Il caso dei due iracheni arrestati a Helsinki per un massacro

Daniele Raineri

Secondo l’accusa, fanno parte dello Stato islamico e nel giugno 2014 hanno partecipato all’uccisione di mille prigionieri.


Questo articolo contiene immagini non adatte a un pubblico impressionabile

 

 

La settimana scorsa la polizia finlandese ha arrestato due iracheni a Helsinki con l'accusa di avere partecipato al massacro di Camp Speicher in Iraq, nel giugno 2014, uno degli episodi più noti e cruenti dell'ascesa dello Stato islamico.

 

Ecco cosa si sa dei due iracheni: sono due fratelli gemelli, hanno 23 anni, sono arrivati in Finlandia a settembre per chiedere asilo come rifugiati e la polizia ha scoperto la loro identità a novembre. Il governo di Baghdad ha chiesto la loro estradizione in Iraq. Si sa anche che compaiono in una sequenza dei video che lo Stato islamico ha filmato durante la strage e poi ha messo su Internet – una sequenza in cui fanno parte di un gruppo che uccide undici soldati iracheni disarmati. Secondo un sito di news irachene i loro nomi sono Dahham al Qaissi e Ahmed al Qaissi.

 

Perché è una notizia interessante? Prima di tutto c’è un problema di sicurezza. I due fratelli Qaissi forse erano in Finlandia come disertori per chiedere davvero asilo  – e allora è la storia di due carnefici che prima hanno partecipato a un massacro in nome del Califfato e poi dopo un anno cambiano idea e desiderano le garanzie del welfare europeo. Oppure sono due infiltrati, fanno parte cioè di quel piano a lungo termine dello Stato islamico per inviare uomini sotto copertura in Europa e poi compiere attacchi di rappresaglia contro i civili. Non è detto che la Finlandia fosse il bersaglio. Il collegamento più immediato è con il caso di Abdelhamid Abaaoud, il belga che ha diretto la strage di Parigi la sera del 13 novembre sfruttando anche l’aiuto di alcuni uomini che sono arrivati a Parigi fingendosi rifugiati. Nota bene: questa finzione fa parte del piano generale dello lo Stato islamico, che con gli attentati vuole provocare anche la chiusura delle frontiere e interrompere l'esodo dei rifugiati (il loro ragionamento è che i musulmani devono cercare protezione sotto il Califfo e non in Europa).


Il doppio arresto di Helsinki è una notizia interessante anche perché i fatti di Camp Speicher sono un pezzo di storia contemporanea del medio oriente. Il massacro è uno dei più efferati degli ultimi decenni: si dice che – messo davanti alla domanda:  cosa facciamo di tutti questi prigionieri? – il capo del gruppo Abu Bakr al Baghdadi abbia ordinato che i sunniti fossero separati dagli sciiti e lasciati liberi di andare, come gesto di grazia, e che tutti gli altri invece fossero uccisi sul posto (lo Stato islamico odia gli sciiti e si dipinge come il protettore dei sunniti). La cifra dei morti è ancora incerta, ma superano i mille. Chi ha ordinato materialmente quella strage? Chi era presente quel giorno? Come funzionò la collaborazione tra i fedeli del partito Baath di Saddam Hussein – presenti in forze a Tirkit, città natale del rais iracheno deposto nel 2003 – e lo Stato islamico? La strage di Camp Speicher è uno delle intersezioni più evidenti fra il baathismo e l’ideologia dello Stato islamico. Se le accuse sono vere, i due gemelli sono testimoni diretti di quel giorno e possono fornire un resoconto interessante. Quello che è successo a Tikrit nel giugno 2014 è stato raccontato poco in occidente, ma in medio oriente è diventato la misura di cosa è capace di fare lo Stato islamico. In Iraq le notizie sulla caccia ai responsabili sono molto seguite.

 

Si vedono i due gemelli nei video del massacro, come dice la polizia finlandese? Lo Stato islamico ha messo su internet due video diversi che riguardano i fatti di Camp Speicher, uno nel luglio 2014 e un altro nel luglio 2015. Il secondo è il più completo (e stomachevole) e mostra molte scene di uccisioni a sangue freddo – qui vedete la locandina messa su internet quando fu diffuso. Ci sono versioni differenti su chi siano i due e su quando compaiano nel video. Nota bene: in questo momento non c'è un'indicazione chiara da parte delle autorità, quindi si procede per ipoetsi differenti, sempre tenendo conto che non c'è stato ancora un processo concluso da una sentenza, c'è stato soltanto un arresto.

 



 

La versione iraniana. Il sito iraniano al Alam dice che i due arrestati sono questi due, qui evidenziati in un fermo immagine.

 

Il video non li mostra mentre uccidono “undici soldati”, come è stato detto la settimana scorsa, ma la corporatura è abbastanza simile a quella delle immagini finlandesi che mostrano uno dei due, già arrestato (vedi i fermo immagini presi dal video dello Stato islamico e il video di uno dei due arrestati girato la settimana scorsa).

 

 

 

 

La versione hipster

 

 

Se i nomi messi in circolazione da un sito di news irachene sono corretti, allora i due iracheni potrebbero essere questi due gemelli in questa foto molto in posa.

 

E’ la versione più suggestiva, se è vera, e infatti questa foto è già stata cannibalizzata da molti utenti su Twitter: i due stragisti si sono adattati alla perfezione all'Europa, sembrano due hipster.

 

 

Questa è la foto presa dal profilo Facebook di Dahham al Qaissi, cittadino iracheno di Falluja che si è spostato in Finlandia. Indicato ora dai siti iracheni come uno dei colpevoli della strage di Camp Speicher.

 

 

Questo è lui durante il massacro, sostengono alcuni siti dei media iracheni. Se è davvero lui, compare diverse volte nel video dello Stato islamico, anzi: è uno dei protagonisti. Ma l’altezza e il numero degli uccisi come risulta dalle immagini e dalle informazioni fornite dai finlandesi non corrispondono.

 

 

Infine c'è la versione “degli undici”. Se il dettaglio della scena con gli undici uccisi fornito dalla polizia finalndese è affidabile, allora nel video c’è soltanto una scena in cui si vede l’uccisione di undici reclute. Probabilmente la scena è stata inserita perché mostra un episodio molto significativo agli occhi dei fanatici dello Stato islamico, un soldato iracheno che prova a salvarsi fingendo di essere sunnita, cerca di dimostrarlo pregando, ma commette un errore ed è assassinato sul posto, assieme agli altri. Le frecce indicano due membri dello Stato islamico che potrebbero essere due candidati a questa identificazione in Finlandia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il massacro di Camp Speicher

 

Camp Speicher in Iraq ha lo stesso significato che in Italia hanno ancora oggi la disfatta di Caporetto oppure l'8 settembre 1943, quando l'esercito italiano fu lasciato allo sbando.  

 

Nelle prime due settimane del giugno 2014 lo stato islamico conquistò Mosul, la seconda città dell'Iraq, e poi dilago nelle altre aree sunnite del paese, prendendo molte città una dopo l'altra. Tra queste c'era anche Tikrit , e poco fuori c'è Camp Speicher, una base chiamata così dai soldati americani durante la guerra e poi diventata l'accademia dell'aeronautica irachena.

 

In quei giorni di confusione e violenza quasi duemila cadetti furono lasciati senza ordine e senza protezione dai loro superiori e dal governo centrale di Baghdad. Provarono in massa a lasciare l'area, ma furono tratti in inganno da alcuni uomini di Tikrit – nostalgici del dittatore Saddam Hussein e carichi di rancore mortale contro chiunque rappresenti il nuovo Iraq. I cadetti furono accompagnati verso – come fu detto loro – una stazione degli autobus da dove avrebbero potuto mettersi in salvo e raggiungere altre parti del paese, quelle non sotto attacco. Invece furono consegnati ai combattenti dello Stato islamico, che ormai stavano prendendo il controllo della città, e portati dentro la ex immensa tenuta dei dittatore Saddam Hussein.

 

Là, tra i palazzi in stile neobabilonese e i giardini, furono trucidati in massa, a colpi di fucile e di pistola. Un bulldozer copriva sommariamente di terra ogni fila di cadaveri, e poi la strage ricominciava. Alcuni cadetti furono uccisi sulla sponda del fiume Tigri, in modo che i corpi cadessero in acqua e fossero portati piano dalla corrente verso la capitale Baghdad.  Ad aprile Tikrti è stata riconquistata dall’esercito iracheno, in cooperazione con l’aviazione americana e sul luogo del massacro sono comparsi piccoli mausolei.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)