Angela Merkel ad Ankara (foto LaPresse)

Quanto è tesa la mano alla Turchia

Redazione
Il nuovo test sulla liberalizzazione dei visti. Gli 8 criteri da assecondare.

Domani la Commissione europea presenta la proposta di legge per la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi, che sarà valutata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Il dialogo con Ankara su questo fronte era già iniziato nel 2013, ma ora ha avuto un’accelerazione perché, si sa, l’Europa ha deciso di mettere in campo tutto l’arsenale diplomatico a sua disposizione per ingraziarsi la Turchia. Secondo fonti del Foglio, dei 72 criteri che la Turchia deve rispettare per poter entrare nella lista dei paesi che non hanno bisogno di visti per entrare nell’Ue ne mancano ancora otto. Due sono puramente tecnici, gli altri sei hanno invece un impatto politico più rilevante, soprattutto il criterio che prevede la reciprocità.

 

Un esempio: poiché la Turchia non riconosce Cipro, membro dell’Ue, la reciprocità sui visti è impensabile, certo non nei tempi che molti paesi membri vorrebbero fissare per oliare ulteriormente i rapporti con Ankara (entro il Consiglio di giugno). Presentando la proposta di legge, la Commissione – scrive Politico – chiede una raccomandazione “qualificata” perché la legge venga approvata, ma dice anche alla Turchia che senza il rispetto di quegli otto criteri mancanti, la via della liberalizzazione dei visti è piuttosto stretta. I tanti oppositori del presidente turco Erdogan sono già pronti a fare battaglia all’Europarlamento, ma la questione nei confronti della Turchia è un’altra: fino a che punto l’Europa è disposta a chiudere un occhio su Erdogan per far durare l’accordo raggiunto sulla gestione dei migranti? Ognuno risponde in maniera diversa, ricorda che sui visti si tratta con il premier Davutoglu che è ben diverso dal presidente, ma a contare in fondo è il grado di rischio – o di disperazione – che ogni paese è in grado di sostenere.

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