L'alluvione degli scorsi giorni in Costa Azzurra ha provocato 19 vittime (foto LaPresse)

Appunti per chi dice che anche in Costa Azzurra è tutta colpa del global warming

Mauro Zanon
Météo France, l’ente pubblico incaricato di prevedere e studiare i fenomeni meteorologici, responsabile dell’emanazione delle allerte meteo, è al centro dei fuochi incrociati. I media usano la solita ideologia climatica anche in Francia, ma per spiegare (e prevenire) la catastrofe sarebbe bastato il buon senso.
Météo France, l’ente pubblico incaricato di prevedere e studiare i fenomeni meteorologici, responsabile dell’emanazione delle allerte meteo, è al centro dei fuochi incrociati a due giorni dalle inondazioni che hanno devastato la Costa Azzurra, provocando almeno venti morti tra cui un italiano, per non aver previsto l’entità delle precipitazioni che potevano abbattersi nella zona. E pensare che soltanto tre giorni fa aveva lanciato in pompa magna Climat Hd, un’applicazione interattiva che permette di avere accesso a tutte le informazioni concernenti i cambiamenti climatici in Francia, regione per regione, dalle ondate di calore alla temperatura media invernale, dall’umidità del suolo alle precipitazioni.

 

Mentre il Monde si chiede se “le violente intemperie nelle Alpi Marittime siano dovute al riscaldamento globale” e i giornali locali incolpano “l’urbanizzazione intensiva che disprezza le leggi della natura”, Eric Ciotti, deputato dei Républicains e presidente del dipartimento colpito dall’alluvione, cerca di riportare tutti alla realtà, senza occhiali ideologici, evidenziando che l’“allerta arancio”, lanciata da Météo France, proprio perché molto frequente nelle Alpe-Marittime, non era sufficiente per la violenza delle intemperie che poi si sono effettivamente abbattute. L’“allerta arancio”, nella scala delle previsioni, corrisponde al secondo livello di gravità. Un’“allerta rossa” sarebbe stata quella più adatta: “Di quelle ‘arancio’ ce ne sono state diverse decine dall'inizio dell'estate, la gente la considera banale. La gradazione dei diversi livelli deve essere rivista”, ha attaccato Ciotti.

 

Sulla scia di Ciotti si è inserito il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, il quale a Europe 1 ha dichiarato sabato sera di “porsi molte domande in merito a come lavora Météo France”. “Con ciò che si è verificato questa notte, è incredibile che sia stata emanata un’‘allerta arancio’. Siamo a un livello che non arancio, ma rosso. Un tale livello, una tale violenza, nessuno l’ha previsto e nessuno è stato allertato. Se ci fosse stata un’allerta rossa sui luoghi in cui ci sono state le precipitazioni, questa avrebbe costretto nelle ore precedenti a prendere delle precauzioni, a far evacuare i luoghi a rischio e soprattutto i camping”, ha tuonato Estrosi, prima di aggiungere: “Sia i servizi dello stato che le autorità competenti sarebbero intervenuti in maniera diversa e preventiva”.

 

[**Video_box_2**]Al panico messo in circolazione da numerosi giornali, che hanno puntato subito il dito contro il “riscaldamento globale” quale causa principale della catastrofe, ha messo un po’ d’ordine prima il climatologo Jean Jouzel, “Non attribuiamo direttamente la colpa di ciò che è successo al riscaldamento globale”, poi il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, “non si può stabilire un legame diretto fra il riscaldamento climatico e un fenomeno particolare. È vero solo che con il riscaldamento i fenomeni sono più violenti”. Si chiama imprevedibilità della natura.