L'equilibrista Hollande è disposto a “seppellire” le ambizioni liberali di Macron

Mauro Zanon
In Francia il capo di stato socialista sembra deciso a dare una sforbiciata all’ambiziosa legge sulla rivoluzione digitale

Parigi. Per il 2016, la priorità del presidente della Repubblica francese, François Hollande, è quella di “invertire la curva della disoccupazione”, promessa tradita nei primi tre anni e mezzo di mandato, ma che Hollande spera di mantenere nei prossimi mesi, per presentarsi alle presidenziali 2017 con qualche chance in più. Il primo trimestre di quest’anno sarà ritmato da un vasto piano di battaglia per il rilancio dell’occupazione e le due principali mosse dell’esecutivo socialista sono l’approvazione della Loi Macron 2, che punta ad adattare l’economia francese alla rivoluzione digitale, e della Loi El Khomri, che ha come obiettivo primario la riforma del codice del lavoro. Le due maxi leggi dovevano entrambe essere presentate entro fino mese, separatamente, ma da lunedì circola una nuova ipotesi in seno al governo: una fusione delle due leggi, ma soprattutto un’edulcorazione della Loi Macron 2, per evitare altre zuffe con l’ala giacobina del Partito socialista. Fino a due giorni fa entrambi gli interessati, il ministro dell’Economia Emmanuel Macron e la ministra del Lavoro Myriam El Khomri, avevano respinto ogni ipotesi di fusione tra le due leggi.

 

Dopo il messaggio di fine anno, durante il quale ha annunciato un piano di formazione per 500 mila disoccupati e la generalizzazione del servizio civile, Hollande ha difeso in prima persona l’unione dei due progetti di legge, durante il messaggio di auguri rivolto al governo per il primo consiglio dei ministri del 2016. Martedì Macron si trovava a Las Vegas assieme al presidente del Medef (Confindustria francese) Pierre Gattaz come ambasciatore della “French Tech” alla maxi fiera dell’elettronica di consumo Ces (Consumer electronics show), quando da Parigi arrivavano conferme sulle manovre dell’Eliseo per contenere l’esuberanza delle Nouvelles Opportunités Economiques (Noé) macroniane, invise alla corrente radicale del Ps. Il quotidiano economico Echos resta prudente e scrive che il perimetro della Loi Macron 2, secondo capitolo della svolta liberale lanciata dall’inquilino di Bercy, “potrebbe ridursi”, il Figaro riporta che Hollande sta ancora “riflettendo” se fondere o meno i due corpus legislativi – basterà questa mossa per creare un clima di serenità in seno alla gauche?, è la domanda che lo assilla – ma Libération, in un pezzo molto informato firmato da Laure Bretton, si spinge più in là e rivela che l’orientamento del governo è quello di “seppellire la Loi Macron 2”.

 

[**Video_box_2**]Libé, citando fonti vicine al governo, la dice tutta sul perché il capo di stato socialista sembra deciso a dare una sforbiciata all’ambiziosa legge Macron 2. “Difesa da Emmanuel Macron, spauracchio dell’ala sinistra della maggioranza, questo testo avrebbe tutti i requisiti per un’altra Via Crucis per la maggioranza, già in ebollizione per via del ritiro della nazionalità (ai condannati per terrorismo con la doppia cittadinanza, ndr)”, scrive Libé. Secondo quanto trapelato dall’entourage del presidente, “la volontà di semplificare è manifesta”, anche se la decisione di unire le leggi Macron 2 ed El Khomri “non è ancora definitiva”. Un’altra fonte del governo citata da Libé spiega che la legge El Khomri potrebbe addirittura includere sia il capitolo sul lavoro sia il capitolo sul digitale, fatto che ridurrebbere in maniera considerevole il peso della Loi Macron 2. Diverse personalità politiche del Ps hanno fatto presente al presidente Hollande che su un tema sensibile come quello del lavoro sarebbe molto più facile fare adottare un testo difeso dalla ministra statalista El Khomri che da un liberale convinto come Macron. Il dinamismo di quest’ultimo infastidisce troppi membri dell’esecutivo per non costringere Hollande a mettervi freno e a fare l’equilibrista con l’ala giacobina. La quale, dopo lo smacco della “déchéanche de nationalité”, aspetta come risarcimento che il presidente francese dia un buffetto – o uno schiaffo? – al suo ministro dell’Economia.

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