Un uomo in abiti islamici a Montmartre (foto Francisco Osorio via Flickr)

Il totalitarismo islamista che vuole conquistare l'occidente. Parla Del Valle

Mauro Zanon
“Non e’ la russia il vero nemico da combattere”, dice il saggista francese, che fu il bersaglio unico dei giornali progressisti e dei discepoli del politicamente corretto.

Parigi. E’ il 12 maggio del 2002, Jacques Chirac è stato appena rieletto presente della Repubblica, Jean-Pierre Raffarin ha sostituito Lionel Jospin a Matignon, la vague noire di Jean-Marie Le Pen è stata respinta, e il Monde in prima pagina pubblica questo articolo: “Les dangers de l’islamophobie”. E’ soltanto l’inizio di una lunga serie di interventi allarmati sul nuovo peccato capitale del post 11 settembre, l’islamofobia, il grande ricatto del pensiero imposto dai discepoli del politicamente corretto per imbavagliare chi guarda in faccia la realtà dell’islamizzazione strisciante, e la denuncia provando a risvegliare le troppe coscienze assopite. Come Alexandre Del Valle, saggista controcorrente e fine geopolitologo francese, che fu il bersaglio unico di quella reductio ad hitlerum che è diventata oggi metodo diffuso nei fogli che pensano bene. “Del Valle l’islamophobe”, gridava la Parigi progressista, oltre ad accusarlo di frequentare gli infrequentabili milieu della destra cattolica e sovranista, “Je suis un homme libre”, rispondeva lui a tono.

 



Alexandre Del Valle (foto YouTube)


 

Non aveva apprezzato, il quotidiano della sinistra chic parigina, che nel saggio “Le totalitarisme islamiste à l’assaut de démocraties”, Del Valle denunciasse il processo di colonizzazione islamista in atto nelle nostre democrazie, favorito dal pol. corr. delle élite occidentali e la retorica vittimista di numerose associazioni islamiche. E non apprezzerà neppure la sua ultima opera, “Les vrais ennemis de l’occident” (L’Artilleur), nella quale Del Valle affronta il progetto di espansione planetaria dei poli dell’islamismo radicale, Arabia Saudita, Qatar, Kuweit, Pakistan, Oci e Fratelli musulmani, che in nome della “difesa della religione” puntano a minare i valori delle nostre società laiche e liberali dall’interno.

 

“Sono stato il primo a parlare di totalitarismo islamista. E’ un progetto di conquista del mondo attraverso il terrore e in nome di un’ideologia unica, di un monismo, come dice Karl Popper. Bisogna designarlo con il proprio nome: si tratta di un totalitarismo di tipo islamista”, dice al Foglio Del Valle. “Nel mio libro, dico che abbiamo sbagliato a designare la Russia come Nemico supremo, perché ci ha impedito di vedere il vero nemico da combattere, che è il terrorismo islamista. L’islamizzazione, finanziata a suon di miliardi dall’Arabia Saudita e dal Qatar, è un progetto che ha come obiettivo la sottomissione dell’umanità a norme giuridiche e teocratiche che sono opposte a quelle delle nostre società aperte, laiche e individualiste, dove la libertà di pensiero e la separazione della sfera politica da quella religiosa sono i due pilastri centrali. Gli islamisti sfruttano la nostra tolleranza per imporre l’intolleranza”, spiega Del Valle. L’essere “prigionieri economicamente dei poli dell’islamismo radicale”, dei paesi del Golfo in primis, è sicuramente il principale problema, dice l’autore, e se l’occidente vuole respingere l’offensiva islamista, favorendo l’integrazione dei musulmani che rispettano i suoi valori, dovrà anzitutto rivedere le sue alleanze sul piano geopolitico, nonché le sue visioni strategiche.

 

Ma oltre a ciò, soprattutto in Francia dove il processo di islamizzazione è già in fase avanzata in alcune zone, vanno prese delle misure drastiche anche all’interno dei confini nazionali. “Applicare puntualmente la legge contro chi predica l’odio contro i cristiani e gli ebrei, contro chi predica a favore della sottomissione della donna e dell’uccisione degli infedeli, sarebbe già un grande passo visto che non viene sempre applicata. L’altra soluzione, che assieme a Rachid Kaci, ex membro dell’Ump (destra neogollista), siamo stati i primi a proporre quasi venti anni fa, è l’introduzione di una carta da far firmare a tutte le associazioni islamiche e alle moschee di Francia, una carta non negoziabile, di compatibilità con la legge francese. Chi non la firma deve essere immediatamente cancellato dal registro del Consiglio francese del culto musulmano”, dice Del Valle.

 

E ancora: “C’è una parte della popolazione musulmana, in Francia, che è secessionista, che vuole creare una controsocietà. Dobbiamo impedire che questo fenomeno si espanda, e per farlo va anzitutto impedito ai paesi antioccidentali che predicano l’islamismo radicale, come l’Arabia Saudita e la Turchia, di finanziare le moschee. L’islamizzazione, che è il vero nemico dell’occidente, continua ad avanzare, perché siamo stati accecati dal nemico sbagliato, quello russo. Prima di esportare i nostri valori altrove, dobbiamo difenderli a casa nostra”.