Donald Trump e Barack Obama, dopo l'incontro alla Casa Bianca (foto via Twitter)

Trump è già presidenziale. Ecco cosa si sono detti The Donald e Obama

Redazione
"Faremo di tutto per aiutarla", dice il Presidente uscente dopo un incontro di novanta minuti con il neo eletto, che segna l'inizio della transizione fra le due presidenze fino all'insediamento il 20 gennaio. Ora si aspettano i nomi dell'Amministrazione.

"Faremo di tutto per aiutarla e per farla sentire il benvenuto". Lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama rivolto al neoeletto Donald Trump, davanti ai giornalisti, al termine del loro primo incontro alla Casa Bianca. "Trump vuole lavorare con il mio team sui tanti temi che questo grande paese deve affrontare e credo che sia importante per tutti noi, a prescindere dal partito e dalle preferenze politiche, riunirci e lavorare insieme per affrontare le sfide che abbiamo davanti”, ha spiegato Obama. "Allo stesso tempo - ha aggiunto - Michelle ha avuto la possibilità di accogliere la prossima First Lady". Il faccia a faccia è durato un'ora e mezza, ha riferito lo stesso Trump: "Poteva andare oltre, abbiamo parlato di tante situazioni alcune positive, altre più difficili, e non vedo l'ora di avere altre conversazioni".

 

Il presidente uscente ha ricevuto giovedì il neo eletto Trump, "per aggiornarlo sui piani per la transizione ai quali il suo team ha lavorato per quasi un anno". L'incontro, annunciato da Obama subito dopo la vittoria del tycoon, segna l'inizio del processo di transizione fra le due presidenze che durerà fino all'insediamento di Trump il 20 gennaio. Se l'attenzione di tutti andrà in primo luogo ai nomi che sceglierà Trump per gli incarichi di rilievo della sua amministrazione, il processo di transizione per diventare il presidente della prima potenza mondiale va ben oltre ed è scandito da una serie di consuetudini, che riguardano anche i dettagli più pratici e minuti.

 

Assistito dal suo team, che è guidato dal governatore del New Jersey Chris Christie, il magnate del real estate dovrà prepararsi a individuare i nomi per riempire almeno 4mila posti di nomina politica, mille dei quali avranno bisogno dell'approvazione del Senato. Secondo l'organizzazione no profit Center for Presidential Transition (CPT), che ha già lavorato con i team di entrambi i candidati a questa corsa presidenziale, l'ideale è che entro Thanksgiving (il 24 novembre) Trump abbia già scelto i principali 50 nomi, con i membri del gabinetto e il suo capo dello staff. 

 

Entro la fine di dicembre vanno inoltre inviati al Senato i nomi da confermare, in modo da sveltire i tempi. Malgrado la maggioranza repubblicana in tutte e due le Camere, Trump dovrà stabilire un buon rapporto con il Congresso per garantire l'approvazione delle nomine e il sostegno alle prime misure che vorrà prendere da presidente. In questo potranno essere d'aiuto le buone relazioni coltivate dal suo vice, Mike Pence.

 

Come futuro comandante in capo delle Forze Armate, Trump dovrà anche prendere confidenza con i principali dossier di politica estera e sicurezza. Durante la campagna elettorale, come è d'uso, i candidati hanno ricevuto dei briefing dei servizi, ma ora questi saranno giornalieri e molto più approfonditi.

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