John Leech (a destra) con l'ex leader dei Libdem, Nick Clegg (foto LaPresse)

Estremisti liberali vs. populisti. Parla Leech, unico membro di opposizione ai laburisti di Manchester

Stefano Basilico
La filosofa americana Ayn Rand scriveva nel suo “Lessico” che la più piccola minoranza al mondo è l’individuo. Concetto che ben si addice a John Leech, ex parlamentare liberal-democratico e ora unico membro del' opposizione, dopo due anni di totale dominio Laburista, al Consiglio comunale di Manchester.
La filosofa americana Ayn Rand scriveva nel suo “Lessico” che la più piccola minoranza al mondo è l’individuo. Concetto che ben si addice a John Leech, ex parlamentare liberal-democratico e ora unico membro del' opposizione, dopo due anni di totale dominio Laburista, al Consiglio comunale di Manchester. Non è facile essere uno contro 95. “E’ frustrante, i Laburisti mi ostacolano in tutti i modi”, racconta in una sala riunioni vuota. A tratti pare un Radicale: “Al momento sono costretto a passare molto tempo a combattere il sistema, piuttosto che a lavorare per gli elettori”. Non avendo il numero legale per creare un gruppo non ha nemmeno un ufficio, ma una sala relax “senza diritto a un tavolo e una scrivania, che devo comprare”. Ha dovuto barattare l’iPad in dotazione per una stampante, ma non ha il diritto di usarla in Municipio, solo a casa. “Gli impiegati sono stati molto d’aiuto e hanno compreso la situazione. Sanno dell’ostruzionismo dei Laburisti, che dovrebbero accettare il risultato del voto democratico”, dice. In realtà a giudicare l’andazzo generale del suo partito, Leech è stato fortunato: ha perso il seggio a Westminster nelle elezioni del 2015, ma è riuscito a vincere alle comunali, riportando in aula i Libdem, assenti dal 2012.

 

“Occorre considerare quanto i Conservatori siano impopolari a Manchester per comprendere fino a che punto il governo di coalizione sia stato dannoso per i Libdem”, racconta. “Quando si è votato qualcosa non in linea con il manifesto ci sono state forti critiche e siamo stati “puniti”. Se le persone fossero più abituate alle coalizioni probabilmente non saremmo stati castigati così”. Il partito di Leech nel 2005 aveva 38 consiglieri a Manchester e 62 deputati a Westminster, ora ne ha otto. Il Consigliere comunale, durante il suo mandato a Londra, era il secondo deputato più ribelle della sua zona. Ora non dovrà rendere conto a nessuno, è leader di se stesso: “Quando ho votato contro alcuni provvedimenti non mi stavo realmente ribellando contro al partito, ma contro l’accordo di coalizione”, spiega. "Molte delle leggi contro cui ho votato erano cose che non avremmo mai fatto se fossimo stati al governo da soli. Da Consigliere le decisioni prese sono più personali che politiche". Leech sta lavorando per avere più compagnia in futuro: “Abbiamo raggiunto il primo obiettivo che era smettere di perdere, cosa che a Manchester abbiamo fatto ininterrottamente dal 2010. Ora abbiamo dimostrato alla gente che possiamo vincere dei seggi e dobbiamo prepararci per le prossime elezioni amministrative del 2018. Ci sarà un cambiamento delle circoscrizioni e stiamo valutando quali sono quelle su cui puntare”.

 

Sulla ricostruzione dei centristi allo sbando sta lavorando anche il nuovo leader del partito, Tim Farron, succeduto a Clegg, che ormai era troppo compromesso con Cameron. “Uno dei modi in cui Tim verrà giudicato è il modo in cui riusciremo a tornare sotto i riflettori”, sostiene Leech. “E’ una missione difficile. I media hanno passato i 5 anni di governo a dire a tutti quanto pessimi fossero i Libdem, da destra e da sinistra. Ora ci ignorano, dato che abbiamo solo 8 parlamentari. La sfida è tornare parte del dibattito e ricostruire il partito dal basso, nelle comunità.” La spirale negativa si ripropone anche sulla Brexit, dove i Liberal-democratici dovrebbero fare la parte del leone, dato che sono gli unici veri euro-entusiasti oltre la Manica, ma vengono messi a tacere. “I giornali pro-Ue sono anche anti-Libdem. Il Guardian e il Mirror sono per il Remain ma non vogliono darci una piattaforma. E vogliono far sembrare il referendum come una sfida interna ai Conservatori: alla stampa di sinistra piace l’idea che i Tories siano spaccati, mentre quella di destra vuole sminuire Cameron per la sua scelta di sostenere il Remain.” Sull’esito del referendum, Leech non si lascia andare a pronostici, dicendo che è “too close to call”. A meno di eventi catastrofici, se parte dei membri di Vote Leave continuerà a cambiare idea con questo ritmo, “è più facile che alla fine molta gente penserà che è rischioso abbandonare l’Ue”.  Il vantaggio che ha la campagna per il Leave è, secondo Leech, che i suoi sostenitori sono molto più entusiasti di votare contro Bruxelles e una bassa affluenza potrebbe favorirli. Più alta sarà la partecipazione al voto, maggiori saranno le probabilità che vinca il Remain. Non è un caso che proprio Cameron e altri abbiano spinto per un’estensione delle registrazioni, dopo i problemi tecnici alla scadenza del 7 giugno.