Ayaan Hirsi Ali

La sinistra regressiva che fa liste stile Isis

Redazione
Due musulmani riformatori, Hirsi Ali e Nawaz, inclusi nell’indice liberal

Quando all’inizio di questa settimana, il Southern Poverty Law Center ha pubblicato una lista di quindici “estremisti antislamici”, molti dei nomi presenti non sono stati affatto una sorpresa. C’erano Pamela Geller, la blogger che ha guidato la battaglia contro la moschea a Ground Zero, e Frank Gaffney. Poi però scorrendo la lista saltavano agli occhi due nomi. Il primo è quello di Ayaan Hirsi Ali, truthteller dell’islam radicale e lei stessa musulmana di origini somale. L’altro nome è quello di Maajid Nawaz, un attivista britannico che ha fondato la Fondazione Quilliam, una stella in tanti ambienti antiterrorismo, un ex estremista islamico che ha trascorso quattro anni in una prigione egiziana, che ha cambiato idea e ora sostiene una visione pluralista e pacifica dell’islam e che denuncia l’ideologia islamista. Nawaz in questa veste ha consigliato tre primi ministri inglesi come Tony Blair, Gordon Brown e David Cameron. Come è possibile che in una lista nera di “estremisti antislamici” ci finiscano anche due rappresentanti dell’islam veramente moderato? C’è che nella loro foga censoria, i liberal e le organizzazioni per i diritti civili finiscano per punire qualsiasi critica.

 

Il Southern Poverty Law Center è stato fondato nel 1971 per combattere a favore dei diritti civili e di altre buone cause. I suoi obiettivi principali erano il Ku Klux Klan e altre organizzazioni razziste. Fin qui tutto bene. Ma una volta che hanno raggiunto il loro obiettivo, essi hanno continuato. E annebbiati nella vista, questi gruppi sono arrivati a prendersela anche con Nawaz, reo di aver collaborato con la polizia britannica. Sembra che il Southern Poverty Law Center abbia così deciso di trasformarsi da un’organizzazione antirazzista in una razzista. “Io sono un riformatore musulmano marrone e liberal, sono sopravvissuto al razzismo neonazista e ho servito nella ex Guerra al terrore come prigioniero politico in Egitto, testimoniando la tortura”. Così, in un articolo per il Daily Beast, Maajid Nawaz ha reagito all’indice progressista. “La sinistra regressiva è ora nel business di emettere fatwe contro i riformatori musulmani”. Non esiste un “buon modo” per compilare simili liste. I jihadisti in Bangladesh hanno il loro elenco da cui hanno espunto molti nomi di blogger. Nel 2013 un elenco simile includeva il giornalista danese Lars Hedegaard. In seguito è stato sottoposto a un tentativo di assassinio di fronte la sua casa. Proviamo a immaginare come ex musulmani come Ayaan Hirsi Ali debbano sentirsi per essere inclusi nella lista di “estremisti antimusulmani”. Il suo amico Theo van Gogh è stato assassinato per le strade di Amsterdam nel 2004. E allora ci fu un altro elenco appuntato al cadavere di Theo con un coltello. Indovinate quale nome c’era scritto?

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