Le Damas de Blanco manifestano a Cuba

La finta amnistia di Cuba, "sfida morale" per Papa Francesco

Maurizio Stefanini
Il Pontefice è atteso in visita sull'isola e il regime si preparava ad accoglierlo con la liberazione degli oppositori politici. I numeri dicono però che le cose non andranno proprio così
Cinque giorni prima dell’arrivo di Papa Francesco a Cuba, una cinquantina di dissidenti sono stati arrestati durante una marcia di protesta. Niente di nuovo sotto il sole, in realtà. Da 22 domeniche a oggi, le Damas de Blanco marciano tutte le mattine per la libertà dei detenuti politici. E da 22 domeniche polizia e simpatizzanti del regime intervengono, picchiandole e arrestandole. La detenzione dura poche ore, e la settimana dopo il copione si ripete. Per questo ad agosto gli arresti per ragioni politiche hanno raggiunto la cifra record di 768 persone imprigionate.

 

Questa domenica, però, c’era la novità dell’imminente visita pontificia e dell’amnistia che era stata annunciata in vista dell’arrivo del Papa e che prevede la liberazione di ben 3.522 detenuti. Il problema è che secondo quanto ha reso noto il governo, il provvedimento riguarderà “persone con oltre 60 anni di età, giovani minori di 20 anni senza altri precedenti penali, malati cronici, donne, coloro che arrivavano al termine stabilito per la libertà condizionale nell’anno 2016 e una parte di detenuti che scontano la pena e lavorano, così come stranieri, sempre che il paese di origine garantisca il loro rimpatrio”. Ma, salvo ragioni umanitarie, sono esclusi i condannati per omicidio, stupro, pederastia con violenza, corruzione di minori, furto e macellazione di bestiame di grande taglia, traffico di droga, rapina con violenza, intimidazione di persone in modalità aggravata e delitti contro la sicurezza dello stato. Insomma, per i fratelli Castro gli oppositori politici e coloro che si fanno arrosto una mucca aggirando il razionamento stanno sullo stesso piano di assassini, stupratori, rapinatori, pedofili e narcos. Secondo i calcoli, sarà liberata una sola persona tra quelle che compaiono nella lista dei 60 detenuti politici cubani (a parte gli arresti di domenica).

 

Berta Soler, la leader delle Damas de Blanco, sostiene che il regime negli scorsi mesi abbia fatto retate di piccoli delinquenti in genere tollerati apposta per poter poi gonfiare le liste dei liberati nel momento in cui Francesco sarebbe stato arrivato. Per questo, la marcia di domenica chiedeva di estendere l’amnistia anche ai detenuti politici. Tra i non liberati, tra l’altro, c’è Danilo Maldonado Machado “El Sexto”, un popolare artista e graffitaro, arrestato a Natale con l’accusa di aver progettato una performance “irrispettosa” nei confronti dei fratelli Castro. L’evento avrebbe avuto raggiunto il culmine con l’esibizione di due maiali con su scritto “Fidel” e “Raúl”. I parenti del “Sexto” dicono che i maiali c’erano, ma i nomi li ha scritti la polizia. Ad ogni modo, da allora non è stato ancora processato.

 

[**Video_box_2**]Gli arresti a Cuba arrivano dopo la condanna dell’oppositore venezuelano Leopoldo López a 13 anni, 9 mesi, 7 giorni e 12 ore. L’Economist ha pubblicato un articolo in cui sostiene che questi sviluppi a Cuba e in Venezuela pongono una “sfida morale” a Papa Francesco, accusato di essere duro nel denunciare il capitalismo ma ultimamente un po’ troppo timido verso le violazioni dei diritti umani compiute da regimi che si proclamano di sinistra.