Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (foto LaPresse)

"Dall'Ungheria nessuna lezione", la replica di Gentiloni a Budapest su bilancio e migranti

Redazione

Il ministro degli Esteri ungherese accusa l'Italia di violare le norme Ue sui conti pubblici. "Siete voi a infrangere le regole sull'accoglienza", risponde la Farnesina.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha risposto al suo omologo ungherese, Peter Szijjarto, che aveva accusato l'Italia di non rispettare le norme Ue sul bilancio: "L’Ungheria, con muri e referendum, ha sempre rivendicato di infrangere le regole europee in materia di immigrazione. Dovrebbe almeno evitare di dare ora lezioni all'Italia", ha replicato Gentiloni. Szijjarto era intervenuto sulla minaccia ventilata dal premier Matteo Renzi di porre il veto al bilancio dell'Unione europea a meno che paesi come l'Ungheria facciano la loro parte nel condividere il peso del flusso migratorio.

 

Come ha spiegato su queste colonne David Carretta, la “consultazione popolare organizzata domenica 2 ottobre dal primo ministro ungherese, Viktor Orbán, contro le quote obbligatorie sui richiedenti asilo è stata dichiarata invalida per il mancato raggiungimento del quorum del 50 per cento di voti validi. Se il 98,3 per cento dei votanti ha seguito l’indicazione di Orbán di dire ‘no’ ai migranti e all’Ue, il tentativo di ottenere un facile plebiscito è fallito. Il quesito aveva tutto per ispirare un massiccio rigetto in un paese che dal 2015 ha ricevuto oltre 200 mila richieste di asilo: ‘Vuoi permettere all’Ue di imporre il ricollocamento di cittadini non ungheresi in Ungheria senza l’approvazione dell’Assemblea nazionale?’. Tra disinteresse e boicottaggio attivo, sei elettori su dieci non sono andati alle urne o hanno annullato la scheda, indebolendo la posizione di Orbán”.

 

L’esecutivo italiano ha ripetutamente invitato i paesi membri dell'Ue, e in particolare l'Ungheria, a fare di più per aiutarla a far fronte all'afflusso record di migranti e rifugiati. Già il 17 ottobre, Renzi aveva lanciato un attacco preventivo contro Bruxelles, in vista della possibile valutazione negativa della Commissione europea sulla legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri italiano. Se l’Ue “vuole discutere le nostre spese per l’immigrazione”, aveva dichiarato il premier, “inizino a darci mano loro. Stanno prevalendo gli egoismi e non la solidarietà. Appena inizieranno a darci una mano, le spese si abbasseranno”.

 

Martedì sera era poi arrivata la lettera della Commissione europea, per chiedere all'Italia chiarimenti sulla bozza del Bilancio 2017, che prevede uno sforamento sul deficit riguardo alle spese sostenute per gli eventi eccezionali, in particolare la crisi dei migranti e il terremoto. L'Italia spende soldi propri "per difendere i confini dell'Europa", ha spiegato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, spalleggiato da Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha sottolineato come l'Italia sia “il paese che più rispetta le regole europee. Chiederemo che anche gli altri facciano lo stesso". Ma per il ministro degli Esteri ungherese, il governo italiano "ha completamente frainteso la situazione. Se l’Italia rispettasse meglio norme e regolamenti la pressione migratoria sulla Ue sarebbe molto meno".