La foto che ritrarrebbe Evo Morales e Gabriela Zapata Montaño

La gran telenovela del figlio segreto di Evo Morales finisce in tribunale

Maurizio Stefanini
Vero, mai esistito, morto. Il presunto figlio del presidente della Bolivia ha fatto fallire un referendum e quasi rovinato il “presidente che ama”. Ora l’epilogo misterioso

Gran finale della telenovela: Ernesto Fidel Morales Zapata non esiste, né è mai esistito. Lo ha deciso il tribunale, disponendo anche l’arresto di tre avvocati e di una zia della supposta madre, per frode e tratta di minori. Frode: aver inventato la sua esistenza. Tratta di minori: aver cercato un bambino estraneo alla vicenda apposta per sostenere la frode. Anche Carlos Valverde, il giornalista che aveva rivelato al mondo la sua esistenza, adesso riconosce di essersi sbagliato. Eppure questo bambino mai nato, e non “mai nato” nel senso del libro di Oriana Fallaci, è riuscito lo stesso, forse, a determinare il risultato di un referendum fondamentale per la storia della Bolivia. Ernesto: come quell’Ernesto Che Guevara che in Bolivia venne a morire per tentare di accendervi la rivoluzione. Fidel: come quel Fidel Castro che ce lo mandò. Morales: cognome di quell’Evo Morales che da presidente della Bolivia ha sostenuto di richiamarsi agli ideali per cui il Che era morto, e che sarebbe suo padre. Zapata: cognome di quell’altro rivoluzionario messicano che pure è un mito della sinistra latino-americana, ma in effetti semplicemente preso dalla madre.

 

Gabriela Zapata Montaño, nata a Cochabamba nel 1988, oltre al figlio aveva inventato anche di avere una laurea in Diritto e un titolo di avvocatessa. Una laurea in Scienze Politiche però ce l’aveva davvero, e davvero a 19 anni aveva avuto una relazione con l’allora 46enne Evo Morales, quando lei era militante del movimento giovanile del suo partito e lui non era stato ancora eletto presidente. Poi si erano lasciati, ma lei gli aveva raccontato che da loro era nato un figlio, subito però morto. Fisico da modella, negli ultimi anni Zapata Montaño si era segnalata come una delle imprenditrici più rampanti della Bolivia. Nel 2013, in particolare, era diventata rappresentante legale di Telemenia, multinazionale israeliana particolarmente attiva in progetti di energia rinnovabile. Nel 2014 assieme all'imprenditore Sigfredo Antelo Suarez aveva creato con un capitale di 800.000 bolivianos, circa 115.000 dollari, la società  Consilium Srl, specializzata in architettura e ingegneria, e impegnata in due importanti progetti di trasporti e logistica nel settore minerario. Nel 2015, assieme ad altri imprenditori, aveva creato la fondazione For Life, con obiettivo fondamentale la lotta al cancro infantile, ma impegnata anche in altri progetti umanitari. E da ultimo era diventata la gerente commerciale del colosso cinese Camc, aggiudicatario di commesse pubbliche nel campo delle infrastrutture per 566 milioni di dollari. Oltre alla sua avvenenza e all’ostentazione della laurea fasulla, a quanto pare, in questo successo aveva contribuito anche la buona relazione che lei vantava di avere con il presidente.

 

Ex dirigente dei servizi segreti poi diventato giornalista d'inchiesta, in  un programma tv in effetti non troppo seguito, lo scorso febbraio Carlos Valverde riesce a conquistarsi il quarto d’ora di celebrità a livello mondiale quando ha rivelato che Gabriela Zapata ha avuto un figlio da Morales, e che approfitta dei suoi contatti per fare del traffico di influenze nei suoi affari. Subito Morales convoca una conferenza stampa, in cui ammette sia la relazione sia il figlio. “Non l'ho più rivista”, spergiura però, osservando che la Cac ha avuto anche un contratto annullato, e dicendo che quell'intromissione nella sua vita privata costituisce una “violazione dei suoi diritti umani”. Salta però fuori una foto che mostra i due assieme nel 2015, e sull’impressione dello scandalo Evo Morales perde clamorosamente il referendum con cui aveva cercato di modificare la Costituzione per potersi ricandidare senza limiti. Dopo di che Gabriela è arrestata, con l’accusa di aver mandato in giro lettere in cui millantava di agire per conto del governo.

 

E’ a quel punto che la telenovela si scatena. Una zia tira fuori la storia che il bambino sarebbe ancora vivo. Il governo dispone un’inchiesta, un giudice ordina di esibire il ragazzino, un’avvocatessa rivela il nome del bambino, oltre a un’età di 8-9 anni, il vicepresidente García Linera assicura che Morales ha preso personalmente in braccio il figlio. La settimana scorsa, la svolta. L’avvocato principale della donna Eduardo León ha parlato di persecuzione politica, e anche nel partito di Morales hanno parlato della Zapata come dell’appartenente a una famiglia di destra che ha tentato di “incastrare” un presidente in effetti piuttosto farfallone. Senza mai essersi sposato ha avuto tre figli da tre donne diverse, e a volte il suo entourage spiega la sua temporanea inaccessibilità agli intervistatori con la spiegazione: “Anche il presidente ama”.

 

Forse questa coda di paglia spiega perchè Morales ci sia cascato quando la ragazza gli si è presentata con un documento di nascita falsificato e gli ha chiesto un aiuto monetario. Salvo poi dire che il bambino era morto. Di recente Morales si era detto disposto a prendersi il figlio, e anche a fare un esame del sangue per vedere se effettivamente era lui il padre.  

 

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