Brexit, il mercato unico conviene

Tom Parker
Oggi si vota, le profezie sul futuro del Regno Unito e nostro sono molte. Alcuni politici, esperti e giornalisti ci dicono come dovrebbe essere un’Ue che funziona, tra integrazione e risentimento.

Oggi si vota nel Regno Unito al referendum sulla permanenza nell’Unione europea. In gioco non c’è soltanto lo status britannico ma il futuro di tutto il continente. Abbiamo chiesto ad alcuni esperti internazionali che cosa pensano di questa consultazione e soprattutto come immaginano, come sognano, un’Europa che funziona. Per alcuni la Brexit è un’opportunità anche per il continente, per altri un disastro, tutti dicono che è necessario, comunque vada, reagire in fretta. Ecco l'intervento di Tom Parker. Tutti gli altri interventi sono disponibili nel Foglio di oggi, che potete scaricare qui.


 

La Brexit potrebbe essere benefica per le aziende inglesi che non vogliono competere sul mercato europeo. Anche per quelle che ritengono che l’Unione europea iper-regola il loro settore, l’uscita potrebbe sembrare vantaggiosa. Tuttavia per la maggiore parte delle aziende inglesi avere la possibilità di raggiungere 500 milioni di consumatori attraverso un unico set di regole (invece che 28) è un grande beneficio e i capi d’impresa nel Regno Unito si sono espressi a grande sostegno di questo e quindi della permanenza nell’Unione. In caso di Brexit a livello politico chi ne beneficerebbe è chi si pone agli estremi dello spettro partitico, come Nigel Farage (Ukip) e il British National Front, e, in senso più ampio, la Russia di Putin visto che il distacco del Regno Unito dall’Unione europea avrebbe un grande effetto destabilizzante non soltanto sull’economia europea ma anche su quel sistema ben più diffuso che ha sostenuto la democrazia e la prosperità in Europa negli ultimi sessanta anni e più. E’ anche molto logico aspettarsi un effetto domino se un voto simile al referendum inglese venisse invocato anche in altri paesi europei. Come mostra una recente ricerca del Pew Institute, il sostegno verso l’Unione europea è crollato in molti paesi membri e in alcuni anche con una velocità maggiore rispetto al Regno Unito.   

Tom Parker, vicepresidente della Camera di commercio britannica a Bruxelles, chief executive di Cambre e membro del board del Gruppo Sec (in procinto di quotarsi sull’Aim Uk)