Donald Trump e Ted Cruz durante il penultimo dibattito tv dei Repubblicani (foto LaPresse)

Nel penultimo dibattito dei repubblicani entra in scena la mamma di Trump

Ted Cruz ricorda che la madre di Trump è nata in Scozia respingendo le accuse di Trump sul “natural born citizen”. Il merito della disputa è risibile, ma la performance ha ribadito che se c'è da giocare sporco il texano non si tira indietro.

A due settimane dal caucus dell’Iowa, i dibattiti televisivi non hanno più nulla da dire sulle idee e le posizioni specifiche dei candidati, è una sfida di nervi, brillantezza e capacità di rispondere alla battuta con una battuta più arguta. Insomma, il penultimo dibattito dei repubblicani, in South Carolina, rimane nella storia di queste elezioni come il confronto in cui Ted Cruz ha tirato fuori la madre di Donald Trump.

 

Non è come sembra: nemmeno lui è tanto greve. Soltanto il senatore del Texas ha ricordato che la madre di Trump è nata in Scozia, dunque stando alla capziosa scuola giuridica che il ciuffo urlante abbraccia per dimostrare che Cruz non è un “natural born citizen” anche lui stesso dovrebbe essere squalificato dalla corsa: se i genitori non sono entrambi americani non c’è strada che porta alla Casa Bianca. Il merito della disputa è risibile, purissima fuffa, ma la performance, che ha occupato la prima e più vitale parte del dibattito, ha rivelato o ribadito alcuni elementi utili: Cruz ha accettato di combattere senza riserve la guerra sporca in cui Trump cerca di trascinarlo da un po’.

 

Diventa complicato alla fine di un corpo a corpo nel fango dire, come ha fatto Cruz a fine serata, che “la tregua non è finita” e che lui non sta attaccando, si sta “soltanto difendendo”. Ha dovuto però ammettere che “si è aperta una nuova fase”. Il senatore sapeva che si sarebbe andati a parare lì e quando è arrivato il suo momento ha mostrato che oltre al Cruz con gli stivali e il lazo c’è anche il Cruz avvocato di Harvard. Questo secondo sa argomentare in modo sottile ed efficace, non è poco.

 

[**Video_box_2**]Un misto dei due Cruz è stato quello che ha ribadito che Trump abbraccia i “New York values”, al che una piccata Maria Bartiromo – moderatrice di Fox Business e brooklyniana di ferro – ha detto di non sapere di cosa stesse parlando: “Non lo sai perché sei di New York. Quelli della South Carolina lo sanno”. Applausi in sala. Qui però Trump, che era messo sotto pressione da un Cruz in spolvero, ha ribaltato la questione newyorchese buttandola sulla grandiosa reazione all’11 settembre, argomento che chiude qualunque disputa. Applausi più forti. Il dato è che anche Trump ha una sua forza come animale da dibattito, non si esalta solo quando può abbaiare liberamente, sapendo che agli avversari conviene lasciarlo fare.

 

Il terzo elemento della serata riguarda Marco Rubio, che si è dovuto spesso difendere dagli attacchi (ovviamente di Cruz sull’immigrazione, ma anche politica fiscale e gun control) e lo ha fatto generalmente con ordine, ma mostrando spesso un’incredibile fretta di tornare sulla traiettoria dello “stump speech”, cioè di reiterare per l’ennesima volta il già detto invece di cercare il guizzo, la scintilla. Di rado arrivano alla Casa Bianca quelli che ripetono la lezione.