Il premier ungherese Viktor Orbán (foto LaPresse)

Anche il Parlamento dice no a Orban sulle quote dei migranti

Redazione
Dopo l'insuccesso al referendum del mese scorso non passa nemmeno la proposta di legge che rigettava lo schema di accoglienza dell'Ue.

Dopo il mancato quorum al referendum dello scorso 2 ottobre, il premier ungherese Viktor Orbán non è riuscito a ottenere nemmeno il via libera del Parlamento alla proposta di rifiutare la politica europea sulla ricollocazione dei migranti tra i paesi Ue. Il suo partito, Fidesz, non è riuscito a ottenere i voti necessari in Aula, dove era richiesta una maggioranza dei due terzi. L'obiettivo, quello di rigettare il piano dell'Ue di ricollocazione di 1.294 migranti nel paese, è fallito di poco e alla conta finale mancavano due soli voti per l'approvazione della legge costituzionale.

 

A sorpresa, il partito anti immigrazione ungherese, Jobbik, ha deciso di negare il suo consenso alla proposta. Il movimento di estrema destra intendeva piuttosto bandire l'ingresso nel paese a tutti i migranti, non solo a quelli previsti sotto lo schema delle quote. Jobbik, inoltre, propone la concessione della residenza ungherese sulla base del modello cash-for-residency (contanti in cambio di residenza) permettendo solo ai più ricchi di ottenerla con l'acquisto di bond statali per 300 mila euro.

 

Orbán aveva però rifiutato una proposta così estrema. Il premier aveva sottoposto la questione delle quote al Parlamento dopo che lo scorso 2 ottobre il 98 per cento dei votanti aveva rigettato lo schema previsto dall’Ue. Tuttavia il governo, che aveva proposto la consultazione, non era riuscito a raggiungere il quorum richiesto.