Il presidente del Brasile Dilma Rousseff (foto LaPresse)

Una rivoluzione giudiziaria in Brasile

Redazione
Domenica si vota per l’impeachment di Dilma. Manetta la trionferà?

Da una suite di lusso in uno dei migliori hotel di Brasilia, Luiz Inácio Lula da Silva sta contrattando posti di governo in cambio di fedeltà. Ha offerto, dicono i suoi avversari, il ministero della Sanità al Partito progressista che ha appena abbandonato la coalizione, ad altri partiti posti di rilievo nell’amministrazione. Il clima è cupo e campale, anche perché poco lontano, in Parlamento, il vicepresidente Michel Temer, che ha abbandonato la coalizione di governo questo mese, già parla come il sostituto di Dilma Rousseff, anche lui promette incarichi e si prepara per il passaggio di consegne. A San Paolo, nel distretto finanziario del paese, c’è invece aria di festa. Gli investitori stappano bottiglie alla sola idea di una dipartita del governo  della sinistra tassa e spendi di Dilma, e da quando l’impeachment è una possibilità concreta la Borsa brasiliana è in ascesa costante. Sembra questo l’unico risvolto positivo del clima da tangentopoli che si respira in Brasile, dove ai colpi dell’inchiesta Lava Jato si aggiungono quelli dell’impeachment contro la presidente.

 

Ieri sono iniziate le discussioni alla Camera che porteranno domenica al voto sull’impeachment. Serviranno i due terzi dei voti. Se la mozione sarà approvata passerà al Senato, ma intanto Dilma sarà sospesa dall’incarico. Brasilia si è trasformata in un suk dove i voti sono scambiati in cambio di incarichi, nessuno riesce ancora a capire chi vincerà, e i parlamentari sono tutti in guardia nel tentativo di capire su quale carro salire. I mercati esultano, ma i successori possibili di Dilma non promettono nulla di buono: i più accesi sostenitori dell’impeachment, a partire da Temer, sono accusati di crimini molto peggiori della presidente. Il tramonto cupo del socialismo populista brasiliano è solo il primo atto della rivoluzione per via giudiziaria. I politici brasiliani, che hanno studiato il caso italiano, dovrebbero saperlo.