La Regina Elisabetta (foto LaPresse)

Elisabetta, l'eternità dell'ultima regina

Redazione
Da mercoledì il suo sarà il regno più lungo della storia di Gran Bretagna. Al Pil inglese la sua morte costerà miliardi di sterline

«Continuerò a servirvi finché vivo».

Enrico Franceschini, la Repubblica 7/2/2012

 

Mercoledì la regina Elisabetta supererà il record del regno di Vittoria, durato 23.226 giorni e 23 minuti  (63 anni 216 giorni) e diventerà il sovrano che ha regnato più a lungo nella storia della Gran Bretagna. Con la morte di Abdullah, nel gennaio scorso, è anche la più anziana sovrana vivente al mondo.

 

Quando Mandela si complimentò con lei per la sua buona salute rispose: «Sono figlia di mia madre». La regina madre morì a 101 anni.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

La regina Vittoria fu incoronata il 20 giugno 1837 a seguito della morte dello zio Guglielmo IV e vi restò sino al 2 gennaio 1901. Il suo primogenito Edoardo VII dovette quindi aspettare 59 anni e 2 mesi prima di salire sul trono (record battuto circa quattro anni fa da Carlo). Alla sua morte nel 1910 fu incoronato Giorgio V che nel gennaio del 1936 lasciò lo scetto al suo primogenito Eduardo VIII. Quest’ultimo però, neanche un anno dopo l’incoronazione, abdicò al trono per amore di Wallis Simpson (che sposò nel 1937) e Albert, suo fratello minore, divenne re Giorgio VI, quello balbuziente, per interdenci, il papà di Elisabbetta e Margaret.
Sergio De Benedetti, Libero 6/2/2014

 

Quel 20 dicembre del 1936, quando lo zio David, il re Edoardo VIII, firmò l’abdicazione nella villa di Fort Belvedere, Elisabetta aveva dieci anni. La sorella minore Margaret le chiese: «Questo significa che poi diventerai regina anche tu, Lilibet?». «Suppongo di sì», rispose lei. E Margaret, che aveva sei anni, aggiunse: «Povera te».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Elisabetta è il quarantesimo monarca britannico. Oggi formalmente regna, oltre che sul Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, su altri 15 stati sovrani del Commonwealth. Anche se potrebbe perdere il titolo alle Barbados, la piccola isola dei Caraibi vuole infatti diventare una repubblica.
Francesco Semprini, La Stampa 1/9/2015

 

 

La prima sovrana d’Inghilterra fu Jane Grey, a 17 anni, nel 1553. Costretta a salire sul trono a seguito delle cospirazioni del suocero, dopo solo nove giorni di regno fu deposta da un’altra donna, la cattolica e più amata dal popolo Maria (la Sanguinaria per intenderci), che la rinchiuse nella Torre di Londra. Morì decapitata il 12 febbraio 1554. Poi ci fu Elisabetta I. Infine altre due donne regnarono, sempre nel Seicento: Maria II e Anna.
Francesco Rigatelli, La Stampa 6/2/2012

 

Elisabetta è nata con parto cesareo alle 2.40 del 21 aprile 1926, in una casa al 17 di Bruton Street, a Londra. Il palazzo, Strathmores’ House, era la residenza cittadina dei genitori di sua madre, Elizabeth Bowes-Lyon. La Strathmores’ House ora non esiste più e al numero 17 c’è un lussuoso ristorante cinese.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Da bambina, patì di disturbo ossessivo compulsivo. Non si addormentava la sera prima di aver compiuto un rituale con i suoi trenta cavalli giocattolo, alti una trentina di centimetri e con le rotelle: osservando le regole di stalla, toglieva la sella a ogni cavallo e li nutriva e abbeverava tutti. Inoltre metteva le scarpe esattamente nello stesso posto sotto la sedia formando uno strano angolo coi vestiti piegati. Se dopo pranzo riceveva in premio zollette di zucchero le allineava sul tavolo.
Oliver James, Ti hanno f****to Rizzoli, 2005

 

Imparò il francese da una governante, storia costituzionale da un professore che mangiava continuamente zollette di zucchero, la poesia, l’arte dalla nonna Mary di Teck che la portava nei musei spiegandole il significato di dipinti e statue, mentre «Grandpa England» (Nonno Inghilterra), così chiamava il re Giorgio V, le aveva suggerito di leggere ogni giorno i giornali e di studiare la storia.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

La regina Elisabetta II è in realtà «una casalinga incolta, disinteressata, ignorante perfino della storia della propria famiglia» (David Starkey, storico che si autodefinisce «razionalmente monarchico»).
Cinzia Sasso, la Repubblica 23/12/2007

 

«Una volta, a 19 anni, sono uscita da palazzo reale con mia sorella Margaret e ci siamo mescolate alla folla. Eravamo terrificate all’idea di essere riconosciute, mi sono tirata il cappellino sugli occhi e abbiamo camminato a testa bassa fino a Whitehall, emozionate e felici». La notte della vittoria della guerra tornò a casa alle 3 del mattino.
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Nel 1939, a tredici anni conobbe Filippo di Grecia durante un viaggio, sul Royal Yacht Victoria and Albert. Fu lui, allievo del Royal Naval College di Dartmouth, a farle visitare l’accademia. I due s’innamorarono a prima vista. Vittorio Sabadin: « Quando lo yacht reale ripartì, Filippo salì su una barca e lo seguì a remi, con Elisabetta che lo guardava dalla balaustra, nel più romantico e silenzioso degli arrivederci, finché non arrivò re Giorgio VI a invitare quel giovane ad andarsene».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

I due si fidanzarono nel 1946. L’anello fu disegnato da Filippo.
Corriere della Sera 19/11/2007

 

È il primo sovrano a celebrare le nozze di diamante. Sposò Filippo il 20 novembre 1947. Scrive Giorgio Sanna, cronista dell’epoca sul Corriere: «Sono le 11 nell’Abbazia di Westmister, lei indossa un abito coloro rosa avorio, con ricami di stelle, rose e spighe di grano, decorato da perle e lustrini. Per cucirlo ci hanno lavorato per sette settimane, in assoluto segreto, 350 sarte del couturier reale Norman Hartnell. Lo strascico è lungo 5 metri e dal diadema pende un lungo velo. Tiene in mano un mazzo di orchidee bianche. Ha in testa la tiara di Giorgio III e una corona di brillanti e diamanti regalatale dalla madre, Elizabeth Bowes-Lyon. È talmente emozionata da farla cadere in terra, il gioielliere di corte, convocato d’urgenza a palazzo reale, è costretto a febbrili lavori di riparazione fino all’ultimo minuto».
Giorgio Sanna, Corriere della Sera 21/11/1947

 

Guido Santevecchi: «In un Paese ancora sottoposto all’austerità del dopoguerra, con un razionamento più stretto di quello imposto durante la lotta contro il nazismo, il governo del laburista Attlee diede generosamente alla principessa 200 coupon extra per pagare il vestiario. E migliaia di donne britanniche spedirono alla sposa i tagliandi delle loro tessere annonarie, che però furono mandati indietro con un biglietto di ringraziamento: cedere i buoni personali era considerato borsa nera. Ebbe qualche problema di approvvigionamento anche Mr Hartnell, costretto ad assicurare che i bachi da seta non erano stati allevati in Giappone o Italia e dunque non erano “ex nemici” e quando ammise che provenivano dalla Cina dovette rassicurare il popolo che “erano tutti nazionalisti e non comunisti”».
Guido Santevecchi, Corriere della Sera 28/7/2007

 

La nazionalità aveva creato imbarazzo anche allo sposo: a parte la madre nata a Windsor da genitori che avevano rinunciato ai titoli germanici, nessun membro della sua famiglia è tra gli invitati: le sorelle sono sposate con tedeschi che hanno apertamente simpatizzato con il nazismo.
Giorgio Sanna, Corriere della Sera 21/11/1947

 

«La futura regina di Inghilterra promette al suo sposo di amarlo, onorarlo e di obbedirgli. Dopo la cerimonia i reali offrono ai 146 invitati un breakfast: sogliola Mountbatten, pernice in casseruola, fagiolini e patate, bombe glacée Princesse Elizabeth. La torta, in quattro strati, è alta tre metri e pesa 25 chili e viene tagliata da Filippo con la spada regalatagli dal suocero».
Giorgio Sanna, Corriere della Sera 21/11/1947

 

Una fetta della torta nuziale della regina Elisabetta è stata venduta all’asta per 680 euro giovedì scorso. Si tratta di una torta di frutta che, per via dell’alto contenuto di alcol, sarebbe ancora commestibile nonostante siano passati 68 anni. Il dolce conserva ancora la confezione originale: un pacchetto color avorio, con le lettere dorate E e P (Elizabeth e Philip) e la scritta «Buckingham Palace 20th November 1947».
AdnKronos 2/9/2015

 

Ricevette 2.500 i regali: tra questi, due tazze da cioccolata in porcellana inviate da Papa Pio XII; 500 casse di ananas in scatola spedite dal governatore dell’Australia; un merletto tessuto a mano inviato da Gandhi.
Giorgio Sanna, Corriere della Sera 21/11/1947

 

Quella volta che George Bush sr, in visita a Buckingham Palace prese uno strano piatto d’argento dotato di tre gambe e chiese alla regina a cosa servisse. Risposta di Sua Maestà: «Sinceramente speravo che me lo dicessi tu, visto che me lo hai regalato».
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Nel momento in cui il padre morì «serenamente nel sonno», Elisabetta si trovava sopra un albero in Kenya con il marito Filippo. Vittorio Sabadin: «Erano nell’Aberdare National Park, al Treetops Hotel, un resort le cui stanze sono appoggiate sui rami di un gigantesco, vetusto albero di fico per consentire agli ospiti di poter osservare gli animali […]. Anche il leggendario cacciatore inglese Jim Corbett si trovava nel resort, e scrisse una frase diventata famosa, che ancora compare su una targa appesa a una parete dell’albergo: “Per la prima volta nella storia del mondo, una giovane ragazza è salita su un albero un giorno come principessa e ne è scesa il giorno dopo come regina. Che Dio la benedica”».

Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Fu poco dopo, al Sagana Lodge, che Filippo le diede la più triste delle notizie: era diventata regina.

 

«Ho questa immagine nella mia mente, nel Sagana Lodge il 6 febbraio 1952. La regina siede alla sua scrivania, matita in mano, mentre il principe Filippo è sdraiato su un sofà e tiene aperto il Times sulla faccia. Sentii in quell’istante che qualcosa era cambiato, e lo era davvero. La donna che ora dobbiamo chiamare “regina” sedeva dritta, senza lacrime, nella piena accettazione del suo destino» (Martin Charteris, segretario privato, ricorda il giorno in cui portò alla neo regina i documenti per l’ascesa al trono).
Richard Newbury, La Stampa 6/2/2012

 

Il 7 febbraio ad accoglierla sulla pista di Heathrow, vestiti di nero, c’erano il premier Winston Churchill e membri del governo a capo scoperto, con il cilindro tenuto nella mano sinistra, insieme al bastone da passeggio. Una fila di Rolls-Royce, anche quelle tutte nere, erano parcheggiate poco lontano. «Hanno portato pure i carri funebri» commentò Elisabetta dall’oblò dell’aereo.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

L’incoronazione nella cattedrale di Westminster avvenne un anno dopo, il 2 giugno 1953. Aveva ventisette anni. Arrivò sulla Gold State Coach fatta costruire nel 1762 e usata per le incoronazioni. Sabadin: «Vestiva un abito Hartnell, lo stesso stilista del suo abito nuziale, in testa aveva l’Imperial State Crown, fatta di 273 perle, 18 zaffiri, 11 smeraldi, 5 rubini e 2.868 diamanti, tra i quali il Cullinan II, la “Seconda Stella d’Africa” (la “Prima Stella” è nello scettro reale) [vedi foto 7]. Ai piedi babbucce impreziosite da rubini commissionate a Roger Vivier.
Francesco Semprini, La Stampa 1/9/2015

 

Elisabetta portò corona e vestito per giorni, mentre lavorava per abituarsi al peso ma al momento di muovere il primo passo in chiesa era bloccata: «Si rivolse senza nemmeno girare il capo all’arcivescovo di Canterbury, Geoffrey Fisher, che le stava di fianco e gli ordinò di darle una spinta: “Mi faccia partire”».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Ancora oggi qualche giorno prima dell’apertura del Parlamento, quando la corona imperiale – solitamente esposta nella Torre di Londra – non è disponibile, la regina si mette in testa un sacco con dei fiori dello stesso peso per fare pratica.
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Più di cento anni prima, la regina Vittoria si era mostrata insofferente e impacciata durante la sua incoronazione a Westminster, avvenuta quando aveva solo 19 anni. Tutti restarono stupiti nel vedere invece con quanta dignità e sicurezza la nuova giovane regina si muoveva e pronunciava le formule di rito. Quella di Elisabetta fu la prima incoronazione trasmessa in diretta tv – in Italia la raccontò magistralmente per radio Arrigo Levi.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Elisabetta non si rese conto di essere una regina finché non vide sulle bottiglie di latte l’incisione EIIR.
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Antonio Polito: «Quando Elisabetta assurse al trono c’era la guerra in Corea, Churchill era primo ministro, Tony Blair non era stato nemmeno concepito. Il 30 per cento dei suoi sudditi ancora credeva che fosse stata scelta dall’Onnipotente, mentre oggi il 34% se ne sbarazzerebbe senza drammi. Appena regina, proibì alla sorella Margaret di sposare l’amante perché divorziato. Poi Margaret ha divorziato, i figli Carlo, Anna e Andrea hanno divorziato, Anna si è risposata, Carlo è stato adultero e concubino, e il quarto rampollo, Edoardo, ancora non divorzia da una moglie che ha giurato alla stampa che lui non è gay. Se Elisabetta voleva salvare intatto il suo mondo, ha fallito. Ma non era questa la sua missione terrena. Lei doveva solo tenere in vita il Regno Unito. E ci è riuscita».
Antonio Polito, la Repubblica 5/2/2002

 

Quella volta che Margaret telefonò a un suo amico minacciando di buttarsi dalla finestra per oscure ragioni e lui chiamò la regina, lei gli rispose: «Non si preoccupi, la sua stanza è al piano terra».
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

«Come nelle migliori famiglie, anche noi abbiamo le nostre eccentricità, i nostri bisticci e i nostri giovani impetuosi» (Elisabetta).
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Filippo è l’unico che può permettersi di dire alla regina quello che vuole, come la volta che minacciò di buttarla fuori dall’auto se avesse continuato a protestare per come guidava veloce.
Michela Auriti, Oggi 29/5/2012

 

Ciò non toglie che in Australia durante le riprese di un documentario Filippo fu visto uscire di corsa da un cottage, seguito da una racchetta e da un paio di scarpe da tennis che la regina gli aveva lanciato dietro.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Il principe Filippo in privato la chiama «cabbage» (cavolo) oppure «salsiccia».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Le loro liti sono furibonde e nelle discussioni Elisabetta usa la tattica di parlare per enigmi. A lui piace la birra, a lei il gin. Non hanno mai fatto il bagno insieme solo perché una cameriera deve essere sempre presente quando si fa la toilette la regina, ma hanno sempre dormito in stanze comunicanti e una mattina il valletto James MacDonald fu piuttosto imbarazzato, entrando nella camera di Filippo, nel vedere Elisabetta in camicia da notte di seta e il marito nudo. «Pigiama? Non indossare mai quella roba», gli disse il principe. Una volta a un ballo in maschera si presentarono vestiti da cameriere e domestica.
Corriere della Sera 19/11/2007

 

«Il suo bagno è pronto, Ma’am». Durante una visita in Irlanda del Nord, Blair rimase sconvolto quando durante una riunione con la regina venne interrotto da una dama di corte perché la sovrana doveva farsi il bagno. Elisabetta si immerge nella vasca due volte al giorno: al mattino l’acqua deve essere più fredda, per tonificare, la sera più calda, per rilassarsi.
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Compra mutande e reggipetto da Rigby & Pellar. Li vuole di seta, tutti realizzati a mano.
Michela Auriti, Oggi 29/5/2012

 

Per evitare l’effetto Marilyn Monroe, le sarte della regina cuciono dei pesetti negli orli degli abiti.

Angela Kelly, Vestire la regina

 

Franceschini «La giornata della regina comincia alle sette e trenta del mattino con una domestica che dà la sveglia saluta e si allontana. Alle sue spalle appare una seconda domestica, che la aiuta a indossare il primo della mezza dozzina di abiti o più della giornata. Alle otto e trenta viene servito il breakfast, uova alla coque, toast e caffè, quest’ultimo fatto arrivare dal vicino Hotel Savoy, quello dove andava a pranzo Churchill. Sul tavolo acqua minerale Malverne e una modesta radiolina a transistor, con cui la regina ascolta le prime notizie della giornata. Un valletto porta la stampa, Times e Financial Times non mancano mai, ma in testa a tutti il giornale delle corse dei cavalli, la sua grande passione».
Enrico Franceschini, la Repubblica 25/2/2014

 

Appena quattro giorni dopo l’incoronazione, Elisabetta era arrivata a Epsom per vedere il suo Aureole piazzarsi secondo. Nel corso degli anni i cavalli della regina hanno vinto tutti i principali grand prix della Gran Bretagna, meno l’Epsom Derby, che lei spera ancora di conquistare. Lei assiste alle corse ma non scommette.
Agi 2/6/2012

 

Alle tredici il pranzo. Continua Franceschini: «Piatti semplici, agnello arrosto, patate, pudding con gelato alla menta, il suo dessert preferito, preceduto da un bicchiere di gin come aperitivo. Nelle cucine, dove lavorano centinaia di addetti, c’è anche l’assaggiatore di corte. Alle cinque di pomeriggio, immancabilmente, il tè, con i sandwich, sempre gli stessi, spalmati di burro con salsa di cetrioli. A cena, pesce alla griglia, talvolta servito davanti alla televisione».
Enrico Franceschini, la Repubblica 25/2/2014

 

Fan del tenente Kojak e delle serie di Poirot. Segue alcune delle fiction più in voga. In particolare a lei piace molto la versione inglese de L’Isola dei famosi che Filippo invece detesta, per via della presenza dell’ex maggiordomo Paul Burrell.
Adnkronos 17/11/2004

 

Sua Maestà ha abbandonato l’idea di fare personalmente uso del telecomando della tv ritenendo meno stressante chiamare ogni volta un domestico affinché provveda lui all’incombenza: «Faccio una gran fatica a orientarmi. Ci sono troppe frecce».
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Da 60 anni la regina usa la stessa scrivania, una Chippendale portata da Clarence House a Buckingham Palace, nello studio verde con il tappeto cinese. Scrive con penne a inchiostro nero le lettere ufficiali, verde quelle private, come gli 850 auguri di Natale che prepara ogni estate durante le vacanze a Balmoral.
Angela Kelly, Vestire la regina

 

Il natale in casa Windsor è pianificato nel minimo dettaglio. Franceschini: «Sotto l’albero alle 5 di pomeriggio del 24. Apertura dei regali (che per volere della regina devono essere semplici e costare poco, una volta la principessa Diana fece la gaffe di regalare maglioni di cashmere) mentre viene servito tè con biscotti. Poi cocktail e cena a lume di candela alle 8:30 a base di gamberetti, agnello, soufflè. Il mattino del 25 tutti trovano una calza di leccornie appesa al letto, quindi messa, pranzo di Natale con tacchino, poi si guardano gli auguri televisivi della regina alla nazione. Seguono giochi di società e, il 26, la caccia al fagiano, con Elisabetta che va a raccogliere i volatili impallinati».
Enrico Franceschini, la Repubblica 22/12/2013

 

La regina è l’unica persona in Gran Bretagna che può guidare senza patente o numero di targa sulla macchina. Si dice che sappia cambiare le candele di un motore a scoppio, ma secondo Re Abdullah, che fece un giro con lei, «fortunatamente guida uno stato meglio di quanto non riesca a fare con una Land Rover».
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Nel 1994 Eltsin a cena sul Britannia che per l’occasione era attraccato a San Pietroburgo, per tutta la serata, non fece che bere. A un certo punto si rivolse alla regina e le chiese se a suo giudizio avrebbe potuto ripresentarsi alle elezioni (in inglese «stand for reelection»). Elisabetta lo guardò e rispose: «Signor presidente, da quello che mi ha detto penso che starà certamente in piedi di nuovo (“stand again”)». Eltsin accolse la battuta con una grande risata, poi andò al centro della stanza barcollando, rovesciò alcuni piatti e bicchieri e cominciò un interminabile discorso in russo, che la regina ascoltò nell’indifferenza più assoluta.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

La regina Elisabetta è solita utilizzare le sue borsette per mandare messaggi in codice alla servitù. Se la persona che le sta accanto è noiosa sua Maestà posa la borsetta a terra, se si sente a disagio la infila sotto al braccio e così via.
Enrico Franceschini, la Repubblica, 23/10/2006

 

Nella sua borsa ci sono un gancio di metallo a forma di S che Elisabetta usa per agganciarla ai bordi del tavolo; numerosi portafortuna (regalatigli dai figli); qualche foto di famiglia, tra queste quella scattata al principe Andrea al ritorno dalla guerra delle Falklands nel 1982. E poi mentine, cioccolatini, caramelle per gli amati cagnolini; un paio di cruciverba; e uno specchio per il trucco, dono di nozze del marito.
Phil Dampier e Ashley Walton Che cosa c’è nella borsa della regina

 

Ha regnato su 12 primi ministri. Tra i premier inglesi più amati da Elisabetta II, Winston Churchill, al quale prestò addirittura uno stallone per farlo accoppiare con le sue giumenta. Poco apprezzata, invece, Margaret Thatcher che a Buckingam Palace, per l’emozione, svenne più di una volta. La regina allora era solita commentare: «Oh, poveri noi, si è di nuovo rovesciata».
Silvia Grilli, Panorama 24/1/2002

 

Della Thatcher non sopportava l’abitudine di parlare di se stessa al plurale e di non lasciarle spazio per esprimere le sue opinioni.
Paola De Carolis, Corriere della Sera 9/11/2009

 

La Thatcher regalò alla regina Elisabetta due paia di guanti da cucina, orripilata dal fatto che dopo cena lavasse di persona i piatti, a mani nude.
Michela Auriti, Oggi 29/5/2012

 

Durante il suo regno si sono succeduti 7 papi, 12 presidenti degli Stati Uniti (a breve il tredicesimo). L’unico con il quale non ha mai parlato personalmente è stato Lyndon B. Johnson. Il suo preferito era Reagan. Non aveva grande simpatia per Jackie, la moglie di Kennedy, che quando aveva poco più di vent’anni era stata inviata a Londra come fotografa da alcuni giornali americani, proprio per seguire la sua incoronazione. Pensava che avesse un atteggiamento un po’ troppo esibito e un glamour eccessivamente hollywoodiano, mentre in fondo era solo la moglie di un capo di Stato.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Nel 1989 Elisabetta, in visita in America, era ospite del presidente Bush e di sua moglie Barbara alla Casa Bianca. George Bush jr si presentò alla sovrana dicendo: «Io sono la pecora nera della mia famiglia, madame, qual è la pecora nera della sua?». «Non sono affari suoi», gli rispose la regina.
Vittorio Zucconi, la Repubblica 4/8/2000

 

Nel 1973 il primo ministro australiano Gough Whitlam arrivò a Buckingham Palace con l’intenzione di proclamare la repubblica, portando in dono alla regina un enorme tappeto di pelle di pecora. Vedendo il regalo Elisabetta: «È enorme, ci potrei stare dentro». Subito si sdraiò sul tappeto e cominciò ad arrotolarselo addosso con l’aiuto di Whitlam, il quale nel frangente riuscì a costatare che la regina aveva «davvero delle belle gambe». Al momento della partenza il primo ministro aveva cambiato idea: «Se la regina è così, a me sta benissimo».
Paolo Passarini, La Stampa 19/1/2002

 

Odia indossare i cappellini: «Mi fanno sembrare una pecora», ha confessato allo storico Ben Pimlott.
Michela Auriti, Oggi 29/5/2012

 

Poco prima che a corte arrivasse il dittatore Ceauscescu con la moglie Elena (entrambe uccisi nella rivoluzione del 1989), la regina ricevette una telefonata personale dal presidente francese Valéry Giscard d’Estaing che la informava che dalle stanze dove i Ceauscescu avevano alloggiato a Parigi erano spariti tutti gli argenti, le lampade e gli arredi dei bagni. Sabadin: «Immediatamente la Regina diede disposizioni affinché tutti gli oggetti di valore fossero rimossi dalle stanze, e fece disporre un attento servizio di sorveglianza nei loro confronti. Un pomeriggio era nel parco di Buckingham Palace con i suoi cani quando vide i Ceauscescu camminare dietro di lei. Pur di non incontrarli, ha rivelato Rober Hardman in Our Queen, si nascose dietro a un cespuglio».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Secondo il Sun, la regina Elisabetta si diverte a intrattenere gli amici con imitazioni di politici. I personaggi più riusciti del suo repertorio sarebbero stati Tony Blair e sua moglie Cherie.
Enrico Franceschini, la Repubblica 22/12/2013

 

«A casa nostra nessuno fa le imitazioni come me».
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Quella volta che a un ricevimento a palazzo la regina chiese a Brian May, ex dei Queen: «Lei che fa?». «Suono la chitarra» rispose lui. «Anche lei?» chiese a Jimmy Page dei Led Zeppelin. «Anch’io». A un terzo, ormai divertita: «E lei è tanto che suona la chitarra?». «Da 45 anni». Era Eric Clapton.
Adriano Sofri, Il Foglio 5/3/2005

 

Al grande concerto a Buckingham Palace per i cinquant’anni di regno la regina ha assistito solo alla seconda parte dello spettacolo indossando degli invisibili tappi di cera per le orecchie.
Laura Putti, la Repubblica 4/6/2002

 

Ha conferito più di 405.000 onorificenze, consegnandole personalmente a ognuno dei premiati. Hanno rifiutato onorificenze dalla regina il pittore Francis Bacon, lo scultore Henry Moore, il romanziere Aldous Huxley. Al pittore L.S. Lowry spetta il record di cinque onorificenze respinte.
Richard Newbury, La Stampa 6/2/2012

 

All’inaugurazione dell’Olimpiade di Londra, apparve in un video vestita di rosa accanto a James Bond. La si vedeva poi lanciarsi con un paracadute/Union Jack, ma quella era una controfigura: nello stesso istante la vera regina, con lo stesso identico vestito, faceva la sua apparizione sul palco, mentre un coro di bambini intonava God save the Queen.
tutti i giornali del 27/7/2012

 

Nel 2002 la regina confessò una certa preoccupazione per la frattura al piede del calciatore David Beckham. Per aiutarlo a risolvere i problemi di salute, Elisabetta provò a mandargli la ventenne nipote fisioterapista Zara Phillips.
R. Rr., la Repubblica 27/4/2002

 

Ha visto la sua prima partita di calcio nel 1953. «È un business difficile, pieno di primedonne, ma è un gioco meraviglioso».
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Secondo il Sun la regina Elisabetta tifa per l’Arsenal.
Maurizio Crosetti, la Repubblica 24/4/2007

 

Nessuno può cominciare a mangiare o a bere prima che lo abbia fatto lei e nessuno può continuare dopo che lei ha finito. A volte, la regina si fa servire una insalata che lascia sul piatto, per consentire ai commensali di terminare con calma il pasto.
Vittorio Sabadin, La Stampa 28/6/2015

 

Buckingham Palace, marzo 2005: Elisabetta ospita Carlo Azeglio Ciampi alla cena di Stato. Alessandro Alticchieri: «Sia la sovrana che il presidente ricordano Mazzini esule a Londra, lei aggiunge Zeffirelli regista d’opere, lui Winston Churchill che auspicava gli Stati Uniti d’Europa. Menù leggero, aperto da una minestrina, ed è subito dopo cena, in piedi, a bere un liquorino. Ciampi è stanco, la visita è stata serrata, e le coppie, quella reale e quella presidenziale, si ritirano presto. Chi resta, ormai rilassato, fa capannello attorno al principe Carlo, senza Camilla, che racconta i suoi viaggi in Italia. Poi, d’improvviso, silenzio: Elisabetta è rientrata, a sorpresa, senza Ciampi. “L’abbiamo messo a letto”, dice, con un sorriso che le brilla negli occhi. Capiamo che la regina, 1926, si sentiva una ragazza rispetto al presidente, 1920. E noi lei sorridiamo, divertiti della sovrana impertinenza».
Sergio De Benedetti, Libero 6/2/2014

 

Non sopporta il sapore dell’aglio, teme le intossicazioni da ostriche, evita gli spaghetti perché non vuole sporcarsi e sembrare goffa mentre armeggia con la forchetta.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Ha bandito l’utilizzo dei coltelli da pesce dal momento che Edoardo VII li considerava dozzinali.
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

La regina ha quattordici Lady-in-Waiting, dame di corte: fra loro vi sono duchesse, contesse, baronesse, ma anche semplici “Ladies” (mogli o figlie di un Pari della Camera dei Lord) e più normali “Women”. Hanno tutte una caratteristica comune: sono abbastanza ricche da non avere bisogno di essere pagate. Chi deve ospitare la regina telefona spesso a Palazzo, per avere indicazioni da una Lady-in-Waiting. Viene sempre risposto che non ci sono particolari problemi, salvo il fatto che sono preferiti asciugamani bianchi e che il bagno deve essere riservato al solo uso della regina. Altri hanno chiesto persino se la sovrana tira l’acqua da sola e hanno ricevuto ampie rassicurazioni al riguardo.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Nel 2000 per due settimane di soggiorno in Australia con il principe Filippo, la regina Elisabetta ha portato con sé 20 tonnellate di bagagli. Tra questi: 50 paia di guanti, sedile da water in pelle di capretto, scorta di carta igienica.
Il Giorno 14/3/2000

 

A tavola, il rango dei servitori copia esattamente quello dei padroni. Chi serve la regina sta a capotavola, e se la figlia Anna è a Palazzo i suoi si siedono subito accanto. Ma se la sera arriva anche il figlio Carlo, toccherà ai suoi servitori stare vicino a quelli della regina e quelli di Anna dovranno spostarsi.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Quella volta che per cercare un nuovo manager per amministrare il suo patrimonio (allora era di 3.500 miliardi di lire), ha pubblicato un annuncio sul Sunday Times: «Amministratore della fortuna reale: il ruolo unico e difficile di gestore degli interessi finanziari della casa reale».
la Repubblica 27/11/2001

 

«Come singolo contribuente che paga le tasse, ha un patrimonio personale di 300 milioni di sterline. Ogni cittadino paga, con le imposte, un finanziamento pari a 80 centesimi di euro all’anno per sovvenzionare la famiglia reale». Un totale di 40 milioni di sterline per mantenere la casa reale.
Enrico Franceschini, la Repubblica 13/12/2013

 

La regina ha uno staff di 1.200 persone. Gli stipendi sono bassissimi e un valletto non guadagna più di 15mila sterline l’anno (circa 20mila euro) oltre al vitto e all’alloggio. È parsimoniosa. Una volta ha ordinato che un limone usato come decorazione di un piatto fosse riportato in cucina, perché sarebbe potuto ancora servire. Fa colazione con vecchie tazze spaiate, ordina che le giacche del marito vengano rattoppate, ricorda sempre ai valletti di spegnere la luce quando escono da una delle tante stanze dei suoi reali palazzi e ha accusato gli agenti della scorta –  stando alle intercettazioni dello scandalo News of the World – di avergli rubato le noccioline di cui va tanto ghiotta. Ha la più grande collezione d’arte del Regno. Un giorno alla National Gallery di New York disse al direttore «Avrei voluto comprare un Monet che era in vendita a Londra ma non potevo  permettermelo».
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

Quella volta che strapazzò gli esperti della London School of Economics, ponendo la domanda: «Why did nobody notice?», ovvero: perché nessuno si è accorto prima della débâcle finanziaria che ha messo in ginocchio l’economia globale? (Per inciso, anche la regina ne è stata vittima: il suo portafoglio si è alleggerito di almeno 25 milioni di sterline).
Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 17/11/2009

 

Elisabetta ama molto i pettegolezzi e vuole essere informata su tutto quello che accade intorno a lei. Un giorno un Deputy Master of the Household le disse con rammarico che, purtroppo, un paggio era stato scoperto nella camera di una cameriera. Lei rispose che lo sapeva già da giorni.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

«Ho il tipo di viso che, se non sorrido, sembro arrabbiata».
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Il 9 luglio del 1982 alle 7.15 del mattino, Elisabetta venne svegliata da un imbianchino disoccupato di trentatré anni, Michael Fagan, che si era intrufolato nella sua camera eludendo il servizio di sicurezza. La regina ha premuto il pulsante dell’allarme, che però non funzionava. Ha telefonato ai servizi di sicurezza e nessuno ha risposto. Alla fine, con la scusa di andare a prendere la sigaretta che l’intruso voleva, è uscita a chiedere soccorso. Era fuori di sé.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Rob Price, un giornalista londinese, ha provato a immaginare cosa accadrebbe se la regina morisse, arrivando alla conclusione che quello sciagurato evento sarà un disastro per l’economia britannica e costerà al paese miliardi di sterline: «La Borsa chiuderà per un po’, così come tutti gli uffici della City. Solo i due giorni di vacanza per il funerale e per l’incoronazione di Carlo costeranno tra 1 e 5 miliardi di sterline al Pil. Sarà proclamato un lutto nazionale di almeno 12 giorni, la Bbc modificherà i programmi e perderà fatturato pubblicitario. Ci saranno poi i costi delle cerimonie, tutt’altro che indifferenti. […] L’ultimo sovrano britannico è scomparso 63 anni fa e quindi nessuno al governo e in Parlamento ricorda le procedure previste. Si presume che chiuderà per alcuni giorni e che i suoi membri dovranno giurare fedeltà al nuovo re, i repubblicani tenendo le dita incrociate dietro la schiena, come fanno sempre per rendere nulla la promessa. Bisognerà cambiare banconote e monete che portano l’effigie di Elisabetta, da sostituire con quella di Carlo. Lo stesso accadrà per i francobolli. Tutto quello che porta la cifra reale EIIR. Andranno cambiati tutti i passaporti, sui quali è scritta la richiesta di «Sua Maestà» («Her Majesty») di lasciar passare il titolare del documento. Sarà modificato anche l’Inno nazionale, da God Save the Queen a God Save the King. I danni per l’economia potrebbero essere ancora maggiori se, come si teme ed è quasi certo, alcuni dei 53 stati del Commonwealth, per 16 dei quali Elisabetta è ancora Capo dello Stato, dichiareranno la piena indipendenza approfittando del passaggio del regno a Carlo. Che Dio, dunque, salvi la regina ancora a lungo».
Vittorio Sabadin, La Stampa 8/3/2015

 

La regina Vittoria subì sette attentati e reagì sempre con grande freddezza. Ma anche Elisabetta non è stata da meno: quando Marcus Sarjeant, un ragazzo che voleva diventare qualcuno, le esplose contro sei colpi di pistola il 13 giugno del 1981, Elisabetta si girò a guardarlo visibilmente seccata. Poi calmò Burmese, la cavalla che montava e proseguì al passo verso la Horse Guard Parade, come se niente fosse successo. I colpi erano a salve ma nessuno in quel momento lo sapeva.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Negli ultimi anni, per via dell’età, è passata a cavalcare i più tranquilli pony: un Highland di nome Melody e una Fell chiamata Carltonlima Emma, che continua a montare al passo, accompagnata spesso dal fidato stalliere Terry Pendry, rifiutando come sempre di portare il casco protettivo, obbligatorio per tutti i suoi sudditi, e coprendosi la testa con il soli foulard di seta. La figlia Anna: «Per convincerla a mettersi un casco bisogna che qualcuno trovi il coraggio di dirle che non sa cavalcare».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Alcuni studiosi della Macquarrie University di Sydney hanno scoperto che nel corso degli anni la pronuncia della regina Elisabetta si è fatta più popolare: all’inizio «I had» suonava come «bed», ora invece somiglia a «bad»; «house», che un tempo era «hais» oggi suona «aus».
Beppe Severgnii, Corriere della Sera 22/12/2000

 

Durante il suo regno ha parlato tutti i martedì sera con i primi ministri, incontri di non più di 20-30 minuti. Sabadin: «Solo quelli con Wilson si prolungavano sempre di più e una volta, dopo due ore la regina lo invitò a fermarsi per i drink che vengono serviti prima di cena. Da allora la domanda “Did he stay for drinks?” è usata per misurare il gradimento a corte di un primo ministro, ma quelli che sono rimasti per i drink sono veramente pochissimi».
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

La regina è solita organizzare quasi tutte le riunioni tenendo le persone in piedi per farle durare meno.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Le scarpe che indossa vengono precedentemente usate da un’altra persona che, camminandoci, le ammorbidisce.
Martina Melchiorello, la Repubblica 22/5/2012

 

Nel 2010 è stata fotografata in Scozia con scarpe dalle suole bucate.
Maria Laura Rodotà, Corriere della Sera 6/9/2010

 

È stata ritratta 129 volte. Il primo le fu fatto a sette anni, dal pittore ungherese Philip Alexius de Laszl, quello di Lucien Freud non le piacque perché la invecchiava: «È piacevole stare lì seduti, zitti e immobili, per ore, davanti al pittore. È come essere occupati a far niente».
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012

 

Una delle sue prime fotografie risale al 1932 e la ritrae mentre gioca con un puledro, un regalo di suo padre. Qualche mese fa, il Sun ha invece pubblicato alcuni fotogrammi di un filmato, girato 82 anni fa nel prato del castello di Balmoral, nel quale Elisabetta che all’epoca aveva 7 anni, sua sorella Margaret ne aveva 3 e la loro madre Elizabeth fanno il saluto nazista. Alle spalle delle bambine c’è lo zio David, che diventerà re con il nome di Edoardo VIII «che condivideva con il suo amore, allora segreto, Wallis Simpson, una ostentata ammirazione per Hitler».
Vittorio Sabadin, La Stampa 2/6/2012

 

In sessant’anni ha compiuto 261 visite ufficiali fuori dalla Gran Bretagna, comprese 96 visite di Stato in 116 Paesi. Ha visitato la Giamaica 6 volte, la Nuova Zelanda 10, l’Australia 16 e il Canada 22.
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Durante un viaggio in Canada il principe Filippo fu visto rincorrere la regina con dei denti finti.
Thomas Blaikie, What A Thing To Say To The Queen Aurum 2015

 

È stato il primo monarca a circumnavigare il mondo nel royal tour 1953-1954.
Michela Auriti, Oggi 2/9/2015

 

Durante la sua vita ha varato 24 navi la prima, da principessa, fu l’HMS Vanguard nel 1944, la prima da regina il Britannia nel 1953

Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

L’ultima il Britannia è uscito da Fincantieri lo scorso marzo.
Ansa 11/3/2015

 

Ha avuto 30 cani corgis, ora gliene sono rimasti due e non ne vuole altri. In qualunque caso li vizia con biscotti e toast imburrati e resi più dolci da un velo di marmellata. Se Elisabetta si sposta, loro non mancano mai. Valletti e personale a disposizione per farli salire e scendere da limousine, aerei ed elicotteri.
Gianluca Bauzano, Sette 18/5/2012

 

«Nutre di persona i suoi cagnolini ogni giorno all’ora del tè, mescolando il cibo con coltello e forchetta d’argento. Ama le bestie più degli uomini».
Antonio Polito, la Repubblica 5/2/2002

 

"È la legale proprietaria di tutti i cigni del Tamigi, e l’unica persona del regno autorizzata a mangiarseli, volendo".
Antonio Polito, la Repubblica 5/2/2002

 

Possiede anche tutte le balene, i delfini e gli storioni che nuotano nelle acque territoriali.
VS, La Stampa 2/6/2012

 

Ha usato per la prima volta la metropolitana nel 1939 con la sorella Margaret e la governante Marion Crawford. A quattordici anni ha fatto il suo primo discorso alla radio, rivolto ai bambini dell’impero, nel 1942 è diventata colonnello delle Granadiers Guards arruolandosi nel servizio di guerra giovanile con il numero E.D. 431 (più avanti, entrerà nel Servizio ausiliario territoriale con il numero 230873).
Vittorio Sabadin, L’Ultima Regina, Utet 2015

 

Ha spedito la sua prima e-mail nel 1976, durante una visita a una base militare britannica. Il sito della monarchia risale al 1997, il suo primo telefonino glielo ha regalato il figlio Andrea nel 2001, nel 2007 è stato aperto un canale YouTube, nel 2009 un account Twitter e nel 2010 un profilo su Flickr e uno su Facebook. Pare si presti ai selfie, usi l’iPad e si diverta a giocare con la Wii.
Michela Auriti, Oggi 2/9/2015.

 

Nel 1982 ha ricevuto per la prima volta dopo 450 anni un papa a Buckingham Palace. Era Giovanni Paolo II, nel 1986 è stata il primo monarca britannico a visitare la Cina e nel 2012 il primo a stringere la mano a un membro dell’Ira, Martin McGuinness, allora viceprimo ministro dell’Ulster, già comandante dell’organizzazione terroristica all’epoca in cui fu ucciso suo cugino Mountbatten. McGuinness venne poi invitato al Castello di Windsor, per una definitiva e simbolica riconciliazione che ha sancito la fine delle ostilità tra Londra e Belfast.
Livio Caputo, il giornale 28/6/2012

 

Scrive Sergio Romano: «Alla regina resta tuttavia un compito che non può delegare: governare la sua famiglia. Vi fu un momento in cui il compito divenne ingrato. In un discorso del novembre 1992, pronunciato per il 40° anniversario della ascesa al trono, Elisabetta dovette riconoscere che l’anno quasi terminato era stato un “annus horribilis”. Non occorreva spiegarne le ragioni. Tutti sapevano che la famiglia reale era ormai una maionese impazzita. Un figlio, il duca di York, aveva sposato una giovane donna che amoreggiava in topless con un suo spasimante sulle spiagge francesi. La figlia, principessa reale, aveva divorziato. La principessa Diana, moglie del principe ereditario, era stata protagonista con il marito di libri scandalosi. E non passava giorno senza che la stampa popolare britannica pubblicasse registrazioni di conversazioni telefoniche boccaccesche fra membri e famigli di Casa reale».
Sergio Romano, Corriere della Sera 24/11/2014

 

«Io penso che scoprirai che è la cosa migliore» rispondeva la regina a chi le comunicava il suo dispiacere per la fine del matrimonio di suo figlio Carlo. Al primo incontro con Lady D. Elisabetta ne rimase affascinata al punto che disse «È una di noi».
Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 18/8/2015

 

Secondo Ingrid Seward, autrice di The Queen’s Speech, la regina Elisabetta, informata dell’incidente di Lady D., avrebbe detto: «Qualcuno deve aver oliato i freni».
Michela Auriti, Oggi 2/9/2015

 

Franceschini: «“Un lungo regno, senza un solo errore”, scrisse qualche anno fa il Times, sebbene almeno un errore lo abbia fatto, ma riparato in fretta: non esibì il dovuto cordoglio per la morte della principessa Diana, rifiutando di abbassare a mezz’asta la bandiera a palazzo reale e di parlare al paese. Però una grande regina sa anche ammettere, sia pure a denti stretti, quando sbaglia. Lei ascoltò i consigli preoccupati di Tony Blair, abbassò la bandiera, parlò di Diana in tivù, uscì a incontrare la gente tra i mazzi di fiori che inondavano Buckingham Palace e fu perdonata».
Enrico Franceschini, la Repubblica 7/2/2012

 

«Non sarà stata “grande” come l’altra Elisabetta, o “magica” come Vittoria: ma male non se l’è cavata».
Vittorio Sabadin, La Stampa 2/6/2012

 


Apertura a cura di Jessica DErcole

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