La degenerazione anti élite

Redazione

Perché contrapporre popolo e oligarchia ha perso ormai di senso

L’intera storia americana può essere rappresentata come un ciclo lungo duecentocinquant’anni di rivolte del popolo contro un’élite. I Padri fondatori denunciarono già nella Dichiarazione d’indipendenza “abusi e usurpazioni” inflitti dall’arrogante re britannico sui comuni cittadini americani. Andrew Jackson e i suoi si ribellarono contro le pretese aristocratiche dei Padri fondatori. I “lavoratori liberi” degli stati del nord entrarono nella Guerra civile contro la “slavocrazia” del sud. Alla fine dell’Ottocento le rivolte populiste si abbatterono contro i “robber barons”, e così via. Lo ha spiegato sul magazine del New York Times Beverly Gage, professoressa dell’università elitaria di Yale, per mostrare come la retorica anti elitaria di Trump e del populismo odierno sia tutt’altro che un prodotto nuovo. Il problema, scrive Gage, è che se l’antielitarismo è sempre stato una questione di alto vs basso, aristocrazia vs popolo, adesso è diventato un argomento di lotta politica, e come tale è stato snaturato.

Gage, che scrive sul liberal New York Times, parla dell’antielitismo come di una forza imbracciata soprattutto dal populismo di destra, ma è facile ricordare il gran numero di populismi sinistrorsi che fanno dell’antielitismo cieco la loro bandiera. E’ così che la parola “élite”, almeno come sostantivo, è diventata “uno dei peggiori epiteti della politica americana”, un modo per criticare senza costrutto “quelli che pensano di sapere tutto” (copyright Sarah Palin) e metterli in contrasto con il popolo onesto e lavoratore, additando l’avversario politico del momento di elitismo. In questo modo l’accusa perde di significato, e non hanno più senso né le lotte antielitarie, a volte nobili, né i movimenti elitari, spesso meritevoli. La testimonianza più cogente della degenerazione dell’antielitismo la diede l’ex ministro britannico Michael Gove al tempo dei dibattiti sulla Brexit, quando disse che gli inglesi “ne hanno avuto abbastanza degli esperti”. In Italia, le accuse grilline contro la “casta” ormai sono un evergreen valido per ogni categoria sgradita. Il risultato più plateale è quello di Donald Trump, la cui campagna tutta basata sulle accuse contro le élite ha portato un membro dell’élite al governo e alla nomina di uno degli esecutivi più elitari della storia americana.

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