L'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush (foto LaPresse)

Una cena con Bush Jr., buffo e brillante, appassionato e per nulla pentito

Redazione
Sull'Espresso Leonardo Maugeri racconta il suo incontro privato con l'ex presidente americano. Dalle elezioni americane di novembre, alla lotta all'estremismo islamico, passando per l'immigrazione, fino alle relazioni con la Russia. Un ritratto ben lontano dal classico snobismo europeo.

Un George W. Bush sorprendente. "Buffo e brillante" e "con una preparazione assai più profonda e articolata di quella che - in genere - gli viene riconosciuta". Sono le impressioni che Leonardo Maugeri, ex top manager di Eni e attuale presidente del fondo di investimento americano Ironbark, ha raccontato sull'Espresso dello scorso venerdì, dopo un incontro privato avuto con l'ex presidente degli Stati Uniti. Nel corso di una cena informale, Bush dimostra "affabilità e profilo da uomo della porta accanto", qualità che l'hanno fatto percepire dall'elettore americano come "alla portata di tutti. L'esatto opposto di molti politici di nessuna importanza". L'ex presidente spazia dalle elezioni americane di novembre, alla lotta all'estremismo islamico, passando per l'immigrazione, fino alle relazioni con la Russia. Maugeri non nasconde di avere sempre nutrito un certo scetticismo nei confronti dell'Amministrazione Bush. Eppure, il profilo di Bush Jr. tracciato dal top manager italiano ha il merito di discostarsi dai consueti toni snobistici con cui, soprattutto la stampa europea, ha di solito descritto l'ex presidente americano.

 

"E' stato brillante, con la risposta pronta su qualsiasi argomento, ricco di humor", scrive Maugeri. Partendo dal racconto aneddotico, (riferito a Putin, Bush Jr racconta quando, durante un incontro tra i due, il capo del Cremlino lo prese in giro per il suo cane: "E quello sarebbe un cane?", domandò Putin che, mostrandogli i suoi cani, lo provocò ancora: "Vedi, questi sono cani, non il tuo Barney"), Bush fa derivare il suo personale corollario: "In ogni occasione, Putin aveva bisogno di dimostrare che aveva qualcosa di più e di meglio. Un atteggiamento che richiederebbe un'analisi psichiatrica". Bush parla di tutto, racconta Maugeri: "Sprezzante su Donald Trump ("uno che ha gestito con fortune alterne alberghi, che qualità può avere per gestire l'America?"). Criptico sui candidati repubblicani per le presidenziali ("Quelli veri emergeranno dopo febbraio"), fermo ma pacato il sostegno al fratello Jebb ("E' l'unico con le doti umane e politiche per poter stare alla Casa Bianca"). Appassionato nella difesa dell'immigrazione ("Non votate un candidato repubblicano contrario all'immigrazione. I tanti che arrivano qui con la speranza di mettere del cibo sulla tavola delle loro famiglie e fanno lavori che nessun americano farebbe più sono da applaudire, non da respingere "). Freddo ma elusivo su Cheney, l'anima nera della sua amministrazione che lo ha accusato di essere stato debole ("Non voglio commentare, penso solo che sbagli"."

 

[**Video_box_2**]Maugeri racconta poi il suo scambio di battute con Bush sulla guerra al terrore, e sulla ritrosia degli Stati Uniti a intervenire direttamente contro l'estremismo islamico. Per l'ex presidente, "l'errore è stato non mantenere a lungo termine truppe nei Paesi scossi dal cambiamento, in modo da garantirne l'evoluzione democratica - se necessario - con la forza". A un'osservazione dell'ex Eni, che faceva notare l'insostenibilità di un attivismo  in politica estera da quando, con la fine della Guerra Fredda "l'americano è tornato a rifiutare l'intromissione del Stato nelle sue finanze", Bush ha "aggirato una risposta diretta". "Non è più possibile fare da soli, né essere presenti ovunque, per non vessare oltremodo il cittadino americano", ha ammesso l'ex presidente, che però ha contrattaccato: "Ma dobbiamo avere la chiarezza e la leadership per coinvolgere altri Paesi a venire insieme a noi là dove è indispensabile. E queste doti mancano a Obama".

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