Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker (foto LaPresse)

Perché Renzi è il problema numero uno di Juncker

David Carretta
Il presidente della Commissione europea risponde all'offensiva del premier italiano: “Sbaglia a offenderci”

Bruxelles. Matteo Renzi è diventato il nuovo problema numero uno del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, dopo l'offensiva lanciata dal presidente del Consiglio contro i presunti trattamenti di favore riservati dall'esecutivo comunitario alla Germania. “L'atmosfera tra l'Italia e il resto dell'Ue non è la migliore in questo momento”, ha detto Juncker durante la sua prima conferenza stampa del 2016. “Quanto al mio amico Renzi, esito a esprimermi con lo stesso vigore con cui si rivolge a me, perché questo non risolve sempre le cose”. Ma il presidente del Consiglio italiano “sbaglia a offendere la Commissione”, ha avvertito Juncker, dando voce a un malessere che da tempo cova negli ambienti europei. “Non capisco perché lo faccia” e “non seguo in dettaglio” la politica italiana, ma “l'Italia non dovrebbe troppo criticare la Commissione”. Anche perché Renzi è stato tra i primi beneficiari delle iniziative dell'esecutivo comunitario su Patto di Stabilità e crisi dei rifugiati. “Abbiamo introdotto nella sorveglianza di bilancio la flessibilità contro la volontà di alcuni stati membri e di quello che (Renzi) dice che domina l'Europa”, ha spiegato Juncker. “Sono molto sorpreso che alla fine della presidenza italiana in Parlamento abbia detto che era stato lui ad aver introdotto la flessibilità. Sono stato io, non lui. Con il suo accordo, ma sono stato io. Vorrei che su questo punto ci si attenga alla realtà e alla verità”.

 

Juncker ha annunciato una visita a Roma a fine febbraio per “risolvere il problema con i nostri amici italiani”. Gli attacchi all'Ue sembrano aver convinto il presidente della Commissione a un'inversione di rotta rispetto al trattamento privilegiato che era stato riservato all'Italia dopo il 40 per cento ottenuto da Renzi alle elezioni europee. “Si insulta la Commissione e tengo la mia grande irritazione in tasca. Ma si smetta di pensare che sono naif. Non lo sono”, ha detto Juncker. La prima vendetta potrebbe arrivare il 4 febbraio, quando la Commissione presenterà le previsioni economiche d'inverno. Alcuni si aspettano una revisione al rialzo delle cifre del deficit italiano per il 2016. In quel caso, “difficilmente non si potrà dire nulla sul rispetto delle regole del Patto di stabilità”, spiega una fonte comunitaria: “L'Italia dà l'impressione di fare la furba: chiede sempre di più, nonostante abbia beneficiato di tutta la flessibilità possibile”. Il giudizio definitivo sulla Legge di Stabilità di quest'anno è atteso per la primavera. Il malessere dell'esecutivo comunitario è stato espresso anche dal commissario agli Affari economici, il socialista Pierre Moscovici.

 

[**Video_box_2**]L'ultima punzecchiatura di Renzi nei confronti di Angela Merkel, nel momento in cui la cancelliera tedesca è in difficoltà sul dossier immigrazione, ha particolarmente irritato i partner europei. L'Italia ha bloccato l'accordo su come finanziare i 3 miliardi di euro promessi alla Turchia per convincere il governo di Recep Tayyip Erdogan a fermare le partenze dei migranti verso le isole greche. Il piano d'azione tra Ue e Turchia è una creatura di Merkel. La Commissione è disposta a mettere sul tavolo un miliardo, mentre gli altri due dovrebbero venire dai bilanci nazionali degli stati membri. “La riserva italiana su questo pacchetto finanziario è qualcosa che non riesco a spiegarmi”, ha detto Juncker, ricordando che i fondi sono destinati ad aiutare i rifugiati siriani presenti sul territorio turco. Oggi all'Ecofin, gli altri ministri delle Finanze faranno pressioni su Pier Carlo Padoan affinché l'Italia tolga il veto. Ma i contenziosi tra Italia e Commissione sono molti: da Nord Stream alla Bad bank, dalla procedura di infrazione sulla mancata registrazione dei migranti alla possibile contestazione di aiuti di stato illegali per l'Ilva.