Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, con il presidente dell'Unione, Donald Tusk (foto LaPresse)

Di cosa parleranno i 27 leader europei riuniti a Bratislava

Redazione
Cooperazione per la Difesa, fiducia dei cittadini e coesione sociale, sono i temi su cui punta l'Ue per dimenticare la Brexit. La strategia di Tusk e quella di Juncker

Il futuro dell'Europa a ventisette è in cima all'agenda del vertice informale dei capi di stato e di governo dell'Ue che si tiene oggi a Bratislava. L'incontro avviene in un "momento storico" per l'Unione, come scrive il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, nella lettera di invito al summit diretta ai ventisette. Prima di tutto, si tratta del primo vertice senza il Regno Unito. La decisione di tenere una riunione in questo formato è stata presa lo scorso giugno, dopo il referendum sulla Brexit, ma il tema dell'incontro non sarà quello dei negoziati con i britannici. La prima sessione sarà dedicata a una diagnosi comune di ciò che non funziona nell'Unione e di ciò che si può migliorare in futuro. Bratislava è un'occasione per avere uno scambio aperto e franco su tutti i temi di interesse comune: l''immigrazione, la sicurezza, la politica estera e di difesa, ma anche delle questioni economiche più stringenti. Su tutti questi punti non si prenderanno decisioni (il vertice è, appunto, informale), ma - in particolare per quanto riguarda la cooperazione sulla Difesa - si inizierà a tracciare un'agenda in vista del vertice di dicembre. Non si parlerà nemmeno delle relazioni con la Russia, argomento che, secondo quanto anticipa la lettera di Tusk, verrà affrontato a margine del Consiglio Ue di ottobre.

 


L'Europa e i nemici del "Wow Factor"
 

 

Sulla strategia da adottare, si è consolidata negli ultimi tempi una diversità di vedute tra Tusk e Juncker: più che ad accelerare sull'integrazione europea, come auspica il leader della Commissione europea, il presidente dell'Ue è orientato verso la risoluzione delle questioni più stringenti. A Bratislava si parlerà soprattutto di come riguadagnare la fiducia dei cittadini europei, in particolare per quanto riguarda sicurezza, controllo delle frontiere, occupazione. "Sarebbe un errore fatale", scrive Tusk ai ventisette, "pensare che il risultato negativo del referendum del Regno Unito rappresenti un problema solo britannico", che "l'euro-scetticismo britannico sia un sintomo di aberrazione politica o semplicemente un gioco cinico diretto allo sfruttamento delle frustrazioni sociali da parte dei populisti". Secondo Tusk "il voto sulla Brexit è "un disperato tentativo di rispondere alle domande che milioni di europei si pongono tutti i giorni, domande circa l''essenza stessa della politica". 

 

"Oggi non siamo nella situazione degli eroi del Gattopardo", scrive ancora Tusk citando il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. "Non dobbiamo cambiare tutto per far sì che nulla cambi. Dobbiamo correggere una serie di cose al fine di preservare quelle migliori". Posizione che riflette, in sostanza, quella dei paesi di Visegrad (V4; Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), concordi nel dire che non è il momento di accelerare sul progetto europeo. Non è da escludere però che dal vertice di Bratislava emerga con forza anche la voce di chi chiede più integrazione europea, di chi ricorda che la crisi del continente si può superare solo con una reale politica comune dell''Ue.