Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (foto LaPresse)

Dieci cose da leggere per capire cosa succede in Turchia

Redazione
Il governo accusa il Pkk dell'attentato che ha ucciso 36 persone nella capitale. Una raccolta di letture consigliate per capire come sta cambiando la politica turca con Erdogan, dal problema curdo, alla censura degli oppositori, passando per l'energia.

La Turchia ha iniziato stamattina un’operazione militare nei territori curdi a sud-est del paese e in Iraq, dopo l’attentato che domenica ha ucciso almeno 36 persone ad Ankara. L’aviazione turca ha bombardato posizioni ritenute del Pkk sia all’interno dei confini turchi sia in territorio curdo iracheno e ha imposto il coprifuoco nelle principali città della regione.

 

Gli investigatori turchi hanno detto di aver identificato il primo sospetto della strage di domenica, una ragazza curda appartenente al Pkk. Se confermato, l’attacco di ieri sarebbe la prima volta in decenni che il Pkk prende di mira i civili, e sarebbe un gigantesco cambio di passo strategico.

 

Il sud-est del paese è in stato di guerra. Le milizie curde combattono villaggio per villaggio con l’esercito regolare, le vittime sono centinaia e la guerriglia si è fatta negli ultimi mesi sempre più violenta. C’entrano anche le tattiche apprese dai curdi combattendo lo Stato islamico.

 

Il cosiddetto “Kurdish problem” della Turchia esiste da decenni, ma fino all’anno scorso sembrava vicino a una soluzione grazie ai colloqui di pace messi in piedi dal governo dell’Akp di Recep Tayyip Erdogan. Erdogan prese misure molto applaudite e senza precedenti per raggiungere una pace con i curdi. Poi l’anno scorso, nel pieno della crisi politica ed economica, decise di cambiare radicalmente strategia. Il mese scorso Foreign Policy ha raccontato cos’è successo in un lungo articolo.

 

Quello di domenica è il quinto attentato suicida in Turchia negli ultimi mesi. I terroristi hanno colpito a Suruç nel luglio 2015, ad Ankara nell’ottobre 2015, nel peggior attentato della storia del paese in cui morirono più di 100 persone, a Istanbul nel gennaio 2016, ancora ad Ankara il mese scorso. La Turchia si sta trasformando in un posto pericoloso? Quanto c’entra la guerra sirian? Lo spiega la Bbc, con dati e numeri.

 

All’interno del paese, l’Akp ha iniziato una lunga opera di repressione culminata pochi giorni fa con il sequestro del principale giornale d’opposizione, Zaman. La stampa internazionale ormai non ha remore a definire Erdogan un “autocrate eletto”. (Mentre le vendite di Zaman, trasformato nel frattempo in un portavoce del governo, sono crollate del 99 per cento).

 

Erdogan è sotto pressione. Sta giocando partite pericolose su troppi fronti esterni e interni. Un tempo la Turchia era applaudita nel mondo per la strategia del suo ministro degli Esteri (oggi premier) Ahmet Davutoglu: nessun problema con i vicini. Oggi invece Ankara sembra avere problemi con ciascuno dei suoi vicini, e la sua adesione all’ordine liberale del mondo è sempre più fragile.

 

La Turchia è un alleato della Nato, un paese che aspira da decenni all’ingresso nell’Unione europea e l’elemento chiave dell’architettura disegnata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel per interrompere la crisi dei migranti. Ma ci possiamo fidare di Erdogan? Per Simon Tisdall del Guardian, il presidente turco ha ormai trasformato il suo paese in un “amico immaginario”.

 

Alcuni problemi però si stanno emendando. E’ il caso del rapporto con Israele, che dopo anni di turbolenze potrebbe tornare cordiale. Oggi Gerusalemme, per la prima volta da anni, ha espresso ad Ankara le sue condoglianze e la condanna per l’attentato subìto domenica.

 

Poi c’è la politica del gas, che non conosce crisi. La russa Gazprom, l'italiana Edison e la greca Depa / Desfa propongono una rotta alternativa al gasdotto South Stream, per vendere il gas russo in Europa allacciandosi a un'infrastruttura già esistente, l'interconnettore Itgi.