La prova di Merkel davanti al divieto del burqa

Eugenio Cau
La proposta di divieto del velo integrale rientra in un secondo pacchetto di misure sulla sicurezza avanzato dai ministri dell’Interno dei Länder appartenenti a Cdu e Csu, che sarà discusso con de Maizière il 18 agosto.

Roma. In Germania, a giudizio di molti politici cristianodemocratici, al pacchetto di misure antiterrorismo presentato giovedì dal ministro dell’Interno Thomas de Maizière manca un punto fondamentale. Le misure proposte sono di inedita durezza per gli standard tedeschi recenti, come una stretta notevole sulla sorveglianza che ha già causato dibattiti intensi (le ferite dei totalitarismi nazista e comunista e dei loro apparati di controllo e coercizione non si sono mai richiuse del tutto, e ogni riduzione della privacy in Germania è accolta con enorme clamore), un nuovo giro di vite sui migranti che non ottengono asilo e l’eliminazione della cittadinanza tedesca ai sospetti terroristi con doppio passaporto.

 

Ma appunto, sono molti a ritenere che al pacchetto manchi un elemento: il divieto alle donne musulmane di indossare il burqa. La proposta di divieto del velo integrale rientra in un secondo pacchetto di misure sulla sicurezza avanzato al governo dai ministri dell’interno dei Länder appartenenti a Cdu e Csu, che sarà discusso con de Maizière il 18 agosto. Per i ministri locali, il divieto al burqa risponde a esigenze di sicurezza e di integrazione, e misure simili sono già attive per esempio in Belgio e Francia, dove l’allora presidente Sarkozy definì le donne che indossavano il velo completo come “prigioniere dietro a uno schermo”. Anche in Germania, in alcuni casi particolari come negli stadi, il burqa è già vietato. Nel 2012, una commissione del governo tedesco aveva già giudicato il divieto di burqa come incostituzionale.

 

Ma ora che anche la Germania è diventata bersaglio di punta degli attacchi terroristici degli affiliati allo Stato islamico, l’esecutivo deve fare i conti con un elettorato sempre più nervoso e con il fatto che il burqa è già stato usato altrove, specie in alcuni paesi africani, come espediente per attentati esplosivi. De Maizière, però, ha già detto che di un divieto totale non si discute: “Non si può vietare tutto ciò con cui non siamo d’accordo”, ha detto, e la frase puzza di timori pol. corr. La cancelliera Angela Merkel ha imbarcato il suo paese in una sfida di accoglienza coraggiosa ma folle al tempo stesso. La sfida di integrare centinaia di migliaia e forse milioni di migranti in una volta sola richiede provvedimenti decisi, che sappiano prescindere dalla tolleranza assoluta che è invalsa in occidente.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.