5 Novembre 2015 alle 12:58
L’Akp di Erdogan resta vincolato agli elementi chiave della sua politica estera. Il partito dice di essere dalla parte giusta della storia, spiega che le attuali difficoltà politiche sono temporanee e che la priorità della diplomazia umanitaria permetterà alla Turchia di continuare a esercitare fascino sulle masse arabe. Questa politica è entrata in conflitto con alcuni leader arabi strategici, in Egitto e altrove, ma l’Akp è riuscito a trovare terreno comune con l’Arabia saudita in Siria, dopo mesi di tensioni a causa del sostegno turco alla Fratellanza musulmana. L’Akp dice spesso di non essere un modello per la regione, piuttosto rivendica il fatto di fare da ispiratore per gli altri e sostiene che i suoi successi elettorali aiuteranno a trasformare la regione. Non ci saranno cambiamenti, la strategia erdoganiana adottata dopo le primavere arabe continuerà.
Aaron Stein è ricercatore da Instabul dell’Atlantic Council, autore di un saggio sulla politica estera turca “Turkey’s New Foreign Policy: Davutoglu, the Akp and the Pursuit of Regional Order”
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