Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

Alla conferenza del Labour "Marx è tornato di moda!"

Paola Peduzzi
Piketty, Stiglitz e Mazzucato felici per i loro nuovi, insperati leader politici di riferimento, da Corbyn a Varoufakis

L’ordine di scuderia è evitare la guerra civile, ma la missione è invero complicata. Si litiga tantissimo, nel Labour britannico, ogni occasione è buona per vendicarsi di qualche dispetto del passato o per sottolineare le diversità ormai inconciliabili tra l’anima riformatrice (perdente) e l’anima radical-nazionalizzatrice (vincente). I media non fanno che alimentare lo scontro, con leak su leak che raccontano il tentativo dei radicali, al potere con Jeremy Corbyn e pieni di rancore verso il Labour degli ultimi vent’anni, che stanno facendo di tutto per espellere i “dissidenti”, che sarebbero i blairiani. I moderati non stanno certo buoni, il “principe delle tenebre” Peter Mandelson, blairiano vociante, dice cose tremende su Corbyn ma precisa che non è ancora arrivato il momento di organizzare il golpe (con l’evidente intento che le sue parole circolino) e dal congresso del Labour gli fanno sapere che il primo a doversi organizzare è lui, ché il suo futuro nel partito non è affatto garantito.

 

Di scaramuccia in scaramuccia, Corbyn registra video rassicuranti con la camicia bianca e la luce che viene da dietro come in un’apparizione, e poi si lascia intervistare – finalmente – da Andrew Marr complicandosi da solo la vita, perché essere rivoluzionari e credibili allo stesso tempo è davvero difficile. Discutendo di sicurezza e di Trident, la giornata a Brighton, dove si tiene la conferenza annuale del Labour (che clima diverso c’era un anno fa, e pure Ed Miliband proprio in quest’occasione tenne il discorso più brutto della sua carriera), è inciampata in altri ostacoli, come quello della guerra contro lo Stato islamico: sono tutti pacifisti, tranne il ministro degli Esteri, Hilary Benn, che dice che, a un eventuale voto in Parlamento, il Labour potrebbe votare a favore dell’intervento.

 

[**Video_box_2**]Ma tutto scompare di fronte alle parole del cancelliere dello Scacchiere ombra, il più controverso dei corbinistas, John McDonnell, che ha approfittato del palco della conferenza per festeggiare: “Marx è tornato di moda!”, ha detto, facendosi forte del gran sostegno raccolto tra gli economisti neokeynesiani che ormai si sono votati alla causa del radicalismo e fanno a gara per dare idee e bazzicare tra i Varoufakis e i Corbyn, aspettando Podemos in Spagna. C’è il solito Thomas Piketty, in coppia con il solito Joseph Stiglitz, e poi Mariana Mazzucato, tutti pronti a riunirsi con cadenza invero non troppo ravvicinata, ogni tre mesi – non vorrete che il capitalismo finisca così in fretta! – per dare sostanza e spessore ai loro nuovi, insperati leader politici di riferimento.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi