I due candidati Trump e Cruz

Trump e Cruz diventano bambini per conquistare il voto delle donne

Paola Peduzzi
Ripicche infantili tra i due candidati, Trump si difende: “Non ho iniziato io!”, dice, ma le elettrici sono meno tolleranti con Hillary

Milano. Non sono una persona che si irrita facilmente, ma se tocchi mia moglie o la mia famiglia, allora basta, di te non ne voglio più sapere. Così, durante il town hall repubblicano organizzato dalla Cnn martedì sera, Donald Trump, invero irritato, s’è rimangiato la promessa fatta qualche tempo fa, quando minacciava di candidarsi alle presidenziali americane del prossimo novembre come indipendente e i repubblicani lo convinsero a sottoscrivere un impegno: sosterrai il candidato del Partito conservatore che vincerà le primarie, chiunque sia. Se quel chiunque dovesse essere Ted Cruz, suo diretto inseguitore anche se con uno scarto parecchio ampio, Trump non lo sosterrà: “Non ho l’abitudine di schierarmi con chi attacca mia moglie o la mia famiglia – ha detto – Ha davvero esagerato”. Cruz non è riuscito a essere tanto esplicito, gli risulta difficile appoggiare Trump ma pure non rispettare le regole, così ci ha pensato lo showman a tirarlo fuori dall’impiccio: “Non voglio il sostegno di Cruz. Non ne ho bisogno. Che stesse tranquillo”.

 

Le mogli, le madri, le figlie, le famiglie. In questa settimana elettorale, in attesa del voto in Wisconsin il 5 aprile, mentre l’unica moglie-madre-figlia che si presenta alle urne, Hillary Clinton, cerca ancora di superare il dolore dei piccoli ma insistenti schiaffi che le infligge il rivale Bernie Sanders, i repubblicani si posizionano, diciamo così, nei confronti delle donne, con un piglio, diciamo così, infantile. La faida tra Trump e Cruz è diventata feroce (ricordate gli articoli sul fair play tra i due contendenti, soltanto qualche mese fa? Bruciateli) da quando sono circolate le foto in nudo della moglie di Trump, Melania, e un tabloid di dubbia affidabilità, il National Enquirer, ha scritto che Cruz è un traditore seriale, cinque corna alla moglie Heidi in pochi anni (che, essendo cessa, come ha delicatamente sottolineato Trump ritwittando un’immagine impietosa di Melania e Heidi appaiate, se le merita tutte). “Non ho iniziato io!”, ha detto Trump difendendosi dalle accuse, e quando il moderatore della Cnn Anderson Cooper gli ha detto “sembra la risposta di un bambino di cinque anni”, Trump ha rilanciato: “Non è vero. Questo modo di pensare è esattamente il problema di questo paese. Non ho iniziato io!”.

 



 

Il clima bambinesco deve avere ispirato anche Ted Cruz che, per evitare domande troppo imbarazzanti sul rapporto con Heidi – mentire in pubblico non è un’opzione – e per continuare il corteggiamento nei confronti dell’elettorato femminile, si è messo a parlare di sua madre. “Sono cresciuto con donne forti. Ammiro immensamente mia mamma”, suo padre era alcolizzato e non voleva che studiasse, ma lei lo ha fatto lo stesso, rifiutandosi di imparare a battere a macchina però, per non essere costretta a fare per sempre la segretaria. Le donne devono avere la possibilità di fare qualunque cosa, ha detto Cruz, smarcandosi dal tono cameratesco di Trump, che ancora faceva il verso alla giornalista di Breitbart malmenata da Corey Lewandowski, manager della campagna elettorale di Trump formalmente accusato di percosse.

 

Per entrambi l’impresa di appassionare il mondo femminile appare complicata, anche se i commentatori sostengono che l’elettorato repubblicano ama Trump per la sua schiettezza e Cruz per la sua integrità, le altre variabili  potrebbero non essere altrettanto rilevanti. C’è un gruppo di signore a Tucson che si fa chiamare “The Group”, appunto, che viene intervistato di continuo: è saldamente pro Trump, dice che le considerazioni sulle donne sono soltanto battute, non bisogna prenderle sul serio, quando c’è da difendere la moglie guardatelo come diventa adorabile, e poi meglio un uomo che dice come la pensa piuttosto che tanti chiacchieroni che ti tradiscono appena volti l’angolo. L’integrità di Cruz potrebbe essere travolta dagli scandali, la schiettezza di Trump invece è sempre lì, arrogante e popolare. Se poi davvero al voto di novembre si dovessero ritrovare Trump e la moglie-madre-figlia, lo spettacolo diventerebbe brutale e imperdibile. Ha già aperto le danze la femminista Susan Sarandon, che oggi sostiene Sanders, ma che nell’eventuale scontro tra Trump e Hillary non è affatto sicura di preferire la seconda, anzi, forse è meglio Trump. Le donne sanno essere tolleranti con gli uomini, sanno trovare loro ogni genere di scusante, ma giustificare, comprendere, perdonare un’altra donna, questo mai.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi