La "Marche" di Macron verso le presidenziali parte con il pienone

Mauro Zanon

“Il nostro progetto è quello di far entrare la Francia nel Ventunesimo secolo", ha detto l'ex ministro dell'Economia francese. Il programma per snellire la burocrazia transalpina e la sfida a Valls

Parigi. Erano attese 10mila persone. Ne sono arrivate 5mila in più, costringendo l’organizzazione ad aprire una sala supplementare e ad aggiungere un maxi schermo per garantire a tutti l’accesso alla manifestazione. Al primo meeting da candidato alle presidenziali francesi, Emmanuel Macron, leader del movimento politico En Marche!, “fa il pieno”, come scrive Libération, davanti a una platea elettrizzata, con molti giovani accorsi a Porte de Versailles, a sud di Parigi, in un sabato pomeriggio accarezzato da temperature quasi primaverili. Non poteva aspettarsi un’accoglienza migliore l’ex ministro dell’Economia, chiamato a dar prova di una dimostrazione di forza, ora che le primarie di sinistra si avvicinano, e dopo che i riflettori, durante tutta la settimana, erano stati puntati sull’ex primo ministro socialista, Manuel Valls, anch’egli candidato alle presidenziali.

“Il nostro progetto è quello di far entrare la Francia nel Ventunesimo secolo, di far vincere il nostro paese, di garantire il suo successo in un mondo che si trasforma”, ha affermato Macron all’inizio del suo discorso, dopo un’entrata da rockstar, preceduta dalla passerella dei suoi primi sostenitori (su tutti: Renaud Dutreil, ex ministro per le Pmi nel secondo mandato di Chirac, e Richard Ferrand, segretario generale di En Marche!). “Sono il candidato del lavoro, perché voglio essere il candidato della giustizia”, ha detto il fondatore di En Marche!, prima di aggiungere che la battaglia più importante è quella dell’“investimento produttivo” e del “lavoro”.

Erano più di 300 i giovanissimi “marcheurs” che si muovevano da un lato all’altro del Parc des Expositions distribuendo bottigliette d’acqua e intervistando i presenti con telecamerine di ultima generazione, mentre il loro beniamino continuava a raccogliere applausi dal pulpito firmato con l’hashtag #RévolutionEnMarche!. “Quelli che parlavano di una avventura solitaria sono stati smentiti!”, si è entusiasmato Macron, “noi non abbiamo paura” e ora “andate ovunque a diffondere il nostro programma”.

Il meeting di ieri è stato anche il primo dove il leader di En Marche! ha disvelato nel dettaglio una parte del suo progetto politico per “riconciliare libertà e progresso”. Un progetto che ha quattro parole chiave: semplificazione, decentralizzazione, liberazione (delle energie, dei territori, del lavoro, del dialogo sociale) e protezione. L’amministazione pubblica francese, elefantiaca e sprecona, va assolutamente snellita e innovata, ma non, secondo Macron, con i piani “lacrime e sangue” di François Fillon, candidato liberal-conservatore dei Républicains. Bisogna “liberare” ma anche “proteggere”, ha dichiarato il liberale di Amiens, “per riconciliare il nostro paese con il gusto del rischio”, far emergere le energie nascoste, rompere i blocchi che ingessano la società, ma senza brutalità.

Dopo essersi pronunciato a favore di una maggiore autonomia delle università, degli istituti scolastici e degli ospedali, Macron ha elencato i suoi tre “scudi”: quello securitario, sociale e europeo. In materia di sicurezza ha promesso “10.000 posti di lavoro per poliziotti e gendarmi”, di reinventare una “polizia di prossimità” e ricostruire “un’intelligence territoriale”; in materia sociale, ha voluto ribadire la sua distanza da Fillon, precisando che la durata legale dell’orario di lavoro resterà a 35 ore, che le misure prioritarie riguardano il rilancio della competitività delle imprese e l’abbassamento del costo del lavoro, e che il sistema della formazione “va riformato da cima a fondo”; sul tema dell’Europa, infine, Macron ha tuonato contro chi continua a indicarla come causa di tutti i mali, perché “l’Europa è la nostra migliore protezione, dinanzi alla concorrenza sleale di cinesi e indiani (...) la nostra identità, il nostro sogno”.

Nelle prossime settimane, secondo quanto confermato al Foglio dal suo entourage, Macron annuncerà le sue proposte in materia di difesa e sicurezza, poi verrà il turno delle questioni di società, che saranno presentate durante un grande meeting in provincia, a metà gennaio. Sventolavano tante bandiere francesi, ma anche europee, ieri al secondo grande meeting parigino dopo il raduno alla Mutualité di inizio luglio. Nella loggia Vip c’erano molte figure di peso della hollandia, come l’avvocato Jean-Pierre Mignard, e l’ex direttore di gabinetto di Michel Rochard quando era primo ministro, Jean-Paul Huchon. Ma a Porte de Versailles, c’erano soprattutto un grande entusiasmo e la forza dei numeri, 15mila, che confermano una tendenza favorevole a Macron come unico candidato in grado di portare la gauche al secondo turno. Soltanto una settimana fa, la Belle Alliance Populaire, organizzata al Paris Event Center dal Partito socalista e affini, ha radunato poco più di 2mila persone. Valls, durante il suo primo meeting di campagna, a Audincourt, ne ha attratte a malapena 350.

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