Benjamin Netanyahu (foto LaPresse)

Netanyahu, "pazzo e Führer"

Redazione

I tabloid tedeschi accostano il premier d'Israele alla Corea del nord

Cosa hanno in comune Assad, Putin, Khamenei, Duterte, Mugabe, Kim Jong-un e Netanyahu? In un mondo normale, niente. Il primo è il dittatore siriano che usa il gas sulla propria popolazione. Il secondo è l’autocrate russo. Il terzo è l’ayatollah iraniano. Il quarto è il presidente delle Filippine fuori di testa. Il quinto è il satrapo africano che affama e ruba. Il sesto è il dio in terra nordcoreano che tiene in schiavitù il suo popolo. Il settimo è il premier eletto di una democrazia che svetta nelle classifiche delle società aperte per separazione dei poteri, libertà di stampa e qualità della vita.

 

Però ad aprire due tabloid di Amburgo e Berlino può capitare di veder inserito Netanyahu fra i “sette dittatori più folli del mondo”. Il titolo ha usato anche la parola “Führer” per etichettare Netanyahu: un termine riservato ad Adolf Hitler, non al premier dello stato ebraico, l’erede dei sei milioni di ebrei uccisi dai tedeschi. L’Hamburger Morgenpost e il Berliner Kurier, facenti parte della stessa casa editrice, hanno pubblicato un articolo e una infografica con i volti dei sette. Non parliamo di due fogli clandestini. Il Morgenpost ha una tiratura giornaliera di circa 73 mila copie nella città settentrionale di Amburgo. Il sionismo, per alcuni orrendi giornalisti occidentali, è uguale al Gulag nordcoreano, alle carestie agricole nello Zimbabwe, alle forche della Rivoluzione islamica iraniana, alle esecuzioni di massa nelle Filippine. L’ambasciata israeliana a Berlino ha detto al Jerusalem Post: “Il fatto che il primo ministro eletto di una democrazia occidentale – che sta lottando per la sua vita fin da quando è stata fondata – sia collocato nella stessa categoria di alcune delle peggiori dittature del mondo, testimonia più di qualsiasi altra cosa qualcosa che doveva essere scomparso dal mondo molto tempo fa: l’antisemitismo”.