Barack Obama durante un vertice Nato (foto LaPresse)

Come sarebbe la Nato senza gli Stati Uniti?

Eugenio Cau

Diventa ora plausibile porsi una domanda poco credibile fino a pochi mesi fa: come potrebbe essere una Nato guidata dall’America di Trump? E soprattutto: come potrebbe essere la Nato senza la guida dell’America? Risposta veloce: potrebbe non esistere più.

 

Roma. “In un negoziato, devi sempre essere pronto ad andartene”. Donald Trump, il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, parlava così questo mese ai reporter del New York Times della sua arte di fare affari: buon consiglio per il business. In questo caso, però, il riferimento era alla responsabilità americana di proteggere militarmente i propri interessi e i propri alleati nel mondo, specialmente quelli della Nato, organizzazione “obsoleta”, come ha ribadito nel suo discorso alla convention repubblicana. Uri Friedman, sull’Atlantic, ha notato che Donald Trump è il primo candidato presidente nella storia degli Stati Uniti dal Dopoguerra a mettere in discussione implicitamente l’articolo 5 del trattato dell’Alleanza, che garantisce la protezione automatica e senza condizioni della Nato ai paesi membri sotto attacco armato. E’ fantapolitica, ma questo significa, secondo molti esperti, che l’Alleanza atlantica per come la conosciamo rischia di non avere più futuro sotto la presidenza Trump, tanto che diventa plausibile porsi una domanda poco credibile fino a pochi mesi fa: come potrebbe essere una Nato guidata dall’America di Trump? E soprattutto: come potrebbe essere la Nato senza la guida dell’America? Risposta veloce: potrebbe non esistere più.

 

Le rimostranze di Trump nei confronti della Nato sono due. Anzitutto, l’Alleanza atlantica ha ormai perso visione e obiettivi, il suo ruolo nel contrasto della minaccia terroristica, per esempio, è fortemente sottodimensionato. In secondo luogo, l’America paga in maniera sproporzionata per la protezione degli altri paesi e finché questi non accetteranno di contribuire alle spese con la loro “fair share”, la loro giusta quota, non potranno più dare per garantita la protezione americana. Sono critiche giustificate e diffuse, echeggiate in parte anche dal presidente Obama, ma Trump le ha portate a un livello superiore e programmatico, tanto che da qui a immaginare una Nato senza America, o con un’America a bassissimo tasso di coinvolgimento, il passo non è più lunghissimo.

 

Di certo su una cosa il biondo candidato ha ragione: il peso di Washington nella tenuta dell’Alleanza è enorme e sproporzionato, e la maggior parte dei paesi membri non paga la sua parte. Soltanto in cinque su ventotto rispettano il mandato di destinare almeno il 2 per cento del pil alla spesa militare (in ordine di contributo, secondo previsioni Nato per il 2016: Stati Uniti, Grecia, Regno Unito, Estonia, Polonia; l’Italia spende appena l’1,1 per cento), e i continui tagli provocati dalla crisi non lasciano sperare in un miglioramento della situazione. Secondo il budget Nato per il 2016-2017 inoltre, l’America è di gran lunga il più importante finanziatore dell’Alleanza, che contribuisce a circa il 22 per cento delle spese dirette. Questa percentuale è calcolata in base al reddito nazionale lordo di ciascun paese, e vede la Germania al secondo posto con circa il 15 per cento delle spese, la Francia con l’11 per cento, il Regno Unito con il 10, l’Italia con l’8. Ma la sproporzione aumenta se si considerano le spese indirette, che riguardano il contributo per esempio nell’intelligence, nella difesa balistica, nelle operazioni di rifornimento, nella guerra elettronica.

 


Un'immagine del verice Nato di Varsavia del 9 luglio 2016 (foto LaPresse)


 

Considerando anche questo genere di spese, senza l’America la Nato perderebbe il 73 per cento della sua capacità militare, secondo un report presentato dalla stessa Alleanza. Sul campo e nelle varie missioni nel mondo, questa sproporzione è spesso evidente. Nella missione Resolute support in Afghanistan le truppe americane sono circa 6.800 su 13 mila complessive. Nell’Europa dell’est, Barack Obama ha annunciato questo mese l’invio di circa 1.000 nuove truppe meccanizzate con funzione di deterrenza da aggiungere al contingente Nato già presente. A queste, vanno aggiunte le 4.200 nuove truppe con cui Washington intende rafforzare i suoi contingenti in Europa nell’ambito della European reassurance initiative, il cui budget è di 3,4 miliardi di dollari. Insomma, non è solo una questione storica: senza l’America, la Nato, e con lei la capacità dell’Europa di difendersi, non esiste. Trump o non Trump, i paesi membri dovrebbero iniziare a pagare la loro fair share.
Eugenio Cau

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.