L'ultimo passo del tango militarista nel Mar cinese meridionale

Giulia Pompili
Ieri il Mainichi, quotidiano della sinistra liberal giapponese, ha titolato il suo editoriale così: “Il coinvolgimento americano nel Mar cinese meridionale è benvenuto, ma una tensione militare no”. Anche secondo l’analisi di Bloomberg l’ultima mossa di Washington rispetto allo zoppicante pivot asiatico non farà che aumentare la rivalità tra America e Cina.

    Guerra per acqua. Ieri il Mainichi, quotidiano della sinistra liberal giapponese, ha titolato il suo editoriale così: “Il coinvolgimento americano nel Mar cinese meridionale è benvenuto, ma una tensione militare no”. Anche secondo l’analisi di Bloomberg l’ultima mossa di Washington rispetto allo zoppicante pivot asiatico non farà che aumentare la rivalità tra America e Cina. Che cosa è successo? Martedì scorso la Marina statunitense ha inviato l’ammiraglia della flotta di stanza nel Pacifico, la Uss Lassen, a circa 22 chilometri dalle isole Spratly. E’ l’ultimo passo del tango militarista nel Mar cinese meridionale, dove Pechino sta costruendo in acque contese alcune isole artificiali – ufficialmente per facilitare la navigazione, ma l’analisi delle fotografie aeree ha mostrato che in realtà gli isolotti sarebbero fatti per ospitare basi militari. Inoltre la costruzione di isole artificiali rende territorio cinese anche l’area circostante (ricca di giacimenti energetici), un modo un po’ bullesco per rivendicare la proprietà di un territorio conteso con Vietnam e Filippine. Era la prima volta dal 2012 che i soldati di Washington superavano un confine autonomamente imposto dalla Cina. Nel maggio scorso un P8-A Poseidon americano con a bordo le telecamere della Cnn aveva sorvolato l’arcipelago delle Spratly, e da terra la Marina cinese gli aveva intimato di allontanarsi perché stava “entrando nel nostro spazio aereo militare”. Ieri il Global Times, giornale del Quotidiano del popolo di Pechino, ha accusato il Pentagono di provocare la Cina deliberatamente. Il quotidiano dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha scritto che l’America vuole provocare il caos nel Mar cinese meridionale, “proprio come ha fatto in Afghanistan e Iraq”. Zhu Feng, direttore del China Center for Collaborative Studies of the South China Sea all’Università di Nanjing, ha detto a Reuters che “è ironico che l’escalation di tensione marittima avvenga proprio adesso”, a pochi giorni dal meeting ufficiale a Washington tra Barack Obama e Xi Jinping. E a pochi giorni dai tappeti rossi stesi da David Cameron a Londra per Xi Jinping e consorte. I fasti con cui la coppia di Pechino era stata accolta nella capitale britannica avevano scatenato anche il premier giapponese Shinzo Abe, che qualche giorno fa ha chiesto al governo inglese di trattare con meno deferenza l’alleato cinese.

     

    Martedì, subito dopo l’ingresso del cacciatorpediniere Uss Lassen nelle acque intorno alle isole Spratly, il settore della Difesa ha trainato al rialzo la Borsa cinese di Shanghai, mentre il resto delle Borse della regione ha chiuso in ribasso.

     

    L’Indonesia rilancia (il Tpp). Il presidente indonesiano Joko Widodo, durante la sua visita di stato a Washington, ha smesso i panni del leader della Svizzera del sud-est asiatico – l’Indonesia rivendica sempre la sua neutralità nelle beghe degli altri – e ha chiesto alle varie parti in causa di sedersi intorno a un tavolo e parlare della situazione nel Mar cinese meridionale per stemperare le tensioni. Inoltre, Jokowi ha annunciato (sorprendentemente) che l’Indonesia entrerà nel Trans Pacific Partnership, l’accordo commerciale tra l’America e altri undici paesi.

     

    Tokyo non è Disneyland. Il municipio di Shibuya, a Tokyo, ha iniziato a consegnare i certificati che riconoscono le coppie dello stesso sesso, equivalenti al matrimonio. La prima coppia a “sposarsi” è stata quella composta da Hiroko Masuhara e Koyuki Higashi, attiviste per le minoranze sessuali che nel 2013 avevano attirato l’attenzione dei media per aver rappresentato un vero e proprio matrimonio al parco Disneyland di Urayasu. In quella che sembra una corsa alla normalizzazione dell’omosessualità, in uno dei paesi più difficili per la diversità in generale, la tv giapponese Fuji ha annunciato la produzione di una serie tv con protagonista una coppia lesbica. E già questa è una notizia. Ma, secondo gli attivisti, “Transit Girls” fa un ritratto retrogrado e maschilista della normalità omosessuale.

     

    Una delle notizie più lette sui media online giapponesi, la settimana scorsa, riguardava il riconoscimento internazionale dell’invenzione di Toshihiro Kitsui. Il Bio Lux-water è un gabinetto che non ha bisogno di acqua e quindi può essere usato nelle zone dove manca, o in caso di disastri naturali. Il fondatore della Seiwa Denko co., che oggi ha 68 anni, ha una storia bellissima di lavoro per la comunità, dedizione e riscatto.

     

    Imparare, ma cosa? La Corea del sud ha una passione per i libri scolastici. Periodicamente Seul rimprovera Tokyo di insegnare agli studenti nipponici una versione della storia falsata, che non considera il male fatto dai giapponesi ai sudcoreani ai tempi della guerra. Ora l’Istituto nazionale della Storia coreana, un’istituzione governativa, ha deciso che entro il 2017 gli studenti coreani non potranno studiare su libri scolastici che non siano approvati dal governo. Qual è il casus belli? Sui banchi di scuola, secondo il partito di governo, il Saenuri, finiscono anche libri che tentano di spiegare agli alunni l’ideologia Juche, il cuore pulsante che tiene in piedi il regime di Pyongyang. Per i conservatori è propaganda, perché i ragazzi non sono in grado di capirla criticamente. Per i liberal il provvedimento governativo, se passerà, sarà invece una censura preventiva.

     

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.