La Cina ha un piano (quinquennale) per farsi amare dai giovani

Eugenio Cau
Quest’anno la macchina della propaganda ha deciso di svecchiare questo antico arnese sovietico, con un nuovo intento: vendere i riti della burocrazia cinese al pubblico giovane dell’occidente.

Roma. E’ il Tredicesimo piano quinquennale della Repubblica popolare cinese, varato dal Quinto Plenum del diciottesimo comitato centrale del Partito comunista, ma potete chiamarlo “Shi San Wu”. In questi giorni i notabili del Partito comunista cinese si incontrano a Pechino per decidere quale direzione dare all’economia del paese, rinverdendo una tradizione, quella dei piani quinquennali, che risale alla Russia sovietica ma che in Cina non si è mai spenta. Il Plenum sarà segreto e seguirà la stessa coreografia polverosa dei tempi di Mao, con la burocrazia e i funzionari dispiegati in enormi schiere nelle sale decorate di rosso dei palazzi del Partito, ma quest’anno la macchina della propaganda ha deciso di svecchiare questo antico arnese sovietico, con un nuovo intento: vendere i riti della burocrazia cinese al pubblico giovane dell’occidente. Ieri su internet l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha iniziato a pompare un video musicale in inglese che alterna cartoni animati, pezzi di video e tecniche di animazione in stop motion, e i cui protagonisti, una band di ragazzi occidentali vestiti da hipster-fricchettoni, con tanto di furgoncino Volkswagen (il leader della band assomiglia molto al David Bowie dei tempi di Aladdin Sane, ha notato il South China Morning Post), raccontano le meraviglie del nuovo piano quinquennale , con jingle accattivanti, un montaggio riuscito e un’estetica piuttosto attuale. “Ehi ragazzi, avete visto cosa sta succedendo in Cina? Il nuovo stile del presidente Xi Jinping? Sì! E c’è di più.

 

 

Lo Shi San Wu!”. Shi San Wu significa “tredici cinque” ed è l’abbreviazione che i pubblicitari cinesi hanno inventato per il tredicesimo piano quinquennale. E’ piuttosto efficace, ti entra in testa: “Se vuoi sapere cosa farà la Cina, tieni d’occhio lo Shi San Wu! Lo Shi San Wu! Lo Shi San Wu!”, recita il ritornello. Il video è un passo avanti notevole rispetto alla solita propaganda comunista, che ancora non ha smesso di riprendere gli schemi e gli slogan dei tempi passati. Cita l’estetica hipster, è un collage di generi che avrebbe successo su social network come Tumblr e Reddit, è fatto per essere virale su internet.

 

Il varo del nuovo piano quinquennale, che comprende il periodo dal 2016 al 2020, è un evento importante per la Cina, vista la grande influenza che lo stato continua a esercitare sulla seconda economia mondiale. Quest’anno le misure annunciate si concentreranno sulla transizione del modello di crescita cinese verso un’economia trainata dai consumi, e l’assestamento del cosiddetto “new normal” di crescita più bassa (secondo gli analisti il nuovo piano la fisserà intorno al 6,5 per cento) e maggiore efficienza. Da riunioni come quella di questi giorni, inoltre, nel passato sono uscite anche sorprese, cambiamenti al vertice del Partito o grandi inversioni di rotta, come l’apertura al mercato proposta da Deng Xiaoping. Ma l’importanza del piano quinquennale, che resta dopo tutto una cosa per addetti ai lavori, non giustifica l’investimento e l’innovazione in simboli e stili del video di “Shi San Wu”.

 

[**Video_box_2**]C’è altro in gioco, ed è l’esercizio di un soft power che vada oltre l’onnipresenza degli istituti Confucio in occidente, e che trasformi la Cina in una superpotenza non solo nell’immaginario degli analisti di geopolitica ma anche in quella dei ragazzi americani. Il mese scorso un altro video mostrava alcuni studenti stranieri che elogiavano in inglese la forte leadership di “Xi Dada”, papà Xi, come è chiamato affettuosamente dai media locali: alcuni ragazzi speravano perfino che un leader così potesse farsi strada nel loro paese. Era propaganda, certo, ma studiata apposta per un pubblico non cinese con l’intento di rompere l’egemonia culturale occidentale sul linguaggio giovanile. Pechino vuole convincere i giovani che l’immagine della Cina venduta dai media occidentali – quella di un regime oppressore – è falsa, e che esistono modelli alternativi, non meno accattivanti, che perfino i piani quinquennali possono essere interessanti. La Cina corteggia l’occidente non solo con la sua economia e la sua influenza politica, ma anche con video virali.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.