Parigi, Benoît Hamon in un dibattito televisivo per le primarie presidenziali della sinistra (foto laPresse)

Quella sinistra che flirta con i salafiti

Redazione

Nello scontro Hamon-Valls due opposte visioni su islam e laicità

Manuel Valls e Benoît Hamon, in vista del voto di domenica che incoronerà il candidato socialista all’Eliseo, si dividono sull’islam. L’ex premier ha accusato Hamon di “ambiguità” sulla laicità e i rapporti con l’islam. Valls commentava un filmato in cui Hamon minimizzava il fenomeno dei caffè nella banlieue di Parigi in cui le donne non vengono fatte entrare. Un ministro del governo, citato da Libération, ha parlato di Hamon come del “candidato dei Fratelli musulmani”. Il Figaro scrive di due modelli opposti di società, mentre Eric Zemmour definisce Hamon “il beniamino delle banlieue”. “La laicità non è una spada, è uno scudo e ciò che ci unisce”, ha detto Hamon. Valls non potrebbe essere meno d’accordo. Per lui e una parte, forse minoritaria, della gauche, la laicità è proprio un artiglio per tenere unita la Repubblica e che deve imporre i valori illuministici. “Nei caffè operai non c’erano donne”, ha risposto Hamon, quasi a giustificare l’imposizione della sharia nelle strade francesi. “Non ci può essere alcun compromesso con il comunitarismo”, ha detto Valls. Hamon si oppone: “Dietro questa parola, comunitarismo, c’è la volontà di dire che l’islam è incompatibile con la Repubblica”. “Che cosa è questa idea che i capelli, il volto di una donna sarebbe immorale?”, ha chiesto Valls sulla questione del velo. Hamon, invece, vede il niqab, il velo integrale, come un simbolo di una “differenza” da rispettare in ogni caso, anche quando è coercizione. In gioco, al di là delle primarie socialiste, c’è soprattutto il futuro della Francia. Se riuscirà a modernizzare l’islam o se verrà essa stessa islamizzata.