L'Ue ora deve decidere che cosa vuol fare con Erdogan

Lia Quartapelle
Dopo la vittoria dell’Akp, abbiamo chiesto ad alcuni esperti se il ruolo stabilizzatore della Turchia è plausibile e che ne sarà del modello turco. Girotondo di opinioni

Erdogan ha avuto un atteggiamento spregiudicato durante la campagna elettorale, sul fronte interno e su quello esterno, e i metodi che ha utilizzato non sono certo rubricabili tra i cosiddetti strumenti di stabilizzazione. Basta pensare a come il presidente turco ha gestito la crisi dei rifugiati per relazionarsi con l’Unione europea: la Turchia non lavora per risolvere i problemi, ma per sfruttare il suo ruolo e consolidare la sua egemonia. Finora nel paese semmai la costante è stata l’instabilità, e ci possiamo soltanto augurare che le elezioni segnino una svolta in senso contrario. In questi anni il modello turco ha perso il suo slancio, come dimostra il confronto con quello tunisino. Dopo la sua primavera, la Tunisia, tramite Ennahda, ha voluto ispirarsi alla Turchia, con molte visite ad Ankara per studiare l'esempio turco. Ora, a distanza di anni, mentre la Turchia vive in un clima pesante – ancora più durante la campagna elettorale – la Tunisia vince un Nobel per la Pace e dimostra di aver avviato un processo di maturazione della politica e della società tutta che ha contribuito a creare un sistema plurale, multiconfessionale, aperto. Se la spinta del modello turco non è esaurita, certo la sua capacità di ispirare altri paesi è molto diminuita. Ora spetta alla Turchia decidere: mi auguro che resista una dialettica dentro all’Akp, soprattutto tra Erdogan e il premier Davutoglu, il quale ha usato parole e modi differenti rispetto al presidente durante la campagna elettorale. Ma soprattutto è necessario che l’Europa decida che cosa intende fare con la Turchia. Per avviare il processo di adesione all’Ue, abbiamo fatto molte promesse ad Ankara in passato che non potevano essere mantenute: bisogna trattare la Turchia con la serietà che merita, chiarendo i nodi esistenti e tutte le ambiguità, ma chiarendoci anche noi: se è una nostra alleata chiave, allora va trattata come tale, in tutti i contesti.

 

Lia Quartapelle
deputata del Pd in commissione Esteri
e ricercatrice dell’Ispi
(testo raccolto dalla redazione)

 

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