Polizia israeliana in azione a Gerusalemme est (foto LaPresse)

Dopo gli attacchi agli israeliani la polizia limita l'accesso alla città vecchia di Gerusalemme

Redazione
Diversi episodi di violenza negli ultimi giorni. La stampa locale parlà già di Terza Intifada

La polizia israeliana ha ristretto l’accesso alla Città vecchia di Gerusalemme dopo due attacchi a danno di israeliani avvenuti nel fine settimana e a seguito dell’intensificarsi di un clima di tensione nei luoghi sacri.

 

Sabato un ragazzo palestinese ha ucciso con un coltello due israeliani e ha ferito una donna e il suo bambino piccolo, entrambi fuori pericolo di vita. Le due vittime, secondo le ricostruzioni della stampa israeliana, sono il padre del bambino, il ventiquattrenne Aaron Bennett, soldato dell’esercito israeliano, e il ventitreenne Nahmia Lavi, padre di sette bambini, rabbino che serve con l’esercito. Lavi ha affrontato il palestinese con la sua pistola, ma è stato disarmato e ucciso. L’attentatore ha poi preso la pistola e ha aperto il fuoco su un gruppo di turisti e su un agente di polizia, prima di essere ucciso dalla polizia in uno scontro a fuoco. L’attentatore si chiamava Mohamed Shafik Halabi, aveva 19 anni, era palestinese e viveva vicino a Ramallah.

 

Domenica la polizia israeliana ha ucciso un arabo mentre tentava di colpire con un coltello un ragazzo israeliano di 15 anni, che è rimasto ferito. In mezzo ai due fatti di sangue una serie di episodi di violenza da parte dei palestinesi, che ha iniziato a intensificarsi a settembre e ha raggiunto il suo picco nel fine settimana, ha portato ieri molti media israeliani a parlare dell’inizio di una Terza Intifada, nonostante gli appelli alla cautela degli analisti. La settimana scorsa una coppia di israeliani è stata uccisa davanti ai loro figli in Cisgiordania da uomini vicini a Fatah, la fazione del presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. Nella zona di Hebron, in Cisgiordania, una ragazza palestinese è stata uccisa dell’esercito mentre cercava di attaccare un soldato con un coltello, e questo ha provocato molti giorni di violenze. A Gerusalemme la tensione è alta fin da metà settembre, quando gruppi di giovani arabi si sono scontrati con la polizia sulla Spianata delle Moschee poche ore prima dell’inizio del Capodanno ebraico. Nel finesettimana, inoltre, le violenze sono continuate a Gerusalemme Est e in tutta la Cisgiordania, con lanci di pietre, scontri di strada e l’esplosione di un piccolo ordigno. Un palestinese di 18 anni, Hazifa Saliman, è morto negli scontri con la polizia a Tulkarm, Cisgiordania.

 

[**Video_box_2**]Visto il crescere delle violenze, ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato nuove misure per combattere il terrorismo palestinese contro cui, ha detto, “stiamo combattendo una guerra fino alla morte”. Tra queste vi è la restrizione dell’accesso dei palestinesi alla Città vecchia di Gerusalemme, mossa che non ha precedenti dalla fine della Seconda Intifada. La polizia israeliana sta consentendo il passaggio solo ai cittadini israeliani, ai residenti, ai turisti e a chi studia o lavora nell’area. La polizia ha inoltre chiso la Spianata delle Moschee a tutti i musulmani sotto i 50 anni.

Di più su questi argomenti: