King Don!, titola il New York Post, mettendo Trump a cavalcioni sulla vetta dell’Empire State Building

"King Don!", tutti i commenti su Trump alla conquista di New York

Eugenio Cau
Una raccolta di articoli e video per farsi un'idea su come gli Stati Uniti hanno accolto la vittoria di The Donald alle primarie repubblicane

Le primarie a New York si sono concluse la scorsa notte con due riconferme. Donald Trump e Hillary Clinton sono ormai vicinissimi alla conquista della nomination, e si confermano i candidati più forti di tutti. Così hanno votato i democratici e così hanno votato i repubblicani in una bella mappa realizzata dal New York Times.

 

Clinton ha vinto su Bernie Sanders con il 57,9 per cento dei voti e ha conquistato 139 dei 247 delegati. Ma è stato soprattutto Trump, che sembrava aver perso smalto nelle ultime settimane, a confermarsi come il candidato ormai inarrestabile. Il palazzinaro col ciuffo ha ottenuto il 60,5 per cento delle preferenze e ha conquistato 89 dei 95 delegati e, secondo il Washington Post, ormai ha reso impossibile la rimonta per il suo avversario Ted Cruz, che non ha ottenuto nemmeno un delegato.

 

King Don!, titola il New York Post, mettendo Trump a cavalcioni sulla vetta dell’Empire State Building, re della città come il primate hollywoodiano.

 

Ancora il WaPo fa una lista dei vincitori e degli sconfitti della serata elettorale, e Trump, insieme ovviamente a Clinton, è il primo della lista.

 

Politico invece si getta sulla matematica della Convention repubblicana, e dice che “The Donald”, per assicurarsi la nomination, non ha più nemmeno bisogno di ottenere subito i 1.237 delegati necessari. Anche in caso di convention aperta, i delegati “free agent” e l’inerzia ormai inevitabile dentro al Gop potrebbero garantirgli la vittoria in tutti i casi.

 

Anche secondo il New Republic l’establishment del Partito repubblicano ormai non ha più modo di negare al biondo candidato la nomination.

 

Trump ha vinto in tutti i distretti elettorali dello stato di New York (eccezion fatta per Manhattan, andata a John Kasich), ma in un luogo particolare, la Trump Tower, simbolo plastico del potere trumpiano, il candidato non sembra essere andato al meglio, come nota Quartz.

 

Ma in ogni caso il risultato, come ha scritto pochi giorni fa Michael Lind sul New York Times, è che il trumpismo è il futuro del Partito repubblicano allo stesso modo in cui il clintonismo è il futuro del Partito democratico.

 

Bonus: tutte le mossette di Donald Trump, raccolte in un video di un minuto da Bloomberg.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.