La Francia delle inchieste
Fillon indagato, Macron in un miniscandalo. I rischi per l'establishment
François Fillon è da martedì formalmente indagato per malversazione di fondi pubblici, deve incontrare i giudici e chiarire quel che è accaduto relativamente agli stipendi parlamentari elargiti alla moglie e a due figli. Il candidato della destra francese all’Eliseo ha deciso di resistere a quello che definisce “un attacco mediatico-giudiziario”, ma la sua campagna si fa ogni giorno più fragile, mentre i media continuano a rimandare i video in cui Fillon dichiarava che in caso di indagine si sarebbe dimesso e quello in cui riferendosi ai guai giudiziari di Sarkozy dichiarava: “Ve lo immaginate voi De Gaulle indagato?”.
Poi martedì anche Emmanuel Macron, leader di En Marche! che s’è in parte avvantaggiato dell’implosione della candidatura di Fillon, è finito dentro a un miniscandalo, un’inchiesta preliminare riguardo a un viaggio a Los Angeles che Macron fece quando era ministro dell’Economia. L’accusa per ora è quella di favoritismo e non riguarda Macron – il suo ex coinquilino al ministero dell’Economia Sapin, che non lo ha mai amato, aveva già detto: Macron non c’entra nulla – quanto l’organizzazione che si occupa del rilancio delle imprese francesi nel mondo, Business France, che avrebbe organizzato un evento in Nevada affidandosi al gigante Havas senza fare un’asta e spendendo – così ha scritto Le Canard Enchaîné – 381.759 euro “per alloggi di lusso riservati a cifre d’oro”. Macron non c’entra molto con l’inchiesta, ma il punto politico è un altro: nello scontro tra élite e popolo, tra sistema e anti sistema – questa è la sfida con Marine Le Pen, ma anche più in generale nel mondo – ogni riferimento a lussi o malversazioni, crimini o no, rischia di indebolire ulteriormente un establishment che non se la passa benissimo.
la sconfitta del dittatore