Dick Cheney (foto LaPresse)

Il ritorno di Cheney contro il deal

Redazione
L’ex vicepresidente porta a scuola Obama su come si tratta con l’Iran

La battaglia contro il deal nucleare iraniano non è ancora finita, anche se il presidente americano Barack Obama ha ottenuto al Congresso i voti necessari per difendere l’accordo con la Repubblica islamica dall’opposizione repubblicana. A ricordarlo ieri è sceso in campo Dick Cheney, ex vicepresidente di George W. Bush e architetto dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003, che in un discorso di enorme forza tenuto all’American Enterprise Institute ha portato a scuola Obama (e alcuni candidati alle primarie repubblicane) su come si sarebbe dovuto “gestire un negoziato serio”. “L’approvazione di questo accordo non fermerà un Iran dotato di armi nucleari”, ha detto Cheney, aggiungendo che non solo gli ayatollah godranno di fondi e armi per estendere il loro controllo sulla regione: la rimozione della restrizione ai missili balistici metterà in pericolo la stessa sicurezza del suolo americano. “A mia conoscenza nessuna nazione nella storia ha mai acconsentito a garantire che i mezzi per la sua stessa distruzione siano nelle mani di un’altra nazione, soprattutto di una ostile”, ha detto. “Il risultato potrebbe essere catastrofico”.

 

Cheney mette in guardia dal rischio di una proliferazione nucleare in tutto il medio oriente, e smentisce le promesse del segretario di stato John Kerry, che aveva garantito per i siti nucleari iraniani ispezioni serrate di cui nel testo dell’accordo c’è scarsa traccia. Smonta anche le motivazioni di Obama, secondo cui questo è il miglior deal possibile: “E’ ancora possibile un deal molto migliore, che inizia col rimettere in chiaro i nostri obiettivi iniziali”, ha detto Cheney, citando la fine completa dell’arricchimento dell’uranio e del programma di missili balistici, oltre che la garanzia di accesso completo ai siti nucleari. “Se l’Iran si rifiuta di fare tutto questo, deve avere ben chiaro che gli Stati Uniti sono pronti a usare la forza per assicurarsi che non acquisisca armi nucleari”. Tenere duro sui “punti non negoziabili” e mantenere alta la minaccia militare: “E’ quello che l’Amministrazione avrebbe dovuto fare fin da subito”. “Armare e fornire fondi all’Iran e al tempo stesso mostrargli una via per l’arma atomica non è un atto di pace”, ha detto Cheney. “Non è, come dice il presidente, l’unica alternativa alla guerra. E’ pura follia”.

 

Di più su questi argomenti: