedere quando lo Stato islamico sarà sconfitto – s’intende sconfitto in questa sua incarnazione di governo, non ancora come organizzazione clandestina. In questi giorni siamo nel pieno dell’offensiva e un’ondata di militari, polizia federale e volontari sciiti ingolfa le strade di Hammam al Alil che portano al fronte. Ci sono anche presenze straniere: i soldati americani della 82esima Airborne e – a guardare bene – pochissimi elementi delle Forze speciali italiane embedded come consiglieri militari ma senza divise. Alle porte della cittadina ci sono checkpoint che controllano le auto e in centro i ristoranti che affacciano sulla strada principale vendono spiedini, pomodori alla brace e tè ai soldati. Questo posto fino a novembre è stato uno dei centri più forti dello Stato islamico. Era famoso per i bagni termali, ma a poca distanza da quelli il gruppo estremista ha ucciso più di duecento persone prima di ritirarsi, e le ha interrate in una lunga fossa comune. Lo ha fatto con metodo scientifico e ha eliminato ex poliziotti, ex militari, ex dipendenti del governo e le loro famiglie – tutta gente che avrebbe potuto formare la società civile del dopo Stato islamico. E’ praticamente certo che l’Isis abbia girato un video della strage, ma non lo ha messo su internet per imperscrutabili ragioni politiche che talvolta prevalgono.

 

  

Ora, sebbene nelle sue strade si respiri un’aria di normalità, si sa che tutti gli abitanti di Hammam al Alil sono in qualche modo dei sopravvissuti alle purghe finali dei baghdadisti in ritirata e questo getta su di loro un’ombra: perché sono stati risparmiati? La risposta la dà il capo della polizia locale, Yassin al Jubouri (al Jubouri è uno dei clan più potenti, che ha anche dato parecchi leader allo Stato islamico) sopravvissuto a un attentato nel 2014, quando lo Stato islamico dilagò e si prese tutta la regione. Sei mesi prima dell’invasione di Mosul, mandò quattro dispacci alle autorità centrali di Baghdad per spiegare in anticipo cosa stava per succedere. Grazie alla rete locale di informatori e alla contiguità passata con alcuni dei suoi leader – uno era un suo amico fin dai tempi delle elementari, prima di diventare una minaccia mortale – il capo della polizia sapeva che lo Stato islamico si stava preparando alla conquista della regione e a un’escalation militare senza precedenti che avrebbe fatto collassare le difese militari e la debole presenza del governo centrale al nord. Non fu ascoltato, come molti altri che avevano indovinato il disegno di Abu Bakr al Baghdadi. Hammam al Alil era uno dei perni di questa campagna d’occupazione islamista. Il giorno in cui al Jubouri perse un occhio per colpa di un attentato dello Stato islamico, ricevette in ospedale una telefonata dall’ex compagno di scuola che lo informava: il gruppo stava prendendo la città e requisiva casa sua come bottino di guerra. Il luogo passava di mano – e cambiava faccia. Al Jubouri spiega che un uomo che era ritenuto un perdigiorno, ciondolava nelle strade di Hammam al Alil ed era considerato poco più che un idiota, è poi comparso in un video dello Stato islamico presentato come un capo degli affari religiosi mentre indottrina una classe di seguaci.

 

Passate le sette e mezza di sera, le strade che erano piene di venditori, di folla e illuminate dalle luci dei ristoranti diventano buie e deserte, e non è un modo di dire. Si può guidare per chilometri senza incontrare una singola persona. Neppure le finestre sono illuminate, Hammam al Alil è come se fosse disabitata. Girano grossi cani randagi. Cosa succede dietro le porte di una città dove lo scemo locale poi si rivela essere un leader terrorista? Cosa accadrà un giorno, quando dopo la fine della battaglia di Mosul questo eccezionale spiegamento di forze di sicurezza verrà meno, per la semplice ragione che non può essere mantenuto per sempre?

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)