Sergio mattarella durante una visita allo Yad Vashem Holocaust Memorial Museum di Gerusalemme (foto LaPresse)

Mattarella va in Israele e prova a cancellare i danni causati dal voto all'Unesco

Redazione

Il presidente della Repubblica rinnova la solidarietà a Gerusalemme: "L'Italia sarà costantemente dalla parte di Israele ogni qualvolta il suo diritto e dovere di esistere verrà minacciato o messo in dubbio".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato lunedì il suo omologo israeliano Reuven Rivlin a Gerusalemme. Al centro dei colloqui i rapporti bilaterali, la lotta al terrorismo, il processo di pace israelo-palestinese e il ruolo che rivestono i paesi democratici nella promozione della pace a livello internazionale. "Israele, con la sua vitale democrazia, costituisce un modello per tutta la regione", ha ricordato Mattarella. Per questa ragione "l'Italia sarà costantemente dalla parte di Israele ogni qualvolta il suo diritto e dovere di esistere verrà minacciato o messo in dubbio".

 

Guardando al futuro delle relazioni tra Gerusalemme e Roma, Mattarella ha detto che bisogna occuparsene "con la stessa, se non maggiore, ambizione e determinazione” e sulla lotta al terrorismo, il presidente della Repubblica, ha dichiarato che “costituisce oggi uno dei punti prioritari dell'agenda della comunità internazionale” e “continueremo attivamente a contrastare ogni incitamento alla violenza, da qualunque parte provenga”. A proposito del decennale conflitto nell’area, Mattarella si è detto preoccupato che “l'assenza di un orizzonte politico credibile per la ripresa dei negoziati” possa mettere “seriamente in pericolo le stesse prospettive della soluzione di due stati per due popoli": lo stallo negoziale attuale rischia di condurre a nuove e impreviste ondate di radicalizzazione, proprio in un momento storico in cui nella regione mediorientale si assiste ad una preoccupante crescita delle "lacerazioni etniche e religiose".

 

Il capo dello Stato potrebbe affrontare nei prossimi incontri anche il tema legato alla recente risoluzione dell'Unesco, che nega i legami del Monte del Tempio con l'ebraismo. Lo scorso 21 ottobre il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Emmanuel Nachshon, si è congratulato caldamente con il governo italiano e con il premier Matteo Renzi per il suo significativo commento in merito alla risoluzione: Nachshon ha auspicato che l'Italia guidi l'iniziativa di altri paesi europei, ma non solo, per rivalutare la posizione assunta nel Consiglio dell'Unesco.