David Cameron parla alla Camera dei Comuni di Londra (foto LaPresse)

Cameron attacca Corbyn: "Vattene!". E intanto l'Ue aspetta - VIDEO

Redazione
Il premier conservatore dimissionario si rivolge al leader laburista: "Per l’amor del Cielo, dimettiti!". A Bruxelles va in scena il primo summit dei capi di stato e di governo senza il Regno Unito. I 27 stati membri aspettano la notifica britannica per iniziare i negoziati.

È scontro tra David Cameron e Jeremy Corbyn, nel primo question time ai Comuni dopo la Brexit. Il premier conservatore dimissionario, grande sconfitto nel referendum di giovedì scorso, ha invitato il leader laburista a lasciare la poltrona. "Per l’amor del Cielo, vattene!", ha attaccato Cameron in risposta alle accuse di Corbyn, secondo il quale la Brexit è una forma di protesta contro la politica economica del governo. Cameron ha replicato che la sconfitta sul fronte del “remain” è una responsabilità che devono assumersi anche i laburisti. La permanenza di Corbyn alla guida dell’opposizione "potrebbe essere un vantaggio per Conservatori - ha incalzato Cameron - ma non è nell'interesse della nazione".
 



 

Ma anche il Labour, dopo il voto al referendum, è spaccato. Già due giorni fa, venti ministri del governo ombra si sono dimessi e alcuni parlamentari hanno lanciato la campagna #SavingLabour, al grido “Dimissioni!”: liberiamoci di Corbyn, per far rinascere il partito. Nella giornata di ieri Corbyn, accusato di aver svolto una campagna pro “remain” troppo morbida, ha incassato la sfiducia dell'80 per cento dei laburisti (174 contro 40, quattro gli astenuti) ma ha rifiutato di andarsene: "Non tradirò i membri con le mie dimissioni", ha detto.

 



Bruxelles, i leader europei riuniti al secondo giorno del summit UE


 

Intanto a Bruxelles si è concluso il meeting informale dei 27 capi di stato e di governo dell'Unione europea, il primo senza la presenza britannica. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha dichiarato che tutti coloro che vogliono accedere al mercato unico devono rispettarne i criteri "senza eccezioni alcune". Da quanto si legge nella bozza di dichiarazione finale, i leader si sono detti “profondamente dispiaciuti per il risultato referendario” ma ribadiscono che non ci sarà "nessun negoziato" fra Ue e Regno Unito prima che il governo britannico notifichi la sua intenzione di procedere all'uscita. La notifica attiverebbe l'articolo 50 del Trattato Ue, e darebbe il via ai negoziati per il divorzio "ordinato" del Regno Unito che dovrebbero concludersi, almeno sulla carta, entro due anni al massimo. Ed è proprio l’attivazione di questo meccanismo a orologeria che Cameron sta procrastinando, in attesa che vi sia un nuovo governo con una chiara visione futura del Regno Unito fuori dall'Unione. In queste ore la premier scozzese, Nicola Sturgeon, ha incontrato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. "La Scozia è determinata a restare nell'Unione europea”, ha dichiarato. Le discussioni a Bruxelles vanno avanti.