Il presidente iraniano Hassan Rohani (foto LaPresse)

Via le sanzioni all'Iran. Il risultato si vede

Redazione
Più finanziamenti a terrorismo e concorsi di vignette sull’Olocausto. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha attaccato la mostra di caricature antiisraeliane: preparano il terreno per “una nuova Shoah”.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha attaccato la mostra di caricature antiisraeliane organizzata dall’Iran, accusandola di “negare” e “ridicolizzare” la Shoah e di preparare così il terreno per “una nuova Shoah”. La mostra internazionale si è aperta domenica a Teheran: centocinquanta vignette provenienti da cinquanta paesi per denunciare la politica israeliana in medio oriente. “Alla fine della settimana si è aperta in Iran una competizione speciale di caricature sulla negazione della Shoah”, ha detto Netanyahu aprendo il Consiglio dei ministri. “Occorre comprendere che il nostro problema con l’Iran non è solo la sua politica di destabilizzazione e aggressione regionale, ma anche una questione di valori: quel paese nega la Shoah, ridicolizza la Shoah e prepara una nuova Shoah”, ha aggiunto Netanyahu. Varie caricature esposte alla mostra dipingono il premier israeliano come un terrorista e un disegno raffigura una cartina del medio oriente con una bara al posto di Israele, su cui è scritto “olocausto”, che schiaccia dei palestinesi.

 

Spiccano tre aspetti in questa nuova competizione indetta dagli ayatollah. Il primo è economico: quest’anno il montepremi è di 50 mila dollari, contro i 12 mila della scorsa edizione. Il motivo? La recente fine delle sanzioni e il fiume di denaro che il regime ha adesso a disposizione per promuovere terrorismo e negazionismo. Il secondo aspetto è legato alla leadership: nel 2006 fu il presidente iraniano Ahmadinejad a organizzare la prima di queste sceneggiate orrende e allora l’Europa si indignò attaccando il “falco” iraniano, il “pazzo” vicino alle Guardie della rivoluzione. Adesso che un simile concorso viene indetto sotto la guida dei “moderati” Rohani e Zarif la risposta europea è un penoso silenzio, quando dovrebbe essere di condanna, come ha chiesto Netanyahu.

 

Il terzo aspetto è sui partecipanti: dopo l’Iran, ovviamente, il paese che ha fornito il maggior numero di vignettisti e artisti è niente meno che la Francia, paese ad altissimo tasso di antisemitismo da cui gli ebrei stanno fuggendo ormai da anni e in numeri altissimi (40 mila partenze in vent’anni), il paese delle vignette “blasfeme” su Maometto punite con l’uccisione dei giornalisti di Charlie Hebdo. Eppure l’Iran sa come gettare ponti nella fragile e cattiva coscienza europea: quanti nell’opinione pubblica del Vecchio continente ormai credono che Israele usi la Shoah per giustificare la propria politica? Modernissimi e malefici ayatollah.

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