Ora un comico tedesco sfida apposta Erdogan (e ci va pesante)

Eugenio Cau
Si esibisce in tv con una violenta satira contro il presidente turco per saggiare il labile confine tra satira e insulto. Rischia tre anni di carcere.

Roma. Uno dei più importanti comici tedeschi, presentatore sul canale Zdf del programma “Neo Magazine Royale” rischia fino a tre anni di prigione per aver letto in diretta tv una poesia “volutamente insultante” nei confronti del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Jan Böhmermann, comico enormemente famoso in Germania, una specie di Jon Stewart tedesco, ma più sboccato e politicamente scorretto, lo scorso primo aprile ha letto alcune righe scritte di suo pugno in cui, tra le altre cose, accusava il presidente turco di reprimere la libertà di stampa e di combattere una guerra sporca contro i civili curdi nel sud-est del paese. Alle accuse ha aggiunto però delle gravissime allusioni sessuali.

 


La diretta tv di Jan Böhmermann che ha scatenato la polemica


 

Böhmermann sapeva di andarci pesante. “Quello che sto per leggere non è consentito. Leggere queste righe in pubblico è proibito in Germania”, ha detto lui stesso. Ma Böhmermann ha deciso di sfidare le autorità, e di forzare il confine labile tra satira e insulto, lungo il quale spesso si è mosso anche Charlie Hebdo, per manifestare la frustrazione sempre maggiore dei media tedeschi nei confronti del presidente turco, in un momento in cui la cancelliera Angela Merkel ha investito nelle relazioni tra Germania e Turchia moltissimo del suo peso politico.

 

Quello intorno alla poesia di Böhmermann è la seconda frizione politica tra Berlino e Ankara nata dall’esuberanza della satira tedesca. Alla fine di marzo, l’emittente Ndr ha messo in onda durante il programma “Extra 3” un video intitolato “Erdowie, Erdowo, Erdogan”, in cui Erdogan era sbeffeggiato e criticato per la sua deriva politica sempre più autoritaria. Dopo la trasmissione, il governo turco ha convocato per ben due volte l’ambasciatore tedesco e ha chiesto l’eliminazione completa del video da internet. In Turchia, insultare la carica del presidente è un reato penale poco applicato che Erdogan ha trasformato in un’arma da usare contro gli oppositori politici. Decine, se non centinaia di attivisti, blogger e giornalisti sono stati messi sotto accusa o imprigionati per aver “insultato” il presidente.

 

In Germania, paese che ospita la più grande comunità turca d’Europa, alla condanna della deriva repressiva del governo turco si è aggiunto il disagio nei confronti del governo Merkel, che è apparsa in più casi pronta a sorvolare sulle violazioni dei diritti umani pur di ottenere risultati politici importanti come l’accordo sui rimpatri dei migranti lungo la rotta balcanica siglato tra Ankara e l’Unione europea lo scorso mese. E’ un sentimento condiviso anche al di là del Bosforo, dove molti membri dell’opposizione a Erdogan definiscono i frequenti viaggi di Merkel ad Ankara e la sue mancate critiche come un’autorizzazione implicita a proseguire la politica di repressione.

 

Così, dopo il caso del video di Ndr, le critiche del governo turco contro la satira sono apparse come un’intromissione indebita nella libertà d’espressione tedesca. Sabato scorso, lo Spiegel ha pubblicato in copertina un’immagine di un gigantesco Erdogan che urla inferocito contro una minuscola e imbarazzata Angela Merkel, e il titolo era: “Gli amici spaventosi. La campagna del presidente Erdogan contro la libertà e la democrazia”. La poesia di Böhmermann, così esplicitamente volgare, aveva appunto lo scopo di mostrare a Erdogan cosa è satira e cosa no in una democrazia occidentale – e di suscitare la reazione delle autorità tedesche, che è arrivata immediatamente.

 

Il procuratore di Mainz, nella Renania-Palatinato, ha detto che sono arrivate al suo ufficio circa 20 denunce da privati cittadini che lo hanno costretto ad aprire un fascicolo contro Böhmermann in base al paragrafo 103 del Codice penale, che prevede fino a tre anni di prigione per insulto a un capo di stato straniero. Merkel ha condannato la poesia, definendola un “insulto deliberato”, e si è subito messa al telefono con il premier turco Ahmet Davutoglu per placare l’ira di Ankara. Secondo la legge, Böhmermann sarà formalmente incriminato solo se il governo turco farà richiesta formale. Questa richiesta non è ancora arrivata, ma intanto, subito dopo la messa in onda, la rete tv Zdf ha rimosso da internet lo sketch di Böhmermann.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.