Il premier francese Manuel Valls

L'appello di Valls contro il salafismo: "Sta vincendo la battaglia ideologica nell'islam"

Redazione
I valori francesi contro il velo, simbolo “dell’asservimento della donna”

Manuel Valls continua la sua campagna culturale contro l’islamismo. I rimasugli della chiarezza morale degli ormai estinti falchi liberal americani sono ora in Francia, e dall’altra parte dell’Atlantico molti lo rimarcano. Ancora domenica, il commentatore conservatore del New York Times Ross Douthat diceva che nell’impensabile ribaltamento di natura tra Europa e America – la prima potrebbe riscoprire l’ascendenza di Marte, la seconda farsi conquistare da quella di Venere – i francesi sono la dimostrazione della vena marziana che esiste nel continente europeo. Il premier Valls conferma a ogni discorso la propria determinata visione, anche se poi dal punto di vista concreto, almeno nelle dinamiche politiche interne al paese, non ci sono effetti concreti: le misure “da Patriot Act” che il presidente Hollande aveva annunciato all’indomani degli attacchi a Parigi non sono sopravvissute all’iter parlamentare verso la riforma della Costituzione. Il governo ha dovuto fare un passo indietro. Ma quando spiega come la pensa, Valls non sbaglia. La minoranza salafita rischia di vincere la battaglia “culturale e ideologica” dell’islam in Francia, e il velo non è un oggetto di moda, ma “di asservimento della donna”, ha detto il premier parlando al forum “Le Sursaut” organizzato dal Figaro.

 



 

“I salafiti rappresentano l’uno per cento dei musulmani nel nostro paese – ha continuato Valls, interrotto spesso dagli applausi – Ma il loro messaggio sui social media è l’unico che risuona e che risuona soprattutto tra i giovani”. Il dibattito, secondo il premier, non deve essere fatto soltanto tra l’islam e la società, ma anche all’interno dell’islam. Il relativismo culturale che in Francia ha preso il sopravvento ha storpiato la risposta ferma delle istituzioni contro l’islamismo. Valls ha spesso detto in passato che trovare ragioni al terrorismo significa in qualche modo giustificarlo: l’altra sera ha modificato i toni, ha detto che l’imperativo per la Francia è quello di fornire una “proposta culturale” che sia allettante e attrattiva contro la deviazione jihadista, e per farlo il paese deve smetterla di dimenticarsi di quali sono “i valori della Repubblica” e di dimenticarsi “della laicità”. La forza della Francia, di tutta l’Europa, sono i suoi valori, comprometterli per “accettare le differenze” risulta più come una resa. E Valls, almeno lui, non fa che ripeterlo.